La costruzione di una società sostenibile rappresenta una sfida non più procrastinabile. Nel 1972 a Stoccolma, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano, è stato posto per la prima volta l’accento sulla necessità di attuare modelli di sviluppo capaci di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere il futuro. Logiche produttive finalizzate alla ricerca del massimo profitto e basate sul selvaggio sfruttamento delle risorse naturali, però, hanno prodotto effetti deleteri, come testimoniano l’inquinamento atmosferico, l’invasione delle plastiche in mare, la perdita di biodiversità e il riscaldamento globale, che minacciano la Terra fino a spingerla verso un punto di non ritorno.

La presa di coscienza del collegamento diretto esistente tra la salvaguardia degli ecosistemi e la sopravvivenza della specie umana, per fortuna, è sempre più diffusa. Scienziati, istituzioni, movimenti giovanili e organizzazioni culturali stanno portando avanti una significativa opera di sensibilizzazione sull’importanza delle scelte compiute quotidianamente da ciascuno di noi. Una sponda concreta all’esigenza di gettare solide fondamenta per un futuro ispirato ai principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica è stata offerta dagli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu, che mira a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici e ad affermare il rispetto dei diritti umani.

La via da percorrere appare dunque tracciata, ma la strada per ottenere risultati duraturi resta ancora lunga. In questo solco si inserisce l’azione del MUSE – Museo delle Scienze di Trento che, da sempre fedele alla missione di interpretare le sfide della contemporaneità attraverso gli strumenti della ricerca scientifica, ha inaugurato uno spazio espositivo permanente di oltre 400 mq dal nome “Un piano per la sostenibilità”. La galleria, ampliata e completamente rinnovata rispetto all’originaria sezione incentrata sul nostro modo di abitare la Terra, è dedicata ai principali fattori del cambiamento globale in atto. Attraverso concetti e casi concreti, rappresentati sotto forma di exhibit esplicativi e di interviste intergenerazionali proiettate su grandi monitor, vengono esplorati gli scenari futuri – possibili, probabili e desiderabili – che attendono il nostro mondo.

L’allestimento presenta sei tavoli, ognuno focalizzato su un argomento diverso, ai quali si aggiunge una speciale area, denominata Goal Zero, nella quale vengono raccontate le storie imprenditoriali di otto aziende che operano fattivamente nel campo della sostenibilità percorrendo modelli virtuosi di produzione: un esempio pratico dei risultati raggiungibili mediante il dialogo tra pubblico e privato e di come il cambiamento possa davvero essere messo in atto.

Rispetto e salvaguardia dell’ambiente rappresentano le linee guide seguite anche in fase di progettazione e realizzazione della galleria, come dimostrano i numeri: 95% di monitor reimpiegati e non acquistati, 90% di riduzione della plastica, 80% di legno di riciclo utilizzato, materiali di disallestimento riciclati al 100% e 95% dei prodotti provenienti da fornitori locali.

Il primo tavolo è dedicato alla tematica del cambiamento climatico, con un focus sulla produzione di specifici oggetti – dagli elettrodomestici agli smartphone – simbolo di uno stile di vita progressivamente sempre più energivoro che ha portato all’accumulo in atmosfera di anidride carbonica.

Seguono i tavoli sulla biodiversità e sul mondo che cambia, dove non mancano testimonianze reali. Quale segno dell’influenza umana su scala geologica, ad esempio, è possibile osservare un Plastiglomerato, roccia originatasi dall’aggregazione di materiale plastico fuso che solidifica inglobando tutto quello che è presente nell’ambiente di formazione.

Accanto alle note dolenti, però, spiccano anche soluzioni ai problemi che stanno mettendo a repentaglio l’esistenza di alcuni ecosistemi. Nell’allestimento del Museo delle Scienze di Trento, così, viene presentato un progetto di restauro ambientale volto a ripristinare le scogliere coralline delle Maldive, a cura del Centro MaRHE dell’Università di Milano-Bicocca. Il percorso prosegue con i tavoli dedicati alla cultura della sostenibilità, con preziosi suggerimenti per modificare le nostre abitudini, e alla popolazione mondiale in continua crescita, dove un multimedia insegna a cucinare in modo meno impattante.

L’ultimo tavolo della galleria rappresenta una vera e propria sfida, ossia quella di immaginare come sarà il futuro dell’umanità sulla Terra, grazie ai tanti spunti di riflessione offerti dal nuovo spazio del MUSE. Con “Un piano per la sostenibilità” il Museo delle Scienze di Trento funge dunque da megafono per diffondere i messaggi delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di stimolare un dialogo costruttivo e contribuire a responsabilizzare tutte le generazioni, nella consapevolezza che il tempo a nostra disposizione è scaduto e occorre passare subito dai ragionamenti ai fatti.