Cosa c’è dietro Earthphonia, lo show realizzato dal chitarrista e fondatore dei Subsonica con il geologo e divulgatore Mario Tozzi. Ne abbiamo parlato con il musicista e Giorgio Brizio di Fridays For Future Italia, e con Cristina Nadotti, giornalista di @greenandblue.ambiente, in vista dell’ultima data del tour, il 28 ottobre a Venaria Reale (Torino).

Lo spettacolo prende spunto dal libro, che include il cd Earthphonia con otto brani, realizzato grazie al contributo di personalità come Michelangelo Pistoletto, Mariasole Bianco, Stefano Mancuso, Carlo Petrini e, appunto, il geologo Mario Tozzi che non soltanto ha fornito i suoni per costruire un brano sui vulcani ma ha accettato di scrivere una parte importante del libro, quella che dà voce alla natura (aria, vulcani, oceani, montagne, radici, api). 

 

“Earthphonia” è un racconto visionario, un viaggio che interpreta la Natura estraendo da essa melodie e ritmo. Si parte dall’aria, dagli uccelli e dalla biodiversità del Delta del Po sfociando nell’oceano, ascoltando sotto terra il suono delle radici di una foresta, tuffandosi nei vulcani delle isole Eolie, spiando le api nell’oscurità dell’alveare e, infine, planando sulle montagne.

 

Lo spettacolo ha un forte impatto ambientale, attraverso un viaggio fisico e mentale che ispira cammini, integra conoscenze, luoghi, apre a sensazioni e pensieri, ponendo al centro la bellezza e la fragilità di mille mondi tutti differenti. “Si inscrive pure, pienamente, nel solco delle nuove culture ambientaliste che attuano un vero e proprio ripensamento dell’idea di natura – osserva Casacci -: luogo di contemplazione e spazio dell’anima, ma anche base per la sopravvivenza che pretende sostenibilità”.

 

“Rumori e ambienti sonori vengono rielaborati in melodie, armonie, ritmi e orchestrazioni. È ambient music nel senso letterale del termine perché tutto ciò che suona è direttamente ricavato dalle registrazioni della natura senza alcun utilizzo di strumenti musicali – spiega ancora Casacci -.  È “conceptronica” nell’utilizzo della tecnologia al servizio di un’azione. La parola scritta del libro si integra con il suono per definire un immaginario che possa andare oltre l’esperienza quotidiana. Non è il compositore a imporre la partitura, sono le note a sgorgare direttamente dagli ambienti naturali che guidano il processo creativo e indicano la strada da seguire. In “Earthphonia” il rapporto uomo-musica si ribalta e quello uomo-natura si avventura nella ricerca di un nuovo equilibrio”.