In India gli hanno persino dato un nome, come fosse un film d’azione: Monkeys vs Dogs, scimmie contro cani. Nelle ultime ore in rete spopola una storia, con molte lacune, che arriva dal villaggio di Lavool nei pressi di Majalgaon, cittadina del distretto di Beed nel Maharashtra indiano: qui alcune scimmie – per “vendetta” scrivono molti giornali online – avrebbero ucciso 250 cani dopo che un piccolo di scimmia femmina era stato ferito a morte da alcuni cani randagi.

La notizia viene rilanciata come una azione di “revenge” da parte delle scimmie, descritte come aggressive e letali per i cuccioli di cani della cittadina: ad accompagnare il tutto anche alcuni video – diventati virali anche con l’hashtag #MonkeyvsDog- in cui si vedono scimmie che afferrano cuccioli di cane e li trascinano su tetti, alberi e palazzine. C’è da considerare però che in molte città indiane la diffusione delle scimmie è un problema sentito, che i media rilanciano anche in virtù del fatto che si tratta di una convivenza non sempre pacifica tra animali e uomo.

(Uno dei video che circolano sui social)

Strane cifre

Sebbene sia le autorità locali, come la polizia cittadina o gli operatori del dipartimento forestale di Nagpur, abbiano confermato che si è realmente verificato negli ultimi mesi un problema fra scimmie e cani (ma anche residenti) nella zona, la notizia di 250 cuccioli uccisi trova un difficile riscontro. Alcuni giornali locali precisano infatti che in realtà sarebbero 80 i cani attaccati negli ultimi mesi e non tutti feriti a morte. In altri casi viene invece raccontato di quattro o cinque episodi in cui le scimmie, dopo essersi impossessati dei piccoli di cane, li hanno trasportati su tetti, alberi e zone dove gli umani non possono arrivare: lì alcuni cuccioli sarebbero morti o per stenti o per cadute accidentali dall’alto.

 

Tra cifre discordanti e azioni incerte, diversi residenti della zona confermano però che da alcuni mesi esiste un conflitto concreto relativo ad alcune popolazioni di scimmie, che manifestano comportamenti più aggressivi, tanto che in un caso anche un bambino che si stava dirigendo a scuola sarebbe stato assalito.

 

Intanto, dopo la diffusione del video relativo ai cagnolini aggrediti e le proteste di alcuni abitanti, nella città indiana sono intervenuti alcuni operatori del Nagpur Department che hanno catturato tre esemplari particolarmente aggressivi di scimmie, rilasciate in natura lontano da centri abitati.

Maharashtra | 2 monkeys involved in the killing of many puppies have been captured by a Nagpur Forest Dept team in Beed, earlier today. Both the monkeys are being shifted to Nagpur to be released in a nearby forest: Sachin Kand, Beed Forest Officer pic.twitter.com/3fBzCj273p

— ANI (@ANI) December 18, 2021

“Non vendetta ma conflitto”

L’episodio dell'”uccisione di 250 cani” non convince nemmeno Elisabetta Palagi, ricercatrice del dipartimento di Biologia dell’università di Pisa, etologa esperta di primati. “Dovremmo saperne di più per capire davvero cosa è accaduto, con dati certi. Quello che si può dire è che il termine revenge, vendetta, per i primati è già stato usato in letteratura scientifica ma in quel caso si parla di un contesto differente, con un conflitto fra scimmie: dopo una aggressione di un soggetto verso un altro, la vittima può reagire aggredendo un parente dell’aggressore” spiega Palagi.

Nel caso indiano però l’esperta sostiene che probabilmente potrebbe trattarsi di “una forte competizione, fra scimmie e cani, per determinati motivi – a volte per esempio il cibo – che non conosciamo”. Difficile che si possa pensare a una precisa ritorsione. 

 

Nell’ambito della competizione è però possibile che vengano aggrediti i soggetti più deboli del gruppo, appunto i cuccioli, ma resta improbabile che così tanti cani siano stati uccisi da parte delle scimmie. In alcuni episodi già registrati, nei primati le femmine possono prendere per esempio piccoli di altre femmine, o a volte lo fanno anche i maschi per evitare di essere attaccati. Oppure le scimmie potrebbero aver portato sul tetto i cuccioli di cani, trattandoli di fatto “come scimmie, pensando che se la sarebbero poi cavata, cosa che evidentemente non è successa”.

I motivi reali delle aggressioni restano dunque oscuri, ma laddove le scimmie vivono a stretto contatto con l’uomo, come per esempio in diverse città di Asia e Africa per esempio, possono in generale mostrare una minore paura, sia dell’uomo che di altre specie. 

“Pensiamo ai babbuini in Sudafrica, che sono un problema serio per i cittadini, oppure alle scimmie che interagiscono con i turisti in Asia, o ancora ai gelada in Etiopia che vivono a stretto contatto con l’uomo. Quando l’uomo invade zone naturali e gli animali si abituano alla nostra presenza non c’è da meravigliarsi che nascano reazioni competitive di questo tipo, che siano con altri animali o esseri umani”, conclude l’esperta.