“Alimentiamo insetti per produrre proteine sostenibili”, così accoglie il sito della startup torinese BEF Biosystems. Nessun fraintendimento o allusione alla prospettiva di sedersi a tavola e pasteggiare a grilli o cavallette. Il tema centrale, come ci conferma l’amministratore delegato Beppe Tresso, è quello dell’economia circolare, della sostenibilità e di un alto valore proteico per il cibo degli animali. “Siamo già in produzione da circa un anno e mezzo con la nostra Bugsfarm, ma abbiamo ampliato il primo impianto pilota di Casal Noceto (AL) e fra qualche settimana ci apprestiamo a scalare. Entro la fine del 2024 puntiamo a raggiungere un migliaio di tonnellate di farina di insetti all’anno”, ci spiega Tresso. “Abbiamo già una serie di contratti e un altro progetto nel Lazio, a Viterbo”.

L’attuale obiettivo è quello di creare un sistema di “uovo circolare”. Fino a prova contraria le galline che producono uova si nutrono naturalmente di insetti, quindi l’idea è di sostituire i mangimi del settore con farina di mosca soldato (Hermetia illucens) oppure direttamente le relative larve. “Il primo risultato, secondo gli studi condotti in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana, è che si contribuisce all’innalzamento dell’apporto nutrizionale e proteico con un alimento di qualità, si riduce il rischio di infezioni dell’apparato digerente delle galline ed è stata riscontrata anche meno conflittualità negli allevamenti”, aggiunge Tresso.

Fin qui è un tema di alimentazione “alternativa”, ma in realtà l’operazione di BEF Biosystems mette in gioco anche il recupero degli scarti organici vegetali e agroindustriali, ovviamente stabilizzati e sanificati. “Poi sicuramente vi sarà un’altra svolta con la futura normativa Ue che consentirà di usare gli scarti delle mense e della ristorazione”, puntualizza Tresso. Ecco spiegato il senso di questo programma di economia circolare, sostenibilità ambientale e alimentare. Considerato che nel mondo ogni anno vengono buttate 931 milioni di tonnellate di scarti alimentari, avere la possibilità di rimetterle in gioco per l’alimentazione di galline, ma potenzialmente anche polli, pesci e animali domestici (con crocchette specifiche) potrebbe essere un grande vantaggio. “Un uovo di 60 grammi prodotto da una gallina alimentata anche con larve di insetto, evita la produzione di 60 grammi di rifiuto e riduce le importazioni di materie prime per un peso analogo”, ricorda Tresso.

I vantaggi di una rete di Bugsfarm

Nelle Bugsfarm – appunto allevamenti di insetti – si impiegano serre fotovoltaiche per allevare mosche soldato e si sfrutta la capacità delle larve di nutrirsi degli scarti alimentari senza lasciare residui. Dalle larve mature, una volta trasformate, si possono ricavare farina proteica e olio da utilizzare come componente alimentare per i mangimi animali e i fertilizzanti. Senza contare gli studi in corso per estrarre dall’esoscheletro degli insetti la chitina che viene comunemente usata dall’industria chimica e l’acido laurico, impiegato per la cosmesi.

Da sottolineare che l’impronta ecologica di un allevamento di questo tipo è molto più bassa di qualunque altro, sia per quanto riguarda la produzione di CO2, sia per il consumo della risorsa idrica. E non è un dato da poco se si considerano i volumi delle materie prime animali usati abitualmente per alimentare gli oltre 70 miliardi di animali da allevamento che ogni anno finiscono sulle tavole di tutto il mondo. L’amministratore delegato di BEF Biosystems spiega che il modello di business aspira ad andare oltre la produzione diretta di nuove componenti per mangimi: è una strategia che punta alla creazione di una rete diffusa di Bugsfarm con il coinvolgimento delle più importanti e innovative aziende agricole italiane ed europee. “L’obiettivo è quello di creare una filiera territoriale in grado di recuperare scarti e sottoprodotti organici di un territorio coinvolgendo le industrie alimentari che hanno scarti da smaltire, gli operatori per la raccolta e la trasformazione di questi materiali, le aziende agricole che devono convertire gli scarti nelle Bugsfarm e i clienti finali che sono le aziende che producono mangimi, le imprese agricole e chimiche”. In sintesi è un modello evoluto di sharing economy.