Quando guarda le colline dove è nato, quelle del prosecco, Sebastiano si immagina un futuro diverso. Terre coltivate in maniera più sostenibile, campi con l’agro-fotovoltaico per promuovere una energia più pulita, città con una mobilità meno impattante. Una sensibilità per l’ambiente, dice, che ha sempre avuto, ma che si è trasformata in azione per caso. “Al liceo – racconta – ero rappresentante di istituto. Da tempo ero appassionato a temi come la politica o la salvaguardia dell’ambiente, ma è stato il caso a guidarmi: un giorno un professore mi parlò dei movimenti di giovani che protestavano contro l’inazione davanti alla crisi climatica. Così a Vittorio Veneto, dove sono nato, ho deciso di scendere in piazza e iniziare questa avventura“. 

Oggi Sebastiano Michelotti, 21 anni, è diventato uno dei responsabili di Fridays For Future Padova, la città dove all’università studia Scienze Politiche, relazioni internazionali e diritti umani. “Sono convinto che questo movimento possa fare molto per stimolare il cambiamento. Penso che serva un modello politico ed economico diverso e che la transizione ecologica sia l’occasione per ripensare quello attuale, ristrutturarlo. Non possiamo più basare tutto su consumo e produzione attraverso l’estrazione delle risorse dai nostri ecosistemi. Serve un nuovo equilibrio, che si basi anche su giustizia ed equità sociale”, dice.

Di questa sua convinzione, condivisa con amici e colleghi del suo gruppo, Sebastiano proverà a parlare durante i tanti incontri e manifestazioni previsti per il grande sciopero globale del clima previsto per venerdì 25 marzo. A Padova ci sarà un corteo che partirà dalla stazione e, attraversando le principali vie del centro, arriverà sino a Prato della Valle. 

“Vogliamo che sia una occasione di ritrovo sia per chi è già attivista, sia per chi vuole avvicinarsi a questi temi, ai motivi per cui chiediamo alla politica di agire subito per il clima”.

Sebastiano spiega che a Padova oggi il dibattito più acceso è sulla costruzione di un nuovo termovalorizzatore “che non va verso quei modelli di gestione rifiuti, basati sul riciclo, che vorremmo”. Ma ci sono anche problemi di mobilità e cementificazione. “Il nostro territorio, la zona padovana delle piccole e medie imprese, ha un altissimo livello di costruzioni, molte persino in disuso. Abbiamo bisogno di ripensare a questo, di riappropriarci degli spazi verdi, di bonificare quelli contaminati dalle industrie”.

Nel suo Veneto però, tema che spera venga dibattuto anche il 25 marzo, c’è una questione che Michelotti ha particolarmente a cuore. “Da dove vengo, vicino alle colline del prosecco, le monocolture hanno un impatto ambientale considerevole, soprattutto per l’ampio utilizzo di pesticidi per coltivare le viti. La Natura ne sta risentendo: è un tema che va affrontato con urgenza. Così come andrebbe sviluppata di più l’idea di unire tanti territori per implementare parchi solari o con l’agro-fotovoltaico. Qui in Veneto dobbiamo iniziare davvero a ragionare per mettere in coesione agricoltura e rinnovabili e mostrare che un’altra via, per il bene del Pianeta, è possibile”.