A guardare la danza di alcuni delfini intorno ad alcuni coralli ripresa in un video si capisce subito come quei coralli abbiano qualcosa di particolare. In realtà è una danza con struscio: i delfini infatti si strofinano addosso ai coralli. Probabilmente perché questo fa bene alla loro pelle, così bene che a detta dei ricercatori che hanno osservato il comportamento si tratterebbe di un esempio di automedicazione, come spiegano sulle pagine di iScience. Perché quei coralli, e non solo coralli, rilasciano sostanze metabolicamente attive, che potrebbero favorire la salute degli animali in diversi modi.

Tutto nasce dall’osservazione del curioso comportamento di alcuni delfini Tursiops aduncus nel Mar Rosso, visti appunto ripetutamente strofinarsi addosso ad alcuni coralli e spugne del reef, come Rumphella aggregata, Sarcophyton e Ircinia. Interessati a capire se questa preferenza fosse legata a qualcosa di particolare di questi coralli e spugne, i ricercatori hanno effettuato dei campionamenti in mare e poi analizzato quanto pescato dal reef. Ed è così che hanno trovato diversi metaboliti attivi, 17 per la precisione. Si tratta, spiegano gli esperti, di molecole con attività antibatterica, antiossidante, altre ancora con attività ormonale e genotossica (tossica per il materiale genetico). Al punto che, secondo gli autori, questa attività potrebbe avere dei benefici per gli animali. Queste sostanze infatti potrebbero agire come una protezione per la salute della pelle, magari aiutando a combattere le infezioni e contribuendo all’equilibrio ormonale e all’omeostasi della pelle, si legge nello studio.

Questo collegamento, tra il comportamento animale dei delfini e la presenza di sostanze metabolicamente attive nei campioni di invertebrati analizzati, potrebbe indicare appunto un’attività di automedicazione praticata da questi mammiferi.

(foto: Angela Ziltener)
(foto: Angela Ziltener) 

Approfondire gli studi delle interazioni che si realizzano nei reef tra vertebrati e invertebrati aiuterà a comprenderlo meglio, concludono gli autori. Purché si faccia tutto il possibile per mantenere questi ecosistemi, come sta contribuendo a fare per esempio una delle autrici, Angela Ziltener della University of Zurich, con la sua Dolphin Watch Alliance.