Difendere l’ambiente è un dovere verso la nostra vita. È una convinzione ormai sempre più diffusa a tutti i livelli della società e in questo non fanno eccezione le aziende, sempre più consapevoli di essere chiamate a dare il proprio contributo per la salute del Pianeta. Tra queste spicca il caso di RadiciGroup, azienda bergamasca con sedi in tutto il mondo e specializzata nella produzione di intermedi chimici, poliammidi, soluzioni tessili avanzate e tecnopolimeri ad alte prestazioni, che ha puntato sin dalle origini con forza sulla sostenibilità.

“L’attenzione all’ambiente è nel Dna del nostro gruppo”, racconta Chiara Ferraris, direttore comunicazione e relazioni esterne di RadiciGroup. “Lavoriamo con impegno per mettere a disposizione del mercato prodotti a limitato impatto: per questo abbiamo scelto di operare in particolare sulle materie prime che entrano nel nostro ciclo produttivo, scegliendo sempre più materiali riciclati oppure di origine bio o, ancora, creati con intermedi green”. Inoltre, aggiunge, “lavoriamo sui nostri processi affinché siano perfettamente controllati in ogni fase, misurati e rendicontati, tant’è che da oltre 15 anni pubblichiamo tutto in maniera trasparente nel Bilancio di Sostenibilità, redatto oggi secondo i Gri Standards e con il contributo di tutte le società RadiciGroup, italiane ed estere”. Oltre a questo, spiega, “crediamo che l’eco-design sia fondamentale per concretizzare i principi dell’economia circolare: in questa direzione collaboriamo con i nostri clienti per aiutarli a realizzare prodotti finiti già pensati per essere facilmente riciclabili a fine vita”.

Tra i materiali realizzati dal gruppo, che lo scorso anno ha messo a segno 1,5 miliardi di euro di fatturato, rientra,

ad esempio, Renycle, brand che identifica filati o tecnopolimeri provenienti dal riciclo del nylon, a loro volta 100% riciclabili a fine vita. Si tratta di materiali che possono essere impiegati in diversi ambiti, dal tessile/moda all’interior e automotive e che consentono di risparmiare oltre l’87% di energia e il 90% di acqua, riducendo le emissioni di CO2 del 90%.

Le partnership

Renycle è stato ad esempio usato per la realizzazione del tessuto principale di una tuta sviluppata da RadiciGroup in collaborazione con Dkb, azienda specializzata in abbigliamento tecnico sportivo. Il capo si caratterizza per una composizione quasi mono-materiale che ne facilita il riciclo a fine vita per produrre, ad esempio, componenti di scarponi e attacchi da sci. Sulla stessa strada si è sviluppata la collaborazione con il brand Macron, specializzato nel settore dello sportswear, per la produzione di un tipo di calze sportive sempre realizzate con Renycle. Mentre dalla collaborazione con il marchio di calze di alta gamma Oroblù è nato “Oroblù Save the Oceans”, primo collant realizzato con filati ottenuti dal riciclo del Pet delle bottiglie. Il modello in 50 denari è stato realizzato con Repetable, nuovo filato di poliestere prodotto da RadiciGroup ottenuto mediante un processo di riciclo post-consumer delle bottiglie di plastica, che consente di abbattere le emissioni di CO2 e ridurre i consumi di acqua ed energia. Si tratta di partnership con cui “vogliamo stimolare la nostra filiera a sperimentare le possibilità percorribili in termini di sostenibilità”, osserva Ferraris.

Oltre che nell’abbigliamento, i prodotti del gruppo sono utilizzati in un’ampia gamma di settori che spaziano dal mondo dell’arredo all’automotive, dal medicale fino al comparto industriale. Ad esempio, in ambito medicale RadiciGroup ha lanciato di recente Radipeople, marchio dedicato ai dispositivi di protezione individuale per uso industriale, tra cui tute, camici, cuffie, copricapo, copriscarpa e calzari. Tra i modelli proposti spicca Radipeople Eco, prima tuta protettiva totalmente riciclabile a fine vita realizzata totalmente in polipropilene, alla quale si affiancano capi realizzati con Respunsible, ovvero un tessuto non tessuto proveniente dal riciclo del polipropilene, e prodotti con materiali certificati secondo le linee guida Iscc Plus. L’azienda è poi impegnata da diverso tempo all’insegna dell’economia circolare. In particolare, l’obiettivo è ottimizzare l’uso di materie prime ed energia perfezionando i processi, eliminando gli scarti, promuovendo il riciclo sin dalle fasi di progettazione dei materiali.

Al contempo, sottolinea Ferraris, “abbiamo incrementato l’utilizzo di energie rinnovabili, che lo scorso anno sono

arrivate a rappresentare il 49,5% del nostro mix energetico, e lavorato sui nostri impianti a livello mondiale riuscendo negli ultimi dieci anni a ridurre le nostre emissioni di CO2 del 61,5% e del 17,5% l’utilizzo di energia per tonnellata lavorata. Quanto all’acqua che utilizziamo, perlopiù per processi di raffreddamento, provvediamo a depurarla e a rimetterla in circolo nei fiumi”. Infine, conclude, “quest’anno abbiamo portato quasi tutti i siti italiani a impiegare il 100% di energia green”.