E’ una visione, un mito, un grande sogno. Tutti vogliono andare a New York per perdersi dentro il suo cuore e la sua anima: Manhattan. La giungla di grattacieli e skyline scintillanti – vita veloce, fumo dai tombini, hamburger oversize e turisti che camminano con occhi pieni e sguardo verso l’alto per assaporare tutta la bellezza – è stata una delle destinazioni più gettonate per le vacanze estive. Dopo due anni di pandemia che ha fermato il turismo, con la riapertura progressiva delle frontiere molti italiani non avevano dubbi: andare o tornare nella Grande Mela. Nonostante l’aumento dei prezzi, a partire dai voli – che nel periodo di alta stagione fra luglio e agosto sono schizzati alle stelle (da 1.000 euro per un volo solo andata) – agli hotel e ai ristoranti. Il prezzo da pagare per tornare nella City è alto, ma considerato il flusso di turisti in coda davanti ai musei più importanti e fuori dai locali in voga non è sembrato incidere troppo.

Quest’estate l’area del Nord America, in particolare NY, è stata scelta come destinazione di massa dai viaggiatori: chi voleva visitarla per la prima volta con il timore che una nuova ondata di Covid potesse richiudere le frontiere, chi tornava dopo due anni per assicurarsi che la pandemia non avesse scalfito questo gigante di cristallo. Nessun danno apparente, nessuna ferita rimasta aperta, tutto è passato e Manhattan regala ai suoi ospiti le emozioni di sempre. Ma in due anni sono cambiate tante cose. Il mondo si è fermato, ma New York no. Sono spuntati grattacieli, parchi, musei, nuovi ristoranti e locali. Penn Station si è fatta più bella, i parchi pullulano di attività all’aperto e nuovi murales colorano le strade. Manhattan pulsa, vive, emoziona come sempre.

Ci si rende conto della grandezza di questa città salendo sulla cima del nuovissimo osservatorio panoramico Summit One Vanderbilt, il grattacielo inaugurato il 21 ottobre 2021: 427 metri di altezza. Salire su questo osservatorio panoramico regala scenari incredibili soprattutto al tramonto, quando il cielo si colora di rosa, l’Empire State Building si accende come un faro che illumina il suo mare di grattacieli e piano piano, quando cala il sole, Central Park si fa più cupo, la Statua della Libertà diventa un puntino e le luci della città si accendono per guidare il popolo della notte. Ma raggiungere la cima non è per tutti. A cominciare dal prezzo del biglietto base, di 50 dollari, a cui si aggiungono extra costosi se ci si vuole concedere un cocktail con vista sulla città più bella del mondo oppure salire ancora più in alto con gli ascensori panoramici di vetro. Da quassù si ha la percezione di controllare tutta la città, ma è soltanto una sensazione: New York non la puoi dominare.

Fra le novità newyorkesi, inaugurato a marzo del 2020 quando il mondo si chiudeva in lockdown, c’è anche The Edge, l’osservatorio esterno più alto nell’emisfero occidentale: una terrazza di vetro sospesa nel vuoto a oltre 300 metri di altezza. La vista è incredibile. Il ponte di Brooklyn parla mille lingue diverse, conta milioni di passi al giorno, storie di gente che arriva da tutto il mondo per fotografare dal centro del fiume da un lato Manhattan e dall’altro Brooklyn, due quartieri oggi sempre più simili. Brooklyn cresce e non soffre più di complessi di inferiorità, i ristoranti a Midtown hanno fatto fortuna e hanno scelto di aprire una seconda sede proprio a Brooklyn, dove una volta si poteva comprare casa o prendere in affitto, ma ora i prezzi sono lievitati quasi a raggiungere quelli di certi quartieri a Manhattan. E’ a Dumbo che i turisti si raccolgono al tramonto per ammirare Manhattan nella sua veste più romantica, quando le luci della città si tuffano dell’Hudson e l’aria si fa meno pesante, le gambe che hanno faticato tutto il giorno trovano riposo, gli occhi continuano a sognare.

Dalla terrazza del Whitney Museum si vede un’isoletta galleggiante che sembra adagiarsi sui fiori di loto: è la nuova Little Island sull’Hudson. Abbiamo sognato di passeggiare per i suoi vialetti verdi immacolati, fioriti ad agosto come un giardino che sboccia a primavera, guardando i video dell’inaugurazione in pompa magna a fine maggio del 2021. Ora si può camminare in questo luogo profumato come un parco reale e sorvegliato meticolosamente da guardiani in divisa. Chi viene a fare jogging si ferma sul terrazzino panoramico, prende una boccata d’aria e si perde per qualche secondo nel fiume.

