Un deposito di scarti industriali può diventare una miniera di oggetti da ufficio così nulla può deturpare l’ambiente, parola di Susanna Marcucci. Il prossimo anno Alisea, la sua azienda, spegnerà trenta candeline e vive di economia circolare. È un lavoro in continua evoluzione: Susanna non sa mai chi la contatterà, quali rifiuti le proporranno e cosa le chiederanno di realizzare. Ogni nuovo progetto è studio di nuovi materiali e innovazione.

Classe 1958, Susanna si laurea in giurisprudenza anche se avrebbe voluto fare la  veterinaria. “Mio padre -spiega Martucci- non voleva che sua figlia facesse partorire degli animali. Era un generale dell’esercito italiano: mi addormentavo con il silenzio e mi alzavo con l’alzabandiera. Mi ha trasmesso il senso del dovere e la tenacia. Dopo gli studi scelgo di lavorare nel settore commerciale di Arnoldo Mondadori. Lì ho imparato una lezione importante: non va venduto un prodotto ma ciò che rappresenta. Poi nel 1994 nasce Alisea”.

L’azienda produce oggetti di design Made in Italy di uso comune rivolti al mondo della comunicazione aziendale di valore e al mondo retail esclusivamente con utilizzo di materiali di recupero o riciclo. “Volevo produrre -aggiunge Martucci- in primis qualcosa di unico. Ho l’idea di chiedere in giro gli scarti derivanti dalla produzione lavorativa così da dare un’impronta precisa alla mia impresa e allo stesso tempo tutelare l’ambiente. È il cliente che mi dà il materiale, decide cosa vuole e noi lo realizziamo”.

Oltre alla bellezza degli articoli non manca l’originalità di ciò che l’azienda impiega per crearli. Dai catarifrangenti delle auto nascono delle penne. Le tende da sole si trasformano in cartelle lavoro, portablocchi, cover per agende, portaoggetti, contenitori per la casa e shopper per il tempo libero. I tessuti in fibra di carbonio resinato dell’industria aeronautica diventano delle penne. Dai pvc delle affissioni pubblicitarie spuntano dei mouse pad. Le “bucce secche” dall’industria delle conserve di pomodoro generano vasi, centrotavola e candele per i ristoratori. “Ora facciamo -sottolinea Martucci- quello che abbiamo sempre fatto. Accostiamo i materiali alla nostra esperienza. Siamo anche gli unici produttori di matite italiane. Nascono dal recupero e dal riutilizzo degli scarti derivanti dalla  produzione degli elettrodi. Il progetto si chiama Perpetua e abbiamo depositato il brevetto”.

La grafite, il materiale utilizzato per creare le matite, è anche una tintura per le cinture. “Sono – continua Marcucci – anche cofondatore della startup WRAD focus design. L’idea parte dagli antichi romani: colorare con elementi naturali. Il risultato è un risparmio del 90% di acqua e del 47% di energia. Noi portiamo via la grafite dalla discarica: ben 45 tonnellate. La grafite, se unita alla gomma, serve a realizzare anche le scarpe sportive. Può essere anche utilizzata per la verniciatura dei parquet sostenibili”.

Anche il pavimento di una fiera di Dusseldorf può diventare un puzzle a incastro in legno. “Il materiale -specifica Martucci- che abbiamo preso è un multistrato di betulla. Combinando tra loro i pezzi, si possono creare fino a 99 grifoni, chimere, pesci volanti e altri mostri mitologici. Dai materiali di scarto può nascere una storia fantastica”.

Le idee per il futuro di quest’azienda sono come un fiume in piena. “L’economia circolare – conclude Marcucci – non vale solo per i materiali, ma anche per le idee. Davanti a noi ci sono possibilità enormi e il nostro percorso è anche formativo. L’impatto del mio lavoro migliora in primis la qualità dell’ambiente. Voglio condividere con le aziende che desiderano un cambiamento e creare delle filiere virtuose che vadano avanti all’infinito. Continuerò a fare ricerca a costi bassi per noi e per gli altri. Il lavoro viene inventato ogni giorno. Io non so cosa farò domani. È la bellezza della nostra attività: è in continuo divenire”.