Gli incentivi per l’auto elettrica, una boccata d’ossigeno per il mercato dell’auto green, ha riaperto di fatto il mercato: i 650 milioni di euro destinati all’acquisto di veicoli green per il 2022, 2023 e 2024, stanziati dal governo, sono un primo passo importante per sostenere il settore. Ma per l’effettiva entrata in vigore del decreto potrebbero volerci ancora alcune settimane, diventando pienamente operativo a maggio: con un ritardo del genere si rischia ormai di non apportare alcun risultato effettivo sulle vendite per l’anno in corso. In ogni caso con i prezzi del gas che stanno raggiungendo nuovi massimi storici e molti pendolari che tornano negli uffici, la domanda di veicoli elettrici sta aumentando ovunque. Anche se il settore delle auto a batteria è ancora misterioso per molti automobilisti.

Non è un caso che Wired abbia intervistato Qichao Hu, uno dei più profondi conoscitori del settore (ha studiato le batterie da quando il Dipartimento dell’Energia dell’amministrazione Obama ha iniziato a investire pesantemente nell’energia pulita, è un consulente di Harvard e del Mit e fondatore e Ceo di Ses, una società di ricerca sulle batterie con sede nel Massachusetts e fornitore dell’industria dei veicoli elettrici). O che il Gruppo Jaguar Land Rover abbia addirittura realizzato una guida per combattere le fake news del mondo delle auto elettriche.

Si è creata insomma una specie di task force per fare informazione sul tema. E dalle nostre Motus-E, o EnelX supportate dalle strategie del ministero Transizione Ecologica e del Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’energia e i clima). Una specie di crociata a supporto delle auto elettriche, spinte fortemente anche dal  Piano green Cop26 e soprattutto dal poderoso American Jobs Plan che con il supporto dell’Iea (International Energy Agency) hanno lanciato un messaggio chiarissimo: bisogna puntare sulle auto elettriche. Va bene, ma come? E, soprattutto, come cercare risposta alle tante domande ancora insolute?

Il funzionamento degli incentivi

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il 6 aprile scorso un decreto ministeriale (dpcm) che ridisegna e finanzia in maniera strutturale l‘incentivo per l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni.

Il provvedimento destina 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024. In particolare, la misura stabilisce:

  • Per l’acquisto di nuovi veicoli elettrici, con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro rottamando un’auto omologata in una classe inferiore a Euro 5.

     
  • Per l’acquisto di una ibrida-plug in con un prezzo fino a 45mila euro + Iva, invece, il provvedimento prevede un contributo di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro sempre con rottamazione.

     
  • Per l’acquisto di nuovi veicoli diesel o benzina a basse emissioni, con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro solo con la rottamazione.

Gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in e a motore endotermico sono concessi soltanto alle persone fisiche, ma una percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.

In favore di piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi sono inoltre previsti contributi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi, ad alimentazione esclusivamente elettrica. L’incentivo viene concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 4.

 

  • Il contributo è di 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate, di 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate, di 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate.

     
  • Per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate è riconosciuto un contributo di 14.000 euro.

Sono stati previsti incentivi anche per l’acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi: un contributo del 30% del prezzo di acquisto fino al massimo di 3 mila euro e del 40% fino a 4000 mila euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a 3.

Per i ciclomotori e motocicli termici è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d’acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione.

Incentivi per sempre

Di una cosa si può stare certi: l’auto elettrica avrà incentivi per lungo tempo. La strategia della Ue, degli Usa e dei governi di mezzo mondo va tutta in questa direzione. È stato lo stesso Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito, ad aprire la conferenza sul clima di Glasgow Cop26 a novembre dicendo: “Se rendiamo la tecnologia pulita la scelta più conveniente, accessibile e attraente, possiamo ridurre le emissioni in tutto il mondo”. Da quell’appuntamento è emersa la politica di sostenere in tutti i modi le auto elettriche. Macchine che oggi sono già più economiche da gestire rispetto a quelle che bruciano combustibili fossili e sono vicine al punto di svolta quando a breve diventeranno anche più economiche da acquistare.

