Mancano tre giorni alla conclusione di Cop26 e i dubbi che si possa arrivare a un accordo soddisfacente per mantenere il riscaldamento climatico sotto 1,5° sono tanti. I lavori della nona giornata sono dedicati alla parità di genere e al ruolo che la scienza e l’innovazione hanno per raggiungere obiettivi più ambiziosi.

15.34 – Un murale per i leader indigeni

Shilo Shiv Suleman, un’artista indiama del Fearless Collective, ha dipinto un murale che rappresenta due leader delle comunità indigene.

(reuters)

15.10 – Carbon Action Tracker: “Nonostante Cop26 si va verso +2,4 °C nel 2100”

Anche con i nuovi impegni di decarbonizzazione presi dagli stati alla Cop26 di Glasgow, le emissioni di gas serra al 2030 saranno il doppio di quelle necessarie per restare entro 1,5 gradi di riscaldamento, e l’aumento delle temperature al 2100 sarà di 2,4 gradi. Lo sostiene il Climate Action Tracker, analisi indipendente delle ong tedesche Climate Analytics e NewClimate Institute, sostenute anche dal governo tedesco.

15.08 – Sharma: “In serata la prima bozza pubblica delle decisioni prese a Cop”

“Poiché la trasparenza è essenziale, in serata la presidenza della Cop26 pubblicherà la prima bozza delle decisioni della conferenza. Su questa ci saranno consultazioni con i leader e le capitali. Ma data l’ugrenza della materia, ho chiesto ai negoziatori di fare presto”, ha detto il presidente della Cop26 Alok Sharma.

14.38 – Little Amal protagonista a Glasgow

Nella giornata dedicata al gender gap fa il suo ingresso ai negoziati Little Amal, la bambola altra 3 metri e mezzo che rappresenta una bimba siriana, simbolo dei giovani rifugiati di tutto il mondo, è arrivata a Glasgow dopo aver percorso circa 8.000 chilometri attraverso l’Europa.

(afp)

14.09 – Assegnati i premi alle donne che lottano per il clima

Un progetto per insegnare alle rifugiate in Turchia a costruire batterie solari, uno per aiutare le indigene del Guatemala ad allevare larve della farina, uno per sostenere le attiviste ambientali del Chaco Americano, l’area rurale fra Argentina, Bolivia e Paraguay. A queste iniziative sono stati assegnati i premi “Gender Just Climate Solutions” (Soluzioni climatiche giuste per il genere), promossi dal Women & Gender Constituency: una coalizione di 33 ong per la parità di genere, osservatore ufficiale all’Onu. I premi sono andati alla ong turca Imece, alla guatemalteca Todos Juntos e alla latinoamericana Fundacion Plurales.

13.48 – Ocasio-Cortez a Glasgow: “Voglio spingere i limiti della politica”

“Voglio spingere i limiti della politica per accelerare la lotta la cambiamento climatico”, ha detto Alexandria Ocasio-Cortez al suo arrivo a Glasgow. La deputata democratica statunitense è arrivata in Scozia con una delegazione del Congresso Usa guidata dalla speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi.

(reuters)

13.15 – Il ministro di Tuvalu con l’acqua alle ginocchia

Giacca, cravatta e pantaloni arrotolati perché l’acqua arriva fino alle ginocchia. Così Simon Kofe, ministro degli Esteri di Tuvalu, stato insulare del Pacifico messo a rischio dalla crisi climatica e dall’innalzamento del mare, ha voluto registrare un videomessaggio per i leader mondiali riuniti alla Cop26: “Mentre voi siete a Glasgow – ha detto Kofe – noi a Tuvalu sperimentiamo sulla nostra pelle gli effetti del cambiamento climatico”. E ha concluso il suo messaggio esortando ad azioni coraggiose.

Il ministro di Tuvalu con l’acqua alle ginocchia: “Ecco gli effetti della crisi climatica. Da Cop26 servono azioni coraggiose”

12.52 – L’Italia ancora non è tra i Paesi che si impegnano a decarbonizzare la sanità

Così come gran parte dei Paesi europei, nell’elenco diffuso dall’Oms sui governi che si sono impegnati a sviluppare sistemi sanitari che abbiano un basso impatto carbonico l’Italia non è menzionata.

12.17 – Decarbonizzare la sanità, c’è l’impegno di oltre 47 Paesi

Oltre 47 paesi si impegnano oggi alla Cop26 di Glasgow a decarbonizzare il loro sistema sanitario e a renderlo resistente al cambiamento climatico. La rendono noto fonti dell’Organizzazione mondiale della sanità.

11.59 – “2 gradi in più saranno fatali per 1 miliardo persone”

Rischia di salire a un miliardo, il numero di persone (da 68 milioni stimati oggi) destinate a essere colpite in modo “potenzialmente fatale” dagli effetti del caldo e dell’umidità laddove il surriscaldamento terrestre dovesse raggiungere e superare i 2 gradi in più rispetto alle temperature medie dell’era pre-industriale. Lo ipotizza uno studio degli scienziati dello Uk Met Office, l’agenzia meteorologica pubblica britannica presentato a Glasgow. I rischi riguarderebbero in particolare chi lavora all’aperto, bambini piccoli, anziani e malati di cuore o ai polmoni.

11.55 – Le proteste nel canale contro l’innalzamento delle acque

Insieme agli incontri e i negoziati proseguono a Glasgow le manifestazioni degli attivisti. Questa mattina, vestiti come i leader mondiali, alcuni ambientalisti si sono fatti fotografare nel Forth and Clyde Canal, di fronte alla sede dove si svolge Cop26. Gli ambientalisti vogliono riportare l’attenzione sul grave problema dell’innalzamento delle acque. 

(afp)

11.08 – Legambiente: “Ci vuole un’inversione di rotta”

Nel commentare il declassamento dell’Italia nel Climate Change Performance Index Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente afferma: “Il peggioramento in classifica dell’Italia ci conferma l’urgenza di una drastica inversione di rotta. Si deve aggiornare al più presto il Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) per garantire una riduzione delle nostre emissioni climalteranti, in linea con l’obiettivo di 1,5 gradi centigradi, di almeno il 65% entro il 2030”.

10.55 – L’Italia troppo lenta nello sviluppo delle rinnovabli

Secondo il Climate Change Performance Index 2022 l’Italia perde tre posizioni e scivola al 30° posto nella classifica dei 63 Paesi più l’Ue nella lotta alla crisi climatica – Climate Change Performance Index 2022 – a causa del rallentamento dello sviluppo delle rinnovabili (34/o posto della classifica specifica) e per una performance bassa nella politica climatica nazionale. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni a livello di economia del 51% entro il 2030. I dati sono elaborati dalle Ong Germanwatch, Can (Climate action network) e NewClimate Institute in collaborazione con Legambiente per l’Italia.