Una delle soddisfazioni più grandi per un attivista del clima è vedere persone di ogni genere – giovani e adulti – che si avvicinano per la prima volta al tema del riscaldamento globale. Per questo abbiamo accolto con piacere la lettera pubblicata su La Stampa del professor Piergiorgio (vediamo che lui chiama Greta Thunberg per nome, quindi siamo certi non si offenderà se ci adattiamo a questo registro), che ha deciso di spendere parte della sua popolarità su una questione che ci sta così a cuore.

Il nostro, d’altronde, è intellettuale poliedrico: matematico di formazione, opinionista di professione, da poco si era lanciato in un’appassionata difesa del concetto di “razza” applicato all’uomo. Ma ancora la crisi climatica – in anni di articoli, conferenze, libri – non lo aveva rapito. Finalmente il nostro messaggio è giunto persino a lui, e ne siamo felici.

Come spesso accade ai novizi di ogni materia, però, il rischio è quello di dire qualche scemenza. Niente di grave, capita anche ai migliori.

Piergiorgio, nel suo appassionato articolo, spiega ad esempio che Greta Thunberg è stata costretta a scendere in piazza perché, per la prima volta, non invitata ad un summit internazionale del calibro di Cop26. Al nostro nuovo compagno di strada sfugge che Greta in piazza scende, come tutti noi, ogni venerdì dal 2018. Anni prima dell’impegno di Odifreddi sul clima, per dire. Alcuni degli scienziati più importanti del Pianeta – Micheal E. Mann, per citarne uno – arrivano a dire che le proteste di Greta e di tutti noi sono state un punto di svolta nella coscienza climatica dell’opinione pubblica. 

Piergiorgio, però, insiste e ci spiega: la lotta per il clima richiede la messa in discussione della crescita economica infinita su un Pianeta finito. Piergiorgio nel pezzo mischia un po’ di temi, consumo di risorse ed emissioni climalteranti – ma va bene così, agli inizi capita di fare confusione – ma dice un concetto giusto. Così giusto che gli attivisti lo dicono dagli anni ‘70 – I limiti dello sviluppo esce in quegli anni – ed è patrimonio del movimento per il clima dagli esordi. Anche di Greta, che pure a Piergiorgio proprio non piace. Era il 23 settembre 2019 quando questa giovane, ingenua, (aggettivi di Piergiorgio) Greta Thunberg, dal palco della Conferenza dell’Onu, diceva “Le persone stanno soffrendo, le persone stanno morendo, interi ecosistemi sono al collasso… e tutto quello di cui riuscite a parlare sono i soldi, le favole su una continua crescita economica”. Quel discorso finì sui giornali di tutto il mondo, ma capiamo che il nostro amico matematico fosse distratto.

Greta la pensa come Piergiorgio, insomma. O meglio, Piergiorgio la pensa come Greta e altre milioni di attivisti in tutto il Pianeta.

Saltiamo i passaggi più sgradevoli del pezzo, ovviamente, perché capiamo che ognuno abbia i suoi piccoli difetti. Il tono paternalistico verso i giovani, ad esempio, non rende onore ad una persona intelligente come il nostro matematico. Anche parlare di una bambina con “problemi caratteriali” per riferirsi ad una persona con Asperger è decisamente discriminatorio.

Ma va bene così, se a Piergiorgio va di venire a trovarci gli insegneremo anche questo. Oggi festeggiamo una bella notizia: una nuova persona ha iniziato ad interessarsi di clima. E noi siamo a disposizione per spiegargli un po’ la storia dei movimenti per il clima, lo stato dell’arte dell’azione contro il riscaldamento globale, le lotte ecologiste del nostro Paese e del mondo. 

Benvenuto a bordo Piergiorgio! 

Ps: proprio perché anche noi pensiamo che serva un cambiamento davvero radicale, ossia alla radice, abbiamo costruito assieme a centinaia di esperti la nostra proposta per la transizione ecologica italiana. Si chiama “Ritorno al Futuro“. Se oltre le incomprensioni ti va di unirti a questo progetto, sei il benvenuto. Ti aspettiamo.

Giovanni Mori, Michela Spina, Filippo Sotgiu, Martina Comparelli e Laura Vallaro 

Portavoce Fridays For Future Italia