LONDRA – Una volta completata, sarà una delle opere artistiche più lunghe del mondo: più di cinque chilometri che splenderanno nella notte, offrendo ai turisti un motivo in più per giungere nella capitale inglese. È Illuminated River, il progetto che prevede di illuminare con le medesime pennellate di colore quattordici tra i ponti più iconici della città, quelli realizzati nel corso dei secoli lungo la parte del Tamigi che attraversa il cuore di Londra. E la scelta del termine “pennellate” non è casuale, dato che chi ha vinto il bando pubblico, l’artista americano Leo Villareal in collaborazione con lo studio di architettura londinese Lifschutz Davidson Sandilands, prende spunto da artisti del passato quali Canaletto, Turner e Monet, e prevede che ogni ponte si trasformi in una tela che prende vita attraverso dei giochi cromatici. In questo caso fasci di luce elettronica modulabili a piacere attraverso un computer.

Il Millennium Bridge, il Southwark Bridge, il London Bridge e il Cannon Street Bridge sono stati i primi quattro ponti a essere stati trasformarsi in quadri a cielo aperto a partire dal 2019, nel corso degli ultimi anni è toccato ai Blackfriars, Waterloo, Golden Jubilee, Westminster e Lambeth Bridge e ora è entrata nel vivo l’ultima fase che prevede l’allestimento del Vauxhall, Albert, Chelsea, Grosvenor fino a chiudere col Tower Bridge. Il progetto finale prevede che i quattordici ponti abbiano ognuno una loro particolare luce, ma tutti insieme offrano le medesime condivisioni cromatiche creando quella sensazione di passeggiare proprio all’interno di un quadro, nonostante si tratti di un percorso lungo ben cinque chilometri.

Leo Villareal 

L’intero progetto è stato coperto da un fondo pubblico, l’Arcadia Fund, e prevede un investimento totale che si aggira attorno ai 31 milioni di sterline, poco più di 35 milioni di euro. Ogni singolo attraversamento è stato curato dall’artista newyorkese Leo Villareal che ha realizzato un apposito algoritmo dedicato esclusivamente alla gestione dei fasci di luce. Dietro a ogni singolo ponte c’è un sofisticato sistema di illuminazione basata su luce Led, questo permette quindi non solo di modulare i colori e le sfumature come meglio si desidera, ma allo stesso tempo offrire un sistema altamente sostenibile sia come impatto ambientale, dato che di giorno non appare nulla agli occhi dei passanti se non la struttura dello stesso ponte, e a basso consumo energetico. Il risultato finale, quando nel 2022 sarà ultimato, sarà quello di far diventare tutti i ponti un altro richiamo turistico al pari di quello che dà sempre il Tower Bridge rappresenta da solo. Infatti, di solito questi attraversamenti sul Tamigi sono poco considerati, dato che sulle rispettive sponde ci sono altre celebri strutture che catturano l’attenzione come la Cattedrale di St Paul, il National Theatre, il Southbank Centre, l’Houses of Parliament oppure la Tate Modern. Invece ora, dal tramonto all’alba, anche i vari London Bridge, Westminster Bridge, Lambeth Bridge e via dicendo potranno offrire un gioco di luci e suggestioni proprio come se si fosse davanti a un quadro di Canaletto, Monet e Turner, con in più l’aspetto che passeggiare lungo il Tamigi ammirando questa innovativa tavolozza di colori a cielo aperto non costerà nulla al passante.

Illuminated River (foto Jason Hawkes) 

Illuminated River ha anche lo scopo di diventare una sorta di case study per l’intera capitale inglese: l’obiettivo è quello di illuminare gli spazi pubblici, e non solo monumenti e palazzi storici, in una maniera più consapevole e condivisa con l’intera area urbana. Per tale motivo che la direttrice del progetto, Sarah Gaventa, ha avviato con il tavolo di dibattito che chiede una migliore illuminazione in tutta la capitale, mettendo gratuitamente a disposizione tutte le conoscenze acquisite attraverso il suo progetto. Altri paesi e città potrebbero trarne vantaggio, magari non per forza seguendo lo stesso mastodontico progetto come è stato illuminare artisticamente i quattordici ponti di Londra, ma anche solo piccoli quartieri o il cuore della città. Un modo, insomma, per offrire qualcosa di innovativo sia ai cittadini che ai turisti, e lasciare che le persone si perdano tra i giochi di colore che rendono omaggio agli artisti del passato.