Il 2020 è stato un anno di mobilità estremamente compressa. Un dramma per il comparto dell’aviazione civile, che in virtù delle restrizioni legate alla pandemia da Sars-CoV-2 ha registrato perdite di fatturato per 118 miliardi di dollari (dati Iata), con una domanda crollata del 65,9% rispetto al 2019. Una contrazione più sensibile soprattutto nei voli internazionali, mentre per quelli domestici il calo è stato inferiore ma pur sempre enorme (-48,8%). Uno scenario che ha condotto, oltre alla bancarotta o alla crisi di decine di compagnie aeree, a un’obbligata e massiccia rimodulazione della capacità di trasporto, una trasformazione verso le richieste del settore cargo e una contrazione del traffico aereo che lo scorso dicembre era del 70% inferiore all’anno precedente.

Eppure i passeggeri trasportati sono stati pur sempre 1,37 miliardi su scala globale. Si è tornati ai livelli dei primi anni Duemila. L’ultimo rapporto sul traffico aeroportuale mondiale pubblicato dall’Aci, l’Airports Council International, conferma ovviamente il drammatico impatto del virus su affari, turismo, aerei e aeroporti. Ma racconta pure che dal primo degli aeroporti mondiali nella top ten dei più trafficati – quello di Guangzhou, che ha scalzato l’hub di Atlanta al vertice da vent’anni – ha raccolto 43,7 milioni di passeggeri in transito, con un calo del 40,4% rispetto ai 73,3 registrati nel 2019. Alla seconda piazza c’è appunto l’aeroporto Hartsfield-Jackson di Atlanta, con 42,9 milioni di transiti contro i 110,5 dell’anno precedente (e una contrazione del 61,2%). Chiude il podio un altro scalo cinese, quello di Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, con 40,7 milioni di arrivi e partenze (contro i 55,8 del 2019 e la riduzione più contenuta fra i primi dieci posti, -27,1%).

Nel complesso, il traffico globale dei passeggeri nei dieci aeroporti più frequentati al mondo è calato del 45,7% nel corso del 2020 contro un decremento complessivo della domanda intorno al 65%. Stando ai dati preliminari appena pubblicati dall’Aci, insomma, il Baiyun International di Canton, il più importante della Cina meridionale, la cui costruzione si è conclusa nel 2004 e che aveva previsto un obiettivo da 80 milioni di passeggeri per il 2020 (ovviamente in uno scenario pre-Covid), è risultato comunque il primo. Come tutti gli scali cinesi – senza sorprese, sono sette nei primi dieci posti – godendo ovviamente di una sostanziale normalità della mobilità nel paese che per primo ha incontrato e superato l’emergenza d’inizio 2020 a Wuhan e ha efficacemente contenuto gli altri focolai esplosi nel corso dei mesi in alcune delle principali città della Repubblica popolare con protocolli severissimi.

“Nella maggior parte dei casi, i viaggi aerei interni stanno iniziando una modesta ripresa mentre quelli internazionali rimangono depressi a causa delle restrizioni sui viaggi in corso – spiega l’associazione che raccoglie gran parte degli aeroporti internazionali – ad esempio, l’aeroporto internazionale di Hongqiao in Cina è passato dalla 46esima posizione nel 2019 alla nona nel 2020, dando così l’idea della natura irregolare dell’impatto e della ripresa dalla pandemia in tutto il mondo”. Molto preoccupato il commento di Luis Felipe de Oliveira, direttore generale dell’Aci: l’impatto del Covid-19 sul traffico passeggeri globali “ha condotto l’aviazione a un punto morto virtuale nel corso del 2020. E anche adesso continuiamo a confrontarci con un rischio esistenziale”. I dati rivelano infatti l’enorme sfida che quegli snodi internazionali di persone e merci continuano a trovarsi di fronte e del supporto di cui hanno bisogno da parte dei governi. Anche per farsi trovare pronti a sostenere una ripartenza uniforme dell’economia globale.

Atlanta 

Alla quarta posizione della classifica c’è l’aeroporto di Dallas/Fort Worth, in Texas, con 39,3 milioni di passeggeri contro i 75 del 2019. Alla quinta lo scalo di Shenzhen (37,9 milioni/52,9), alla sesta l’aeroporto di Pechino-Capitale con 34,5 milioni contro i cento dell’anno precedente. Chiudono la top ten dell’anno peggiore della storia dell’aviazione Denver, in Colorado (33,7/69), Kunming, nello Yunnan (32,9/48), Shanghai-Hongqiao (31,1/45) e Xian, il più grande aeroporto della Cina nord-occidentale (31/47). “I risultati mostrano che l’impatto rimane disomogeneo con regioni diverse che affrontano sfide diverse e richiedono decisioni politiche e sostegno diversi da parte dei governi per gettare le basi per la ripresa – aggiunge De Oliveira – con alcuni segnali positivi di ripartenza, specialmente nei paesi con alti tassi di vaccinazione, una ripresa globale sostenuta si realizzerà solo con una velocizzazione delle campagne vaccinali, con lo sviluppo di pass per che certifichino lo stato di salute e il sostegno politico coordinato e coeso da parte dei governi”.

Il settore cargo ha subito un impatto minore, limitandosi a una contrazione dell’8,9% sul 2019, su circa 109 milioni di tonnellate metriche nel corso del 2020, più o meno ai livelli del 2016. Anzi, nei primi dieci scali considerati per il cargo (al vertice c’è quello di Memphis, in Tennessee, che ha scalzato Hong Kong, terza piazza per Shanghai-Pudong), e che coprono da soli il 28% del totale movimentato, il traffico merci è salito del 3%. Trainato dagli acquisti online, dalle necessità di beni farmaceutici e dei dispositivi di protezione individuale. In termini di movimenti globali degli apparecchi, invece, nel 2020 se ne sono contati 58 milioni: un calo del 43%. Quanto ai passeggeri internazionali, infine, è Dubai a guidare la classifica con 25,8 milioni contro gli 86,3 del 2019 davanti ad Amsterdam (20,8/71,6) e Londra-Heathrow (20,6/76).