“Sono un figlio del Moplen, finito in Antartide per caso”. No, Carlo Barbante non è “l’uomo del ghiaccio” né tantomeno un “uomo di ghiaccio”. La sua voce, che rivela appena la sua origine veneta, è calda e appassionata mentre descrive la sua vita frenetica tra insegnamento, spedizioni ai Poli, divulgazione e abile tessitura di relazioni internazionali.