Nel 2020 la quasi totalità del salmone norvegese da allevamento non è stato trattato con antibiotici. Per il Paese nordico era fondamentale rendere più sostenibile una delle sue industrie più importanti: oggi il l’ultimo rapporto Norm-Vet 2020 – un rapporto annuale che presenta dati sulla resistenza e sull’uso degli antibiotici nell’allevamento e nella produzione alimentare norvegesi – riferisce che l’industria dell’acquacoltura norvegese ha ridotto al minimo l’uso di antibiotici nell’allevamento del salmone.

Nel 2020, secondo il rapporto, si è registrato il numero più basso di sempre – 48 in totale – di prescrizioni di trattamenti antibiotici veterinari per gli allevamenti di acquacoltura norvegesi. Questo significa che il 99% del salmone norvegese d’allevamento è stato prodotto senza alcun trattamento antibiotico. nel darne notizia il Norwegian Seafood council sottolinea che si tratta di “un traguardo importante che, unito ai rigorosi controlli che la Norvegia mette da sempre in atto, fornisce ai consumatori una garanzia totale che il salmone norvegese è completamente privo di antibiotici”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della Settimana di Sensibilizzazione sugli Antimicrobici lo scorso novembre, ha messo in evidenza la minaccia globale alla salute e allo sviluppo causata dall’uso eccessivo di antimicrobici come gli antibiotici, identificando la resistenza agli antimicrobici come una delle prime dieci minacce alla salute pubblica che l’umanità deve affrontare.

 

“Proprio per questo anche l’industria alimentare ha l’importante responsabilità di affrontare questo problema, anche velocemente”, ha affermato Gunvar Lenhard Wie, Direttore Italia del Norwegian Seafood Council. “L’industria norvegese dell’allevamento del salmone è stata la vera pioniera in questo campo: dalla metà degli anni Novanta abbiamo praticamente eliminato la necessità di antibiotici attraverso l’uso efficace dei vaccini e concentrandoci sul benessere dei pesci”.

Nel 2020 nei fiordi lungo la costa norvegese sono state allevati 1,4 milioni di tonnellate di salmone. Norwegian Seafood Council afferma poi che “nonostante le continue prove fornite dall’industria norvegese che l’uso di antibiotici nel salmone d’allevamento è trascurabile, ed è così da quasi vent’anni, esistono ancora molti falsi miti su questo argomento”.

Il cannone che spara i salmoni: per i pesci una scorciatoia a fin di bene

“La Norvegia, molto prima delle scadenze dettate dagli Enti istituzionali preposti a livello internazionale ed europeo, ha praticamente azzerato l’utilizzo di antibiotici. – afferma Valentina Tepedino, medico veterinario, referente del gruppo di lavoro sui prodotti ittici della Società di Medicina Veterinaria Preventiva – Merito di un attento piano di vaccinazioni. Tant’è che oggi il ricorso agli antibiotici è sotto l’1%, molto minore rispetto alla media europea e il rapporto dell’Agenzia Europea dei Medicinali già nel 2016 ha individuato nella Norvegia un esempio di lotta efficacie all’antibiotico resistenza”.

“A mio parere – continua Tepedino – l’acquacoltura norvegese è sicuramente all’avanguardia rispetto al resto del mondo, perché è soggetta a numerose Autorità preposte al controllo degli aspetti ambientali, del benessere del pesce e della tutela del consumatore e, oltre a produrre ogni anno salmoni sempre più sostenibili, produce anche centinaia di ricerche e analisi utili a migliorare e continuare a innovare questo settore e a comunicarlo meglio.”