Un diario ‘sentimentale’ di un lungo viaggio in Giappone. Una guida per conoscere da vicino il suo popolo e le sue tradizioni. “Un anno a Tokyo” (edizioni Scritturapura) parte dall’esperienza di un manager italiano, Marzio Broda, arrivato in questa città il 7 gennaio 2019. E permette di ‘scoprire’ non solo Tokyo ma soprattutto i giapponesi.

Un turista ‘insolito’

L’avventura di questo ‘turista insolito’ inizia negli uffici del quartier generale di una grande multinazionale. Si trova stretto fra colleghi, perché le scrivanie sono molto vicine. E rimane affascinato dal fatto che tutti dispongono di un identico spazio, solo il capo ha un ufficio personale.

“Il Giappone si distingue per cultura, costumi, gastronomia, regole comportamentali.  Al primo impatto ero rimasto bloccato da tutta quella diversità, mi era venuta voglia di prendere il primo aereo e scappare, altro che starci un anno”, spiega. Ma  resiste: Mi sono reso conto che il problema stava dentro di me:  non appena mi sono aperto, mi sono reso disponibile a relazionarmi nel loro campo, i giapponesi mi hanno accolto.  Volendo generalizzare, ho capito che quando sei disponibile ad aprirti e a conoscerlo, il diverso non è mica brutto, anzi ti può addirittura piacere. E Tokyo è bellissima”.

L’open space e i colleghi

Dall’open space dell’azienda comincia il percorso che lo porta a scoprire questo paese. Broda descrive in modo ironico i colleghi di lavoro giapponesi che non sono chiusi come credeva. E così arriva rapidamente un invito a cena. In seguito scopre una città che risulta più interessante di quanto pensato in un primo momento. Tokyo è piena di luci e di vita notturna, che il libro descrive nei dettagli. Ha un sistema di trasporti molto avanzato e puntuale che permette di viaggiare da un quartiere all’altro rapidamente.

I terremoti

Ma la città ha anche un difficile passato, perché è stata distrutta due volte e ne porta i segni. E spesso si deve convivere con terremoti e condizioni climatiche estreme. Come il tifone Faxai, il più violento che ha colpito la città negli ultimi 15 anni.

Il cibo

E poi c’è il cibo. Perché non ci sono solo sushi e sashimi e gli spaghetti, i ramen, ma moltissimi atri piatti ed estremamente buoni. Ed è facile fare colazione in albergo con le alghe, rinunciando ai cornetti.

L’autore è rimasto in Asia fino ai primi due mesi del 2020. Poi è arrivata la pandemia ed è tornato in Italia. Ma conserva i ricordi che ha raccolto in questo testo scritto con estrema ironia.

I fiori di plastica

Tokyo aspetta la fioritura dei ciliegi e lo fa in modo curioso.  Ovunque nei negozi, nei ristoranti, nelle gallerie dei centri commerciali, vengono esposte riproduzioni in plastica di ramoscelli fioriti. I ciliegi sono in fiore: si festeggia l’Hanami, l’evento più importante della primavera.