Le capsule di caffè ideate da Nespresso nel 1986, al cospetto delle nuove “palle di caffè” della svizzera Migros, sembrano modernariato industriale. Anche il più freddo osservatore dovrebbe riconoscere che tra la piccola e graziosa confezione colorata di alluminio, che ben conosciamo, e una pallina di caffè compresso che ricorda l’argilla espansa da giardinaggio, davvero non c’è competizione. Sul piano estetico? No, su quello dell’impatto ambientale: le capsule di tutti i marchi acquistati nel mondo generano ogni anno 120mila tonnellate di rifiuti. E anche se l’industria si è messa di impegno per ridurne l’impatto – si pensi alla stessa Nespresso o Caffè Borbone – c’è sempre di mezzo un contenitore da gestire.

La prima “palla di caffè” invece è semplicemente ricoperta da uno strato protettivo brevettato da Delica. In pratica ha sviluppato una sorta di strato protettivo naturale inodore e insapore, a base di alghe, che protegge il caffè dal contatto con l’aria e quindi l’ossidazione; in questo modo l’aroma non si degrada nel tempo. Come se non bastasse le palline di caffè esauste sono compostabili in giardino: in poche settimane si decompongono e diventano humus.

“Con CoffeeB, Migros combina un’esperienza di gusto completa, praticità e nessuno spreco”, ha dichiarato Fabrice Zumbrunnen, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros. “Siamo convinti che con CoffeeB abbiamo sviluppato una tecnologia che soddisfa le esigenze dei consumatori di oggi e avrà un impatto positivo sull’ambiente. Il sistema a capsule senza capsula si adatta al 100% alla strategia di sostenibilità di Migros”.

Noi e l’ambiente

La tazzina sostenibile: come riconoscere un buon caffè

di Flavia Carlorecchio

Come funzionano le macchine

Le capsule di caffè ideate da Nespresso nel 1986, al cospetto delle nuove “palle di caffè” della svizzera Migros, sembrano modernariato industriale. Anche il più freddo osservatore dovrebbe riconoscere che tra la piccola e graziosa confezione colorata di alluminio, che ben conosciamo, e una pallina di caffè compresso che ricorda l’argilla espansa da giardinaggio, davvero non c’è competizione. Sul piano estetico? No, su quello dell’impatto ambientale: le capsule di tutti i marchi acquistati nel mondo generano ogni anno 120mila tonnellate di rifiuti. E anche se l’industria si è messa di impegno per ridurne l’impatto – si pensi alla stessa Nespresso o Caffè Borbone – c’è sempre di mezzo un contenitore da gestire.

La prima “palla di caffè” invece è semplicemente ricoperta da uno strato protettivo brevettato da Delica. In pratica ha sviluppato una sorta di strato protettivo naturale inodore e insapore, a base di alghe, che protegge il caffè dal contatto con l’aria e quindi l’ossidazione; in questo modo l’aroma non si degrada nel tempo. Come se non bastasse le palline di caffè esauste sono compostabili in giardino: in poche settimane si decompongono e diventano humus.

 

Già disponibile in Svizzera e Francia

Il nuovo sistema è in commercio da qualche settimana in Svizzera e Francia, nei supermercati Migros e le catene di elettronica di consumo Melectronics e Digitec Galaxus. Per la primavera 2023 è previsto lo sbarco in Germania, ma non si escludono altri Paesi poiché molte catene hanno dimostrato interesse. L’azienda svizzera ha pensato anche all’impatto delle macchine per il caffè, scegliendo di realizzarle per lo più in materiali riciclati e ingegnerizzate per consentirne la riparazione. Tutti i componenti come ad esempio l’unità di infusione, l’elettronica, la pompa, il sistema di riscaldamento e la valvola principale possono essere sostituiti.


La strategia della sostenibilità ha portato Migros a fare in modo che l’intero sistema e tutti i tipi di caffè godano del 100% di compensazione di CO2. Gli stessi chicchi selezionati per ogni miscela provengono da coltivazioni sostenibili e sono certificati Rainforest Alliance o Organic and Fairtrade. Tutti gli imballaggi sono riciclabili. “La semplicità di CoffeeB difficilmente consente di farsi un’idea di quanto lavoro di sviluppo interno e lavoro di squadra siano stati investiti per la tecnologia. Ci sono voluti cinque anni dalla concezione al lancio e durante quel periodo i fallimenti sono stati numerosi. Ma l’idea di sviluppare un sistema di capsule senza sprechi è sempre stata più forte del resto”, ha concluso Zumbrunnen.