Il turismo si destagionalizza e cambia repentinamente equilibri (soprattutto in base alle restrizioni locali o internazionali legate al Covid-19). I periodi messi nel bersaglio dalle persone mutano, si allungano o si materializzano all’improvviso senza molto preavviso, smart working e telelavoro consentono in molti casi maggiore elasticità. Per questo, saltando dall’altro lato, anche chi gestisce strutture ricettive di ogni genere, dagli alberghi agli appartamenti fino ai bed & breakfast, deve rispondere in modo altrettanto elastico e versatile. Oltre che sui servizi, ovviamente, scegliendo sempre, in ogni momento, il prezzo giusto per la propria soluzione ricettiva. Una startup italiana, Smartpricing, sta aiutando migliaia di piccole e grandi strutture a migliorare le performance. Tradotto: ad aumentare il tasso di riempimento degli alberghi e a guadagnare di più. Assicurando ai viaggiatori tariffe dinamiche e adeguate al periodo.

Smartpricing, un gruppo di venti persone messo in piedi da Tommaso Centonze, Luca Rodella e Eugenio Bancaro, tre giovani di Rovereto che da sempre vivono il settore alberghiero e tech, ha sviluppato un algoritmo proprietario in grado di ottimizzare i prezzi delle camere di hotel, case vacanze e b&b, rendendoli dinamici, a seconda dei mutamenti della domanda e di una serie di altri ingredienti. L’estate che va terminando ha fatto segnare per la società ottimi risultati, come i due milioni di euro di prenotazioni gestite in un solo giorno nelle oltre 6mila camere sparse in tutta Italia. L’obiettivo della startup è d’altronde esattamente quello di aiutare albergatori e piccoli imprenditori del settore turistico a far crescere le loro attività grazie all’intelligenza artificiale.

Il team di Smartpricing 

“I nostri clienti hanno dei benefici sul fatturato anche con casi che superano il 40% perché mancava un sistema in grado di rinnovare il vecchio modo di stabilire il valore commerciale di una camera in modo dinamico – spiega Rodella – uno dei nostri clienti ha avuto questa estate un aumento del fatturato del 32.28% rispetto allo stesso periodo del 2019 e un tasso di camere vendute aumentato del 11.68%. La struttura non è cambiata nel tempo, semplicemente non sapeva che la chiave per ottenere la massima resa era nell’ottimizzazione del prezzo”.

Il tutto, per assurdo, in un periodo a dir poco complicato per tutto il comparto turistico. Se è vero che rispetto alla scorsa estate il settore in Italia ha registrato un miglioramento (+12% di prenotazioni nelle strutture ricettive del paese, con una preferenza del 34% per gli hotel e del 26,3% per i b&b e le case vacanze secondo i dati Istat) la domanda si è fatta più volatile e il margine di prenotazione molto stretto: tutti elementi che, quando si tratta di stabilire un prezzo per una camera, possono procurare più danni che benefici. Prezzo medio dei concorrenti, stagionalità, altri elementi intervengono ora a definire il prezzo giusto. Col risultato che, in media, l’impiego dell’algoritmo di Smartpricing ha spinto del 20% il fatturato dei clienti intervenendo sui due fattori chiave del settore: l’”adr”(average daily rate), la tariffa media giornaliera delle singole camere, e il “RevPar” (revenue per available room), un indicatore per misurare la profittabilità di una singola stanza. Una volta migliorati questi due elementi, è possibile di conseguenza aumentare l’occupabilità delle strutture e infine il fatturato.

Ma quali sono gli errori più frequenti fra gli albergatori in fatto di prezzi? Il primo, e classico, è impostare prezzi troppo alti, sopravvalutando la propria struttura. Quello che accade è che ci si ritrova nel pieno della stagione con la struttura non totalmente al completo e per correre ai ripari si abbassano i prezzi in maniera troppo drastica, svendendo così la propria offerta. Al contrario, spesso gli albergatori impostano tariffe troppo basse: pur avendo la struttura al completo durante la stagione migliore, perdono di conseguenza potenziali guadagni che a volte superano il 20%. Si sbaglia poi ne non tenere traccia degli sconti: “Creare una scontistica per attrarre nuovi clienti è più che normale – spiegano gli esperti di Smartpricing – ma spesso non si tiene traccia del conto finale e si ha come conseguenza la perdita di cognizione dell’esatto prezzo a cui si sta venendo, perdendo di fatto dei guadagni”. Altro errore è appunto il fronte contro il quale la startup si rivolge in modo più profondo: mantenere dei prezzi fissi in ogni stagione. Oltre il 50% degli albergatori italiani tiene infatti le tariffe fisse in ogni mese dell’anno o quasi. Ma in un mercato molto dinamico come quello dell’accoglienza alberghiera, questa modalità non funziona perché bisogna adattare i prezzi a seconda delle variabili che mutano mese dopo mese. Specialmente in tempi fluidi come quelli pandemici.

L’ultimo sbaglio è non avere coscienza delle proprie spese per determinare i prezzi minimi: spesso i proprietari di strutture non sanno esattamente qual è il prezzo più basso a cui potrebbero vendere le loro stanze, perché non hanno coscienza delle loro spese variabili. “Calcolandole – concludono da Smartpricing – capirebbero il vero valore delle camere così da giostrarsi in determinati frangenti e periodi”