“I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e ognuno di noi ha il dovere, nel suo piccolo, di fare qualcosa”. Matteo Pessina, 25 anni, calciatore del Monza e della Nazionale con la quale si è laureato compione d’Europa nel 2021, con questo spirito ha firmato la petizione di Green&Blue per chiedere ai politici di impegnarsi con il cambiamento climatico.


Da Campione d’Europa, dopo Wembley, ha incontrato il presidente Mattarella per i meriti in campo. Con la firma della petizione per l’ambiente di Green&Blue è arrivato, con un’intera community e altri campioni dello sport e dirigenti di calcio, nuovamente al Quirinale, ma questa volta per meriti fuori dal campo. Perché hai sentito il bisogno di partecipare con questo piccolo ma significativo gesto?

“La mia è stata una scelta semplice, istintiva ma consapevole. Tutti noi sappiamo i rischi che l’ambiente corre ormai da tempo. La situazione è critica e, purtroppo, se ognuno di noi non farà subito qualcosa in prima persona, più passerà il tempo più tutti questi cambiamenti saranno irreversibili e un rischio per il mondo intero. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e ancor di più quello che di tragico ormai comportano. Ognuno di noi ha il dovere, nel suo piccolo, di fare qualcosa. Insieme, possiamo far diventare questo piccolo qualcosa di grande. E noi calciatori abbiamo il dovere, ancor più degli altri, di dare vita a dei gesti concreti per il cambiamento: la nostra visibilità, l’essere potenzialmente un esempio per i ragazzi e non solo per loro, ci impone di farci sentire e di aiutare a invertire la rotta. Poche settimane fa, prima della gara con la Juventus, c’è stato un minuto di silenzio per le vittime della recente alluvione nelle Marche: a questi gesti simbolici bisogna però poi dare continuità nella nostra vita quotidiana, per diventare davvero degli attori del cambiamento”.

C’è stato un momento particolare in cui hai capito l’importanza del tema ambientale?

“Ho sempre avuto una particolare attenzione al tema dell’ambiente, sono cresciuto fin da piccolo in una famiglia molto sensibile a quei piccoli gesti sostenibili della quotidianità casalinga. Poi l’intensificarsi delle ultime catastrofi ambientali non ha fatto altro che alimentare in me questa attenzione. Siamo arrivati a un punto di non ritorno e ognuno di noi deve scendere in campo per salvaguardare il nostro pianeta e la sua vivibilità. Per tutti noi e per le nuove generazioni”.

 

Squadre come l’Udinese con la Dacia Arena e non solo, la Sampdoria con il suo sponsor IBSA, gli atleti Morten Thorsby con la sua Fondazione WPG, Elin Landstrom, giocatrice dell AS Roma femminile, sono considerate un fiore all’occhiello per la sostenibilità. La stessa Roma sta compiendo passi importanti anche con Uefa, di concerto con la Figc, di quella stessa Nazionale in cui sei stato protagonista indiscusso in campo la scorsa estate. Ti piacerebbe impegnarti anche per rendere le azioni del tuo club più sostenibile?

“Il Monza è un Club fortemente legato al territorio, alla sua gente. Che ci sia la volontà di sviluppare sempre di più la via della sostenibilità è un qualcosa che vivo ogni giorno qui al centro di allenamento, dove c’è un pozzo di prima falda per non sprecare l’acqua potabile. Anche il miglioramento delle infrastrutture è volto in tal senso, sempre più efficiente anche in termini di consumi. Giocare in un club con questa sensibilità rende più facile trasmettere ai tifosi questi valori di cura della città e dell’ambiente. E poi Monza è una delle città più verdi d’Italia, con dei parchi meravigliosi, sono fiero di essere monzese e mi prodigherò sempre per il nostro territorio e non solo”.

Le giovani generazioni sono molto sensibili a questi temi sia nelle scelte di consumo sia partecipando in massa a movimenti come Fridays For Future. Quale può essere il ruolo dei campioni come te in questa partita?

“Come calciatori abbiamo una forte responsabilità verso i giovani. Siamo seguiti da tantissimi appassionati e dobbiamo utilizzare questa visibilità per lanciare messaggi positivi, che possano essere di ispirazione per tutti. È una partita che bisogna giocare tutti insieme: è una sfida difficile, ma da sportivo non mi tiro certo indietro”.

Secondo te nel privato ritieni si debba rinunciare a qualcosa per non rovinare il Pianeta?

“Potrebbe essere scontato dirlo, ma solo insieme possiamo essere determinanti. A volte basta davvero poco nel quotidiano, come fare una accurata raccolta differenziata, stare attenti al consumo energetico o utilizzare meno plastica. Nel nostro piccolo possiamo dare un contributo che diventa grande una volta moltiplicato. In questo modo i bisogni della generazione presente possono lo stesso essere soddisfatti senza compromettere quelli della generazione futura”.