Secondo uno studio presentato al salone internazionale del verde Myplant & Garden di Milano, tra i 19 milioni di pollici “stabilmente” verdi italiani si evidenziano due profili: gli entusiasti, che cedono volentieri alla tentazione di acquistare aromatiche e piante per il balcone e l’appartamento anche al supermercato, e poi gli esperti, che frequentano garden center e rivendite specializzate e trascorrono più ore la settimana a coltivare orti e giardini. Entrambi, però, sono animati dalla curiosità per le novità. Cosa si intende, dunque, quando si parla di una “pianta nuova”? Si spazia dalle varietà appena selezionate, agli ibridi ottenuti attraverso incroci, fino alle specie insolite un tempo note ai collezionisti e ora introdotte in coltivazione su più ampia scala. Di seguito, la nostra selezione di “new entry” viste al recente salone professionale del giardinaggio

Rosa
Rosa “Veggie”. Foto di Gaetano Zoccali 

La rosa verde che non c’era

Il verde è oggi il colore più inseguito dagli ibridatori di fiori da recidere, perché trasmette una sensazione di freschezza. Nell’ambito di questa tendenza, ‘Veggie’ è la più bella rosa finora ottenuta. Ha corolle dal look romantico, cioè molto aperte, ampie fino a 10 centimetri, con petali molto carnosi di tonalità lime nella parte esterna e crema verso l’interno, con molti stami al centro. Ibridata in Olanda, è coltivata in Ecuador con certificazione Fair Trade e si mantiene bella per circa una settimana… Ma ricordiamoci che in primavera, con temperature sopra i 20 gradi, è facile e divertente ottenere una pianta di rose da uno stelo (non facciamolo con le varietà brevettate): otteniamo un pezzetto di ramo con due nodi dalla parte bassa del gambo, eliminiamo la coppia di foglie inferiori, infiliamo la talea nella terra, annaffiamo bene e copriamo il vaso con un sacchetto di plastica, finché non vedremo nascere un germoglio.

Agave pumila nana. Foto di Gaetano Zoccali
Agave pumila nana. Foto di Gaetano Zoccali 

Un’agave lillipuziana per i davanzali

Segni particolari: piccolissima. Si chiama Agave pumila ‘Nana’, viene dal Messico ed è molto compatta, con una rosetta di foglie triangolari di colore verde-blu accavallate le une alle altre; l’intera pianta raggiunge i 5 centimetri di diametro e può accontentarsi di un vaso di poco più ampio, dove si mantiene in formato mini: un gioiello botanico perfetto per un davanzale al riparo dalla pioggia. Attenzione però: se la togliamo dal contenitore e la piantiamo in terra, all’età di 8-10 anni questa rarità subisce una metamorfosi e le sue foglie diventano strette e lunghe, fino a 30 centimetri. Come altre succulente, la dobbiamo coltivare al sole diretto per almeno mezza giornata, annaffiandola ogni dieci giorni fino all’autunno, solo se il terriccio è asciutto. Con temperature prossime allo zero, portiamola al riparo in un luogo fresco e ventilato e teniamola all’asciutto fino a primavera.

Ciclamino
Ciclamino “Albanico”. Foto di Gaetano Zoccali 

Il ciclamino con i fiori a ventaglio

Creato in Francia, il ciclamino ‘Albanico’ si presenta di medie dimensioni, con un aspetto incredibilmente sontuoso. Al centro ha infatti un bouquet di fiori che hanno la particolarità di avere i petali aperti a ventaglio, frangiati, con un contrasto di colore molto marcato: magenta, violetto o salmone intenso verso l’interno e bianco verso i margini. Visti frontalmente, quando si posiziona il vaso su un davanzale, questi ciclamini sembrano fatti di volant e ne basta uno stelo in un piccolo portafiori per portare allegria anche in casa. La stagione di fioritura va da settembre ad aprile; poi come gli altri ciclamini rifiorenti, ‘Albanico’ va a riposo e lo dobbiamo tenere all’ombra e quasi all’asciutto fino a settembre, prima di riprendere ad innaffiare e concimare. La temperatura minima tollerata da questa varietà è di 6°C, perciò dobbiamo tenerlo sul balcone o in posizioni riparate.

