“Hanno arrestato una donna che proteggeva la sua terra”. È con il video dell’arresto di un’anziana Mi’kmaq, popolazione di indigeni autoctoni del Canada, che l’artista Elliot Page ha portato la causa del comitato Proteggi la zona umida di Eisner Cove, minacciata dalla costruzione di un complesso di abitazioni, agli occhi dei suoi oltre sei milioni di follower su Instagram. Page ha manifestato accanto al comitato per impedire l’abbattimento dei primi alberi. Una protesta che ha portato all’arresto di tre persone.

Nel 2021 la terra che include e circonda questa zona umida è stata venduta dal consiglio regionale di Halifax a una società privata, che oggi progetta la costruzione di 700 alloggi. La sola approvazione del progetto, che non ha incluso l’opinione dei residente, ha portato alla bonifica di una notevole quantità di terreno boschivo, fino al limite della zona umida. Il timore della no-profit è che i costruttori possano spingersi oltre e hanno più volte invitato le istituzioni a individuare un altro sito per la costruzione.

Elliot Page con i nativi canadesi: “Questa donna è stata arrestata per aver difeso la sua terra”

“Eisner Cove – si legge sul sito del gruppo ambientalista – è una delle ultime grandi aree umide incontaminate della zona. Ospita molte specie di piante, animali e uccelli. Gli sviluppi proposti per la zona la distruggeranno”. La sua distruzione comporterà un doppio danno: da un lato “‘area umida rilascerà nell’aria le enormi quantità di carbonio immagazzinato sotto forma di gas serra”, dall’altro “si ridurrà la nostra capacità futura di catturare CO2“.