Energia e smaltimento

Auto elettrica, che fine fanno le batterie esauste

di Andrea Tarquini

Già adesso (fonte Car Cost Index 2021 di LeasePlan) le auto elettriche nel segmento premium di medie dimensioni sono competitive in termini di costo rispetto ai veicoli con motore a combustione interna in 17 Paesi d’Europa ma, grazie alla “spinta” degli aiuti governativi, dalla “competizione” si potrebbe passare – a breve – alla “convenienza”. A essere precisi alla Cop26 non si è parlato di come realizzare tecnicamente gli incentivi per l’auto, ma dopo gli annunci sulle strategie più generali sono stati dichiarati investimenti record per spingere il “green”.

I diversi tipi di ricarica

Il tempo necessario per fare un pieno per l’auto elettrica dipende da numerosi fattori: dalla potenza con cui si carica (potenza in kW della presa disponibile nelle stazioni di ricarica), dalla potenza massima accettata dal caricabatteria interno al veicolo, dal tipo di cavo utilizzato oltre ovviamente che dalla capacità del sistema di accumulo di bordo e dallo stato di carica. Al netto di queste variabili, ecco un’indicazione di massima (calcolo effettuato considerando una vettura con batteria da 40kWh (da 0% a 100%) dei tempi di ricarica, considerando come unico vincolo la sola tecnologia di ricarica suddivisa nelle tipologie disponibili oggi sul mercato:

  • Stazioni di ricarica per il mercato residenziale (tipicamente con potenza da 3,7kW a 7.4kW): ricarica da 5 a 12 ore
  • Stazioni di ricarica per segmento business (tipicamente con potenza maggiore di 7.4kW, tipicamente 22kW): ricarica in 2 ore
  • Stazioni Quick con potenza fino a 22kW: ricarica in 2 ore
  • Stazioni Fast (installate su strade statali e autostradali) con potenza fino a 50kW: ricarica in meno di un’ora
  • Stazioni Ultra Fast con potenza fino a 350kW: ricarica in meno di 25 minuti

In ogni caso, le ricariche veloci ora entrano anche nel mondo delle ibride ricaricabili. Nuova Range Rover, per esempio, è  uno dei pochi PHEV a offrire una capacità di ricarica rapida da 50 kW CC e può caricare la batteria fino all’80% in meno di un’ora. Questo ne fa uno dei plug-in più veloci al mondo per la ricarica.

Dove ricaricare un’auto elettrica

Il tema cruciale per la diffusione delle auto elettriche è legato alla diffusione delle colonnine di ricarica. Ma quello che conta non è il numero delle stazioni di ricarica ma il rapporto auto/colonnine. E visto che nel nostro Paese abbiamo 25 mila punti di ricarica e 244 mila elettriche e ibride Plug-in circolanti, siamo al vertice della classifica dei Paesi Europei per la possibilità di ricarica. In pratica, un italiano che compra un’auto elettrica ha servizi migliori di un francese, un tedesco o uno svedese. E questo rende possibile – in Italia – anche l’uso delle ibride plug-in sempre in modalità elettrica, perché nel frattempo cresce costantemente l’autonomia in full electric. Poi dipende dalla dislocazione deu punti di ricarica. Se si trova sotto casa, sia pure in una zona poco servita, non sussiste alcun problema.

In quanto all’efficienza, secondo il Pniec  (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) nel 2030 circoleranno in Italia 4 milioni di veicoli a batteria (BEV) e 2 milioni di veicoli ibridi plug-in (Phev, che consumano anche benzina). Bene, secondo i calcoli di Terna ci sarà un fabbisogno elettrico aggiuntivo di circa 10 TWh all’anno. Rispetto al fabbisogno nazionale 2019 di 320 TWh, periodo antecedente al blocco della circolazione dovuta al Covid, è poco più del 3%.

 

Non solo: se  anche oggi tutte le auto in circolazione in Italia fossero solo elettriche (uno scenario che si verificherà in ogni caso non prima del 2050) il consumo aggiuntivo rappresenterà, a regime, circa il 24% del consumo attuale. Quindi, con un aumento dei consumi inferiore all’1% all’anno, ampiamente controllabile dalle variazioni attualmente gestite dalla rete elettrica. Ed è un calcolo per difetto perché non abbiamo qui considerato i consumi elettrici delle raffinerie (che bruciano molta corrente elettrica, circa 3kwh per ogni litro di benzina prodotto) e di tutta l’industria di distribuzione e gestione dei carburanti tradizionali: il “computo elettrico totale” potrebbe addirittura restare invariato.

