Bucce di mela e oli essenziali ricavati da semi di pompelmo. Sono questi i due ingredienti alla base della pellicola per alimenti studiata per mantenere frutta e verdura fresche più a lungo. Un film protettivo trasparente, inodore e antimuffa, da applicare direttamente sul prodotto, commestibile e completamente biodegradabile. Un’invenzione tutta campana, nata tra il Centro Ricerche Enea di Portici, a pochi chilometri da Napoli, e i laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Salerno. Cinque i ricercatori, tutti chimici e ingegneri chimici che, coordinati dalla professoressa Giuliana Gorrasi, hanno partecipato al progetto.

Un lavoro frutto di collaborazioni pregresse e di ricerche congiunte che vanno avanti da decenni. “Nei nostri studi ci siamo sempre occupati di materiali per diverse applicazioni, anche per l’imballaggio alimentare”, spiega Loredana Tammaro, una delle ricercatrici dell’Enea che ha preso parte al progetto. Questa volta, però, Gianluca Viscusi, Elena Lamberti, Francesca D’Amico, che insieme alla dottoressa Tammaro hanno lavorato alla ricerca, hanno voluto dare un’impronta green alla loro creazione. “Volevamo che la pellicola non fosse performante soltanto dal punto di vista delle prestazioni, ma rispettasse dei canoni di sostenibilità”, sottolinea la ricercatrice.

Da qui l’idea di utilizzare sostanze di scarto, completamente naturali e facilmente reperibili. “Il gruppo di Salerno già da molti anni studia imballaggi a base di pectina, una sostanza gelatinosa che si ricava dalla buccia delle mele, un materiale completamente biodegradabile e già usato in campo alimentare”, spiega Tammaro. La pectina, però, è ricca di carbonio e idrogeno, elementi di cui i batteri vanno ghiotti e che ne renderebbero impossibile l’utilizzo a contatto con la frutta. In soccorso arriva dunque l’azione antimicrobica dell’olio essenziale estratto dai semi del pompelmo.

Ma i ricercatori volevano andare al di là di un semplice rivestimento protettivo. “Il nostro obiettivo – continua Tammaro – è rendere gli imballaggi ‘attivi’, cioè dar loro una funzionalità: aumentare la shelf life“, il tempo di vita dei prodotti sugli scaffali del supermercato per evitare che finiscano, invenduti, in discarica.

Per questo hanno cercato di sfruttare al massimo le caratteristiche dell’olio essenziale dei semi di pompelmo. Invece di inserirlo libero nella pectina, come se fosse un miscuglio, l’olio essenziale è stato incapsulato in nanotubi di halloysite – dei minerali naturali che appaiono come minuscoli tubicini cavi – che favoriscono una somministrazione graduale dell’acido linoleico, elemento principale dell’olio che rallenta il processo degradativo da parte di muffe e batteri. Frutta e verdura, avvolte dall’involucro, conservano così le loro proprietà fino a 10 giorni.

Il rivestimento, al momento, è stato sperimentato soltanto sulle fragole, scelte sia perché erano frutto di stagione nel periodo in cui sono state fatte le ricerche sia perché note per la loro particolare deperibilità. I ricercatori si aspettano risposte positive anche su altra frutta e verdura. E non sarebbe nemmeno irrealizzabile riprodurre il progetto in larga scala, a livello industriale, per un utilizzo quotidiano dell’involucro. Facile reperibilità dei materiali di partenza, rispetto per l’ambiente e costi contenuti potrebbero essere un valido incoraggiamento.