Cocco di montagna. Foto di Gaetano Zoccali
Cocco di montagna. Foto di Gaetano Zoccali 

La palma da cocco di montagna

Se abbiamo un giardino in zone rivierasche, il cocco di montagna è certamente la pianta che stupirà tutti con “effetto wow”. Specie endemica scoperta in Madagascar nel 2004, dove sopravvive con una piccola popolazione a circa mille metri di altitudine, Beccariophoenix alfredi è stata messa in coltivazione negli Stati Uniti in anni recenti; ha un aspetto denso e un po’ “liberty” del tutto simile a quello della palma da cocco. Da adulta, raggiunge i 15 metri di altezza, con fronde dal portamento a fontana lunghe fino a 4,5 metri ciascuna. A differenza del vero cocco, però, questa palma tollera molto meglio il freddo, fino a – 4°C, – 6°C, per questo la possiamo coltivare in buona parte dei microclimi italiani e i vivaisti prevedono che diventerà una palma popolare nei giardini di tutto il Mediterraneo. Ama i terreni sabbiosi e richiede pieno sole. Una curiosità: dei suoi frutti, rossi e rotondi, sono ghiotti i lemuri, che disseminano la pianta.

Osteospermum
Osteospermum “Nanuk”. Foto di Gaetano Zoccali 

La margherita africana in 3D

Le margherite africane Osteospermum – anche conosciute come dimorfoteca – ovvero quelle che si aprono al sole e dopo si richiudono la sera, sono diventate popolari negli ultimi anni come piante da balcone e da aiuola perché resistono bene al caldo e alla siccità, ma anche alla salsedine e al vento. Ora c’è una novità: la varietà ‘Nanuk’ fa parte della nuova serie in 3D, cioè con fiori doppi, pieni di petali anche al centro, di colore bianco puro: una rarità per questa specie, che normalmente ha riflessi azzurri. In più, i fiori di ‘Nanuk’ hanno la particolarità di rimanere sempre aperti. La varietà forma un cespuglio molto compatto e rifiorente, perenne nelle aree dove non gela. Perfetta in località di mare, richiede pieno sole. I migliori risultati li otterremo trapiantando l’osteospermum in vasi ampi, meglio se di terracotta.

Geranio
Geranio “Glacier Amethyst”. Foto di Gaetano Zoccali 

Il geranio parigino con i fiori a farfalla

Per gli amanti dei gerani parigini c’è una novità che si farà notare a distanza sui bancali dei vivai. Il nuovo Pelargonium peltatum ‘Glacier Amethyst’, infatti, è pronto a sorprendere con fiori semplici più grandi del solito che hanno i petali molto aperti, come piccole farfalle in volo; sono di colore rosa intenso e ricoprono interamente la pianta. Molto resistente al caldo, questo geranio edera ha una crescita compatta e tollera bene anche la siccità; grazie a queste caratteristiche, oltre che nei cestini appesi e nelle cassettine da ringhiera, lo possiamo piantare nelle aiuole assolate lungo i vialetti come specie coprisuolo, dove tende a formare fitte macchie di colore da osservare dall’alto, perenni nelle regioni più miti.

Lisianthus
Lisianthus “Bigsun Terracotta”. Foto di Gaetano Zoccali 

Il lisianthus color terracotta

Il lisianthus è tra gli steli più comuni in vendita nei negozi di fiori, ma la varietà ‘Bigsun Terracotta’ differisce totalmente dalle corolle che normalmente siamo abituati a vedere, quelle a forma di campanula nei colori dal bianco, al rosa al blu. Il nuovo ibrido olandese, come si intuisce dal nome, ha fiori grandi, fino a 13 centimetri di diametro, con molti giri di petali arricciati in un inedita tonalità mattone-terracotta, con riflessi color oro verso il centro. Tali nuance autunnali porteranno i lisianthus anche nei bouquet di chi ama le palette più calde… Parliamo di fiori con una grande resa che una volta in vaso durano fino a quindici giorni, ma ricordiamoci che per farli durare dobbiamo ripulire bene la parte bassa dei gambi in modo che non ci siano foglie immerse (perché creerebbero marciumi) e sostituiamo l’acqua tutti i giorni.

