Le cento finestre affacciate sul bacino di San Marco sono di nuovo tutte aperte. Dopo una meticolosa ristrutturazione durata nel complesso dieci anni, con lavori realizzati in più fasi, che hanno interessato sia le aree comuni che le camere e suite, lo storico Londra Palace Venezia è tornato al suo splendore. Unico Relais & Châteaux della Laguna, è uno degli alberghi più antichi d’Italia: oggi si presenta con una nuova veste, che omaggia la sua affascinante storia, che s’intreccia con la storia stessa della città. Ora nel 2023 l’hotel raggiunge un importante traguardo: compie 170 anni, con il suo charme d’altri tempi ha attraversato epoche, mode e guerre.

“Dobbiamo tornare al 1853 – racconta Alain Bullo, direttore generale – per scoprire le origini dell’hotel, che nella sua vita è stato la seconda casa di artisti, compositori e personaggi illustri”.

Quell’anno l’Hotel d’Angleterre et Pension apriva le sue porte sull’elegante passeggiata sulle rive della Laguna. Nel 1965 veniva inaugurato accanto anche l’Hotel Beau Rivage, progettato in stile neo–lombardesco dall’ingegnere veneziano Giovanni Fuin: a separarli, solamente un sottile passaggio. Nel 1900 le due residenze si univano, dando vita a “l’hotel dalle cento finestre”, battezzato Hotel Londra e Beau Rivage.

Tra i suoi ospiti più famosi c’è stato il compositore russo Tchaikovsky, che nel dicembre 1877 ha composto nella stanza 106 i primi tre movimenti della Sinfonia N.4, originariamente intitolata “Do Leoni”, come riporta la targa commemorativa affissa dal Comune di Venezia sulla facciata dell’hotel, “indubbiamente la migliore che io abbia mai scritto”, la descriveva Tchaikovsky stesso in una lettera al fratello Modest. Ma la lista è lunga, e va “dal poeta argentino Jorge Luis Borges –racconta il direttore – al russo Iosif Brodski, Premio Nobel per la letteratura; Gabriele D’Annunzio ha soggiornato qui nell’autunno del 1887, intervenendo all’inaugurazione del monumento eretto a Vittorio Emanuele II, davanti al palazzo”. Nel 1884 lo scrittore francese Jules Verne era ospite all’Hotel d’Angleterre, mentre preparava un nuovo testo scientifico: viaggiava in incognito, ma la sua presenza non era rimasta a lungo segreta, anzi, la città l’aveva celebrato con i fuochi d’artificio, mentre l’hotel gli rendeva omaggio illuminando la facciata con il suo nome scritto sulla terrazza, con le lanterne. Un passato ricco di aneddoti, di cui sono testimonianza anche i nuovi alloggi, che rendono omaggio a due tra le molte illustri menti che hanno soggiornato tra queste stanze, la Suite Borges, arredata anche grazie ai consigli della signora Kodama, e la Suite Verne, che ricorda i viaggi dei racconti dello scrittore tra memorabilia, foto d’epoca e testimonianze.

In questo luogo di cultura e fascino, sono nate opere d’arte, sono state composte sonate e poesie, sono passati reali e celebrità. Dopo il restyling, oggi il Londra Palace Venezia si presenta con una cornice completamente rinnovata e moderna. “Perfettamente in tempo con il risveglio del turismo a Venezia, che negli ultimi mesi ha superato i livelli registrati pre-Covid”, spiega Alain Bullo. “Abbiamo iniziato a lavorare alla ristrutturazione dieci anni fa rifacendo sei-otto camere ogni anno: il restauro è stato pensato in un sodalizio tra passato e presente, dai lampadari di Fortuny ai vetri di Murano, i marmi pregiati con le sete, i velluti e i broccati che richiamano i tipici arredi delle dimore venete, realizzati dai maestri vetrai e artigiani locali”.

Il palazzo stesso non è un edificio qualunque, è sempre stato al centro della scena, con la sua posizione centrale sulla Riva degli Schiavoni (Castello 4171) a pochi passi da Piazza San Marco, dal Ponte dei Sospiri e dagli altri luoghi simbolo della Serenissima. Da qui si parte alla scoperta della Venezia nascosta, con le varie esperienze che il concierge suggerisce, dalla visita al laboratorio di un artigiano locale all’interessante itinerario alla scoperta delle stanze segrete di Palazzo Ducale (a due passi dall’hotel), girando tra gli antichi uffici, i corridoi nascosti e le prigioni da cui un tempo è fuggito Casanova.

Per rifocillarsi dopo le escursioni niente di meglio che un cocktail all’LPV Bar, dove l’Head Bartender Marino Lucchetti, da 18 anni in hotel, reinterpreta in chiave personale alcune tra le più famose miscele, come l’Americano 4.1, con quattro tipi di vermouth e quattro tipi di bitter. Si prosegue a cena al LPV Ristorante con le ricette veneziane del nuovo Executive Chef Daniele Galliazzo, che propone la sua visione della tradizione, con un forte legame con il territorio locale. Se il tempo lo permette, vale la pena accomodarsi nel dehors esterno, con la vista esclusiva sul passaggio della Riva degli Schiavoni.

Per ammirare la vista migliore però c’è un posto ancora più privilegiato: l’altana sul tetto, la più alta della città, la tipica terrazza veneziana sospesa tra cielo e terra, in cui gustare un aperitivo, una cena privata o un picnic, davanti a un tramonto da cartolina. Il resto lo fa la vista: strepitosa, con il panorama che va dal Bacino di San Marco all’isola di san Giorgio e tutta la Laguna.