C’è un anfiteatro con più di 600 posti a sedere per gli eventi, un bar all’aperto, panchine su cui riposare e i bagni pubblici più lussuosi mai visti (gratuiti). Un piccolo paradiso lontano dalle strade frenetiche e dal flusso di taxi gialli che ormai invadono le vie principali a qualsiasi ora. Un angolo di pace incastonato però in un quartiere della città che continua a crescere, fra palazzi in costruzione e uomini al lavoro anche di notte.

La città non ce la fa a fermarsi, non ci riesce. E’ come se corresse continuamente una gara invisibile per arrivare prima. Un primato che nessuno può toglierle: esiste una città al mondo che possa tenere il passo di New York? D’altra parte, riesce a conservare bene i suoi tesori e i suoi poli di attrazione: ogni volta che si torna al MoMa o al Met, c’è sempre una novità che merita di essere vista, un’installazione o un’esposizione di un artista che non si può assolutamente perdere. Cinque giorni, dieci giorni, un mese sono troppo pochi per visitare questa città che fa battere il cuore ai visitatori di tutto il mondo. Il tempo non basta mai e bisogna rassegnarsi a non poter vedere tutto.

Anche i ristoranti migliori, quelli che entrano ormai di diritto nelle guide turistiche e che hanno fatto la storia, come il Katz’s Delicatessen (famoso per il suo panino al pastrami) oppure lo scenografico Ellen’s Stardust Diner (che ogni sera fa il pienone con i performer che cantano e ballano fra i tavoli) non hanno perso colpi. Ma è nelle vie di Midtown meno conosciute e lontano dalle luci dei teatri di Broadway che si nascondono i locali dagli hamburger indimenticabili come il Black Iron Burger, che sugli schermi trasmette sempre una partita di baseball e propone burger con carne di alta qualità e le patatine fritte alle erbe che provocano dipendenza. Oppure c’è Margon, dietro Times Square, che con pochi dollari propone ottime colazioni e un sandwich cubano indimenticabile. A garantirlo c’è la coda in settimana già dalle 12 meno un quarto, quando chi lavora negli uffici limitrofi si affretta per procurarsi il pranzo che gli svolterà la giornata. A Chinatown poi, dietro le anatre appese in vetrina accanto alle mannaie sporche di sangue, su tavolini di plastica malandati, vengono serviti i dim sum più gustosi al mondo e i noodles farciti in mille varianti. Come al Deluxe Green Bo in Bayard Street, dove si paga soltanto in contanti e si beve tè caldo al posto dell’acqua.

Gustarsi un lobster roll sull’Hudson, mentre lo skyline della città sfila sotto gli occhi a bordo di una barca, con musica a palla e tante risate è una americanata che merita di essere provata. Sono le minicrociere organizzate dalla North River Lobster Co, che partono dal Pier 81 dal primo pomeriggio fino alla sera, ricreando un’atmosfera a metà fra il romantico e il kitsch, accompagnata da un panino con aragosta davvero buono che lascia il cliente elettrizzato. La domenica il gospel si prende la città, portando i fedeli e i turisti curiosi – da Harlem a Brooklyn – nelle messe dentro alle chiese e ai teatri: impossibile non rimanere catturati dalle voci scure dei coristi, per la maggior parte tenori, soprani e contralti di colore, che quando iniziano a cantare nel nome di Gesù fanno venire i brividi e scendere qualche lacrima.

Nell’ora a cavallo fra il tramonto e il calare della sera, i rooftop sono la meta più gettonata. Ce ne sono tantissimi, alcuni con piscine e sdraio dove rilassarsi, altri così vicini all’Empire State Building che sembra di toccarlo, alcuni inaccessibili. Poi la sera Manhattan indossa il suo vestito più scintillante ed è impossibile resisterle, anche se la stanchezza della giornata trascorsa da una Street all’altra si fa sentire, il richiamo della notte con le mille luci e i jazz club che promettono musica di livello è inarrestabile, come le notti magiche al Birdland, dove Charlie non c’è più, ma oltre ad aver lasciato in lista il suo drink preferito – quello che beveva la sera prima di stregare gli spettatori con la sua musica – il locale continua a proporre artisti e gruppi notevoli.

E’ troppo facile innamorarsi di questa città. Troppo bella, troppo grande, che dà troppe emozioni. Troppo tutto. Dolce e amara, irresistibile nelle sue manie di protagonismo che portano a toccare le stelle sulla cima dei suoi grattacieli, lassù dove non si vede quello che accade negli angoli bui fra gli invisibili. Se vuoi, qui puoi nutrirti di bellezza incondizionata senza vedere il lato oscuro della città. Basta non allontanarsi troppo dalle vