Il mese di giugno appena trascorso è il terzo più caldo mai registrato a livello globale con una temperatura media che, a livello globale è stata di 0,31 gradi superiore alla media registrata fra il 1991 e il 2020, mentre in Europa si è alzata di 1,6 gradi. Lo afferma Copernicus Climate Change Service (C3S) il programma di osservazione della terra dell’Unione europea.

E così mentre nel mondo è stato il terzo giugno più caldo da quando vengono effettuate le rilevazioni nel Vecchio Continente è il secondo. “Temperature estreme” si sono verificate in Spagna, Francia e Italia; temperature superiori alla media sono state registrate anche in Cina, Giappone e Stati Uniti. Mentre temperature più fredde rispetto alla media sono state rilevate in Groenlandia e nella maggior parte del Sud America.

Copernicus riferisce di regioni che hanno sperimentato lunghi periodi di temperature eccezionalmente elevate. Tra queste, zone dell’Europa meridionale in Spagna, Italia e Francia, così come zone settentrionali della Cina e del Giappone, dove l’ondata di calore ha superato i record locali. Nonostante questo caldo prolungato in zone dell’Europa e dell’Asia siano fuori dalla norma, “si tratta di eventi non inaspettati. In linea con i dati presentati nell’ultimo Ipcc assessment report, vi è un aumento nella frequenza e nell’intensità delle ondate di caldo: una crescita da attribuire al cambiamento climatico causato dall’uomo e destinata ad aumentare in futuro per via del riscaldamento globale“.

Le ondate di calore, definibili come un periodo esteso di elevate temperature rispetto alle condizioni previste per l’area e per il periodo dell’anno presi in esame, riferisce Copernicus, “possono comportare problemi di vario tipo per la saluta umana come spossatezza, grave disidratazione e rischi maggiori per persone affette da malattie croniche”.

Forti ondate di calore tendono a verificarsi in aree piuttosto estese, continua Copernicus, che spesso comprendono più Paesi alla volta, così come una serie di diversi periodi di caldo. L’Europa sud-occidentale, dopo aver sperimentato il primo periodo caldo nella seconda metà di maggio, è stata colpita da un ulteriore periodo di temperature eccezionalmente elevate quattro settimane dopo, raggiungendo il picco il 17 giugno. Questa regione – osserva Copernicus – ha sperimentato “lunghi periodi caldi, per esempio nel 2003 e nel 2017. Tuttavia, complessivamente, giugno 2022 è stato il secondo più caldo per questa regione europea“.

“Nei prossimi anni si prevedono ondate di calore sempre più frequenti e forti simili a quelle osservate quest’anno in Europa e oltre – dice il direttore del Copernicus Climate Change Service, Carlo Buontempo – è di particolare importanza rendere pubblici dei dati affidabili, così da permettere a chiunque di monitorare queste tendenze e prepararsi al meglio a ciò che ci attende”.