Come allungare la vita delle batterie

Il tema di allungare la vita delle batterie è cruciale per gli utenti di un’auto elettrica. Da questo punto di vista possiamo dire che senza caricare mai completamente la batteria, quest’ultima, rimarrà efficiente più a lungo. Non è un caso che i costruttori consiglino la carica al 100% solo se intende fare un lungo viaggio e che tutte le auto elettriche abbiano sistemi che bloccano la ricarica della macchina quando si raggiunge l’80% del totale. Non solo: mantenendo lo stato di carica della batteria a un valore intermedio, i proprietari delle auto elettriche possono offrire alla rete elettrica – tramite Mobility Service Provider, aggregatori o servizi simili – la propria stessa energia, tramite ricarica intelligente (V1G) e Vehicle-to-grid (V2G). E questo riduce ulteriormente i costi di ricarica, sia in termini economici che di impatto ambientale.

Come allungare l’autonomia, il decalogo

Dopo pochi km e dopo poche settimane di uso di un’auto elettrica i clienti capiscono subito che l’autonomia varia in modo incredibile a seconda dallo stile di guida. Un’auto elettrica infatti va guidata in modo molto particolare. Ecco quindi un decalogo per allungare la sua autonoma

1. Piano in autostrada

Andare a 110 Km all’ora invece che a 130 consente di risparmiare fino al 30% di autonomia. Rispettare il Codice della strada anziché violare i limiti di velocità può far risparmiare oltre il 50%.

2. Dolcezza con l’accelerazione

Accelerare con grande dolcezza e non superare mai un terzo della potenza erogata (tutte le auto hanno visualizzazioni della potenza erogata). Le macchine elettriche hanno il massimo della coppia a zero giri, quindi si può sfruttare la cosa senza dover mai schiacciare a fondo il pedale del gas

3. Occhio ai fari

Accendere i fari fa consumare più benzina, ricordarsi sempre di spegnerli appena cessa l’obbligo. Così si risparmia un altro 2% circa

4. Finestrini chiusi

L’incidenza sui consumi di un finestrino aperto è grande. Il risparmio di carburante dipende però dalla velocità a cui si viaggia: in città è nullo, in autostrada può superare il 10%.

5. Pressione delle gomme corretta

Le gomme devono essere sempre gonfiate alla pressione corretta. Si calcola che per ogni 0,2 bar di differenza rispetto alla giusta pressione i consumi aumentino del 2%.

6. Recupero di energia

In rilascio, cioè alzando il piede dall’acceleratorie, le auto elettriche recuperano energia e ricaricano la batteria. Evitare quindi brusche frenate a favorire le lunghe decelerazioni favorisce la ricarica

7. Uso del climatizzatore

Quando fa freddo l’elettricità della batteria viene utilizzata anche per riscaldare l’abitacolo e questo si traduce in un aumento dei consumi di energia, a cui corrisponde un’ulteriore riduzione dell’autonomia. Va ricordato però che si può comunque attivare la funzione di pre-riscaldamento, con l’app, prima di salire in macchina, senza riduzioni di autonomia se l’auto è collegata alla rete. E non dimentichiamo poi che le macchine elettriche di ultimissima generazione hanno ridotto significativamente l’energia necessaria per riscaldare la batteria in un ampio intervallo di temperature. E presto questa funzionalità sarà disponibile per tutte le auto sotto forma di aggiornamento software.

8. Porta sci e portapacchi

Il portasci o le barre portatutto sul tetto pesano sui consumi fino al 10% in più (rovinano l’aerodinamica). Ma solo se si viaggia fuori città.

9 Occhio al peso

Il peso è un nemico mortale del risparmio: ogni 30 Kg in più comporta un aumento dei consumi dell’1,5%.

10. Attenzione alle modalità di guida

Tutte le auto elettriche hanno modalità di guida che riducono le prestazioni, aumentano il recupero di energia e allungano l’autonomia. È bene quindi iniziare a usare il più possibile queste modalità di guida, abituandosi ad avere prestazioni più modeste e un comfort più limitato (spesso si riduce anche l’efficienza del climatizzatore).