Rischia di “sparire” il viale dei cipressi di Bolgheri, monumento nazionale e patrimonio dell’umanità dal 1995. Una delle immagini simbolo della Toscana. La colpa è di una muffa. Il “cancro del cipresso” (seiridium cardinale), un fungo che penetra nelle piante e attacca sia il fusto che le chiome, è stato già sconfitto una volta dai biologi genetisti del Cnr di Firenze, ma ora la muffa si sta diffondendo nel sottobosco.

Il problema è che la siepe accanto al doppio filare (sono 2.400 alberi) celebrato da Giosuè Carducci nella poesia Davanti San Guido, è proliferata in modo abnorme. Da tempo, non viene potata e adesso, per conservare il viale di quasi 5 chilometri alberati, che vanno dall’Oratorio di San Guido, davanti alla vecchia Aurelia, fino al castello di Bolgheri serve un investimento per bonificarla. Il Comune di Castagneto Carducci però non ha risorse sufficienti e si cerca uno sponsor. Nel frattempo, i cipressi di Carducci sono finiti in una querelle burocratica: la frammentazione delle competenze.

Operazione cloni

Non è la prima volta comunque che i cipressi sono colpiti dal seiridium cardinale. Nel 2008 venne organizzata un’operazione di salvataggio dall’infezione che aveva minato circa 200 alberi: alcuni furono curati con il taglio della chioma, altri con la radicale sostituzione.

 

Un centinaio di cipressi malati invece sono stati sostituti da cloni della stessa specie creati in laboratorio dall’Istituto per la patologia degli alberi forestali del Cnr di Firenze. Un progetto condotto in collaborazione con la Sovrintendenza per le Belle Arti di Pisa e costato circa 200 mila euro. I cloni sono stati piantati al posto dei cipressi secolari malati. Adesso, il pericolo viene dal sottobosco.

Dopo gli alberi, intaccata la siepe

Lungo la strada, accanto ai cipressi, è cresciuta una folta siepe, sotto la quale data la mancanza di manutenzione, si è creata di nuovo la muffa che sta mettendo a rischio anche la salute dei cloni. Ma chi se ne deve occupare? Il viale è una strada provinciale la cui competenza spetta alla provincia di Livorno. Ma è una competenza limitata alla carreggiata, mentre la proprietà dei cipressi è privata (in massima parte della Società agricola Citai, ovvero della Tenuta San Guido, produttrice del famoso Sassicaia). Chi deve finanziare quindi gli interventi di manutenzione e cura? E qui sta il problema.

Il rimpallo delle competenze

Un consigliere provinciale ha proposto di trovare uno sponsor. Il Consorzio Doc Bolgheri e Sassicaia, che hanno sia la sede che i vigneti proprio accanto al viale si dicono “disponibili”, ma a frenare gli entusiasmi c’è la presidente della Provincia di Livorno, Marida Bessi. “I cipressi e il sottobosco appartengono a privati – ricorda – quindi la loro manutenzione non è di nostra competenza, ma riguarda sia privati che l’Unione di Comuni montana Colline Metallifere, ente a cui la Regione ha affidato il sottobosco”. Insomma, un paradosso: la Provincia è regolamentata da disciplinari rilasciati dall’Azienda regionale per la protezione ambientale della Toscana, ma gli stessi le impediscono di intervenire sui cipressi e sul sottobosco che sono al di fuori della banchina stradale.

 

La sindaca del Comune di Castagneto Carducci Sandra Scarpellini conferma: “I cipressi sono di proprietà privata. Con la Provincia e l’Università di Pisa abbiamo ipotizzato di partecipare a un bando Pnrr per i contributi destinati a parchi e giardini, ma non è stato individuato come fattibile dalla proprietà dei cipressi. È stata però colta l’occasione per chiedere l’intervento dell’Università per un percorso duraturo di tutela per i cipressi”. La frammentazione delle competenze va superata con un protocollo che deve vedere la regia della Regione Toscana.

 

Il viale fu realizzato nel XIX secolo e abbellito con gli alberi per volere del Conte Guido Alberto. Non sono alberi normali, si tratta di “piante monumentali” tutelate dalla legge. È il cuore antico della Toscana, che ora si rischia di perdere. Per una questione burocratica. E di una muffa.