Canna
Canna “Cannova Red Golden Flame”. Foto di Gaetano Zoccali 

La canna nana dal look tropicale

Le canne d’India, alte fino a due metri, con foglie esuberanti e fiori molto colorati, sono un ingrediente immancabile nei giardini e nelle bordure in stile tropicale. Le versioni in miniatura – varietà alte fino a 40 cm, fiore compreso – sono una introduzione degli ultimi anni. L’ultima arrivata, disponibile da questa primavera, si chiama ‘Cannova Red Golden Flame’, particolare per i petali bicolori, rossi marginati di giallo. Questa bulbosa ama il pieno sole e la possiamo piantare nelle fioriere oppure in terra, insieme con erbacee perenni della stessa altezza, per essere sicuri che non gli facciano ombra. Nel tempo, continua ad allargarsi, formando nuove piantine grazie ai fusti sotterranei. Tollera bene il caldo estivo e il solleone; riesce a fiorire già da maggio e va avanti a sbocciare fino alle prime gelate, quando la pianta scompare per rinascere in primavera. Dobbiamo però ricordarci di coprire il terreno con uno spesso strato di foglie secche per proteggere le radici dal gelo.

Kennedia Rubicunda. Foto di Gaetano Zoccali
Kennedia Rubicunda. Foto di Gaetano Zoccali 

Il fagiolo di corallo, un rampicante a prova di caldo

Rampicante a crescita velocissima, la Kennedia rubicunda è una di quelle piante australiane dall’aspetto insolito un tempo appannaggio dei collezionisti, ma ora pronte a entrare in tutti i giardini. Tra le sue molte virtù, l’estrema resistenza al caldo e al sole. Ha tralci che si attorcigliano alle ringhiere e ai tutori, foglie verde lucido che ricordano quelle dei fagioli e fiori rosso corallo dalla particolare forma a becco di pappagallo che sbocciano in primavera. Richiede pieno sole e possiamo coltivarla all’aperto nelle zone con temperature invernali superiori ai 5°C; altrove teniamola in vaso per portarla in una veranda durante i mesi freddi. Cresce su qualsiasi terreno e, come i fagioli, è in grado di nutrire il suolo grazie alla simbiosi con dei batteri azotofissatori che vivono sulle sue radici, perciò anche le piante vicine beneficiano della sua prossimità. Se vogliamo riseminarla, grattiamo la buccia dei suoi semi strofinandoli sopra un muro e poi immergiamoli in acqua calda per qualche ora prima di metterli in terra.

Centaurea ragusina. Foto di Gaetano Zoccali
Centaurea ragusina. Foto di Gaetano Zoccali 

Il fiordaliso dell’Adriatico, una nuvola d’argento

Un cuscino d’argento per le aiuole assolate: Centaurea ragusina fa parte di un gruppo di piante molto attuali, perfette per lo xeriscaping, cioè per i progetti senza impianto di irrigazione in zone mediterranee asciutte. Un tempo era diffusa in alcune regioni adriatiche italiane, oggi cresce allo stato spontaneo sulle scogliere della Dalmazia e questo la dice lunga sulla sua resistenza al sole e all’asciutto. La crisi climatica, infatti, ci invita a riconsiderare come preziose risorse per i giardini anche le nostre piante autoctone più resilienti. Messa in coltivazione per la sua bellezza unita alla resistenza al riscaldamento globale, la Centaurea ragusina viene proposta come specie coprisuolo e per le grandi fioriere, ma è perfetta anche sui muretti a secco, dove crea grandi masse di color argento, alte fino a 45 cm e ampie il doppio, con foglie scultoree lunghe fino a 30 centimetri che crescono molto fitte e sono sormontate da fiori giallo a forma di fiordaliso; nutrono api e farfalle dalla tarda primavera all’inizio d’estate. Coltiviamola in pieno sole, in terreni sassosi o comunque ben drenati, al riparo dall’umidità e dal gelo.