Rivedere i consumi domestici, elettrificare, sperimentare l’efficientamento del parco edilizio e ripensare l’intero settore civile. Sono le chiavi, insieme ovviamente allo sviluppo costante delle rinnovabili, per far fronte nell’immediato futuro alla crisi energetica e alla dipendenza dal gas, come quello russo. Ad affermarlo è un nuovo studio condotto da Elmens per Legambiente e Kyoto Club. Un’analisi sulla decarbonizzazione che rivela come per per dipendere meno dal gas russo (che in Italia pesa per il 40%) la prima voce da eliminare sono i consumi energetici nell’edilizia. 

Secondo quanto proposto dalla ricerca, al 2025 si possono infatti “ridurre i consumi di gas di circa 5,4 miliardi di metri cubi per arrivare al 2030 a ben 12 miliardi di metri cubi. Ma serve una politica per passare dal gas alle rinnovabili in edilizia, in modo da ridurre le bollette delle famiglie e creare lavoro in Italia” spiegano le associazioni ambientaliste. Un sistema che permetterebbe di “ridurre le emissioni climalteranti”, alleggerire le uscite dei contribuenti in termini di bollette e al contempo migliorare la qualità dell’aria.

 

Percorrendo allo stesso tempo l’efficientamento del parco edilizio riqualificandone il 3% ogni anno e l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico, i benefici sarebbero netti, sostengono le associazioni.

La rotta da seguire è la “nuova strategia europea Renovation Wave” che permetterà di portare l’efficientamento da una performance media di consumo di energia finale termica di 136 kWh/m2 l’anno a circa 50. Inoltre, elettrificando i consumi per il riscaldamento domestico per esempio puntando sulle pompe di calore, “i consumi di gas si potrebbero ridurre nel giro di tre anni arrivando ad avere un risparmio di emissioni di gas climalteranti pari a 22 milioni di tonnellate di CO2 oltre che a un risparmio in bollette per le famiglie“.

Altri vantaggi nel percorre questa strada potrebbero essere poi la riduzione degli incidenti domestici legati al consumo di gas, si legge nello studio Dal gas alle rinnovabili. Scenari e benefici economici dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici, analisi che fa il punto su come in Italia i consumi civili valgono 32 miliardi di metri cubi ogni anno, il 43% di quelli nazionali e “contribuiscono in maniera significativa a inquinare le città e a riscaldare il Pianeta”. 

 

Nel nostro Paese, oggi, si contano circa 17,5 milioni di abitazione che usano ancora caldaie a gas per il riscaldamento e andrebbero sostituite e rese più efficaci e meno inquinanti.

 

Le 10 proposte di Legambiente, Wwf e Greenpeace per l’indipendenza energetica

Per Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, “l’attuale crisi energetica ha messo in evidenza la fragilità di un sistema energetico largamente basato sulle importazioni di fonti fossili e in particolare di gas. In tutto ciò in Italia continuiamo a incentivare il gas, unico Paese al mondo che regala caldaie a metano spendendo miliardi di euro ogni anno, una follia che stiamo pagando a caro prezzo. Tutti i Paesi europei e le città stanno cambiando rotta, anche l’Italia ha tutto l’interesse a scegliere questa strada eliminando da subito il rimborso del 110% delle spese per le caldaie a gas, perché l’obiettivo è liberarsi dalle fossili e sostituire questi impianti con pompe di calore“.

Clementina Taliento di Kyoto Club aggiunge poi che “dall’utilizzo dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e raffrescamento deriva il 12% delle emissioni totali di CO2 equivalenti in Ue. È urgente agire per una decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento. Abbiamo le tecnologie per sostituire le caldaie a gas con pompe di calore e rinnovabili: ci sono tutti i presupposti per fissare al 2025 la data di stop di installazione di sistemi di riscaldamento fossili”. 

Per riuscirci, ricordano entrambi la necessità di fermare sussidi ambientalmente dannosi, riformare l’ecobonus, prevedere nell’arco di tre anni la progressiva eliminazione delle agevolazioni IVA e accise su gas e infine incentivare la progressiva decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici con l’eliminazione degli incentivi per l’installazione delle caldaie a gas.