Valle d’Aosta. Dall’orso imbalsamato a fine Ottocento, alla passeggiata notturna in una piccola foresta riprodotta a grandezza naturale, passando per gli effetti speciali del videomapping alle piante stampate in 3d, fino ai rapaci che “piombano” dal soffitto grazie a un maxischermo. Dopo 14 anni di chiusura riapre al pubblico il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan, incastonato nel fiabesco castello di Saint-Pierre, alle porte di Aosta. Uno dei più iconici castelli della Vallée, di cui si ha notizia sin dal dodicesimo secolo ma il cui attuale aspetto fiabesco è in gran parte dovuto ai restauri voluti dal barone Emanuele Bollati di Saint-Pierre, che lo acquistò nell’Ottocento risollevandolo da decenni di degrado. Ora l’edificio è di proprietà comunale.

Al termine dei lavori, costati poco più di 10 milioni di euro (fondi da Regione, Ue e ministero della Cultura), si trova un percorso espositivo su 1.200 mq, distribuiti su tre piani e 16 sale, 15 postazioni interattive e diversi filmati. Un viaggio emozionale ma rigoroso dal punto di vista scientifico, un percorso che mantiene il doppio registro castello-museo. Tra postazioni interattive multimediali e innovazioni tecnologiche che rimandano al territorio e alla ricchezza biologica e ambientale della regione.

Valle d’Aosta. Il rinato castello di Saint-Pierre

Dalla “sala degli stemmi” con la storia del Castello medievale si passa alla “sala delle differenze” – la biodiversità della Valle d’Aosta – per giungere a quella “del tempo”, cuore del vecchio museo di scienze naturali aperto dal 1985 al 2008. Montagne protagoniste con il viaggio geologico nella “sala delle rocce” e la discesa nelle miniere, per poi osservare dall’alto le differenze dei due versanti della regione (‘l’adret e l’envers’). Salto nella storia con gli Abbé savants, i preti scienziati vissuti tra ottocento e novecento, e la sala in onore di Efisio Noussan, imprenditore valdostano che nel 1985 istituì il museo.

Cascate e torrenti regnano nelle due sale dell’acqua prima di affrontare, tra versi di uccelli, fruscii e suoni primordiali, la “sala della foresta”. Stambecchi e rapaci popolano la verticalità della “sala della vertigine”, mentre marmotte, lepri variabili ed ermellini raccontano le quattro stagioni nelle due sale delle praterie. Chiudono il percorso il “ghiaccio vivo”, modellatore del paesaggio, ricreato nella “sala del gelo”, e i panorami mozzafiato proiettati sulle pareti della ‘sala delle emozioni”.

Il museo
Il museo 

L’inaugurazione è fissata per domani, venerdì 25, nel pomeriggio. L’apertura ufficiale seguirà nella mattina di sabato, ma ma le prenotazioni per l’ingresso – eccezionalmente – gratuito nel weekend sono di fatto esaurite. Poi il castello rimarrà chiuso al pubblico generale per consentire una serie di visite guidate agli operatori turistici e commerciali, in generale a chi poi sarà deputato a raccontare l’opera ai turisti. Dal 3 al 31 dicembre, apertura a prezzo “agevolato” di 7 euro. Il prezzo ufficiale ancora non è noto.