L’industria aeronautica è chiamata a intraprendere “azioni urgenti” per allinearsi agli obiettivi di contrasto dei cambiamenti climatici, tra cui un freno alla crescita dei traffici aerei e una rapida transizione verso i carburanti green. È l’indicazione che arriva da Climate Action 100+, il più grande gruppo mondiale di investitori, che motiva questa presa di posizione alla luce di un report dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), che segnala la necessità di dare un taglio netto all’utilizzo di combustibili fossili per frenare le emissioni inquinanti nell’ambiente.

La spinta dei grandi fondi

Il rapporto evidenzia la necessità di un aumento “sostanziale” del ricorso a carburanti sostenibili da qui al 2030, citando l’analisi dell’Ait secondo cui a quella data – per rispettare gli obiettivi internazionali contro i cambiamenti climatici il 16% dovrà provenire da biocarburanti avanzati e il 2% da combustibili sintetici. Per avere un’idea della posta in gioco, 2020 l’utilizzo era inferiore allo 0,1%.

Inoltre, per CA100+ occorre che i viaggi d’affari e i voli per il tempo libero a lungo raggio vengano limitati ai livelli del 2019, dirottando – ove possibile – la domanda verso i treni ad alta velocità.

Il caso italiano

A questo proposito va segnalato l’approccio seguito da Atlantia, holding che tra le altre cose controlla Aeroporti di Roma (Roma Fiumicino e Ciampino) e gli Aéroports de la Cote d’Azur (Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez). Il gruppo ha messo a messo a punto un piano pluriennale che punta a favorire la mobilità a zero emissioni. Un documento convalidato dall’organizzazione internazionale Science Based Target. Tra gli obiettivi c’è il dimezzamento delle emissioni dirette nette entro il 2030 rispetto al 2019 e il raggiungimento del net zero entro il 2040, quindi dieci anni di quanto indicato dall’accordo di Parigi. Il riferimento è all’intesa siglata nel 2015, con il quale gli Stati aderenti all’Ue si sono impegnati a far diventare il Vecchio Continente la prima economia e società a impatto climatico zero entro il 2050.

Il piano di Atlantia abbraccia anche la gestione dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici e indica come sfruttare le opportunità derivanti dalla transizione verso un’economia a basse emissioni, che avranno un forte impatto sul settore in cui opera il gruppo.

Il piano sarà sottoposto a votazione non vincolante ogni tre anni per consentire la rendicontazione degli obiettivi raggiunti e le eventuali modifiche intervenute nel tempo in risposta all’evoluzione normativa, legislativa, tecnologica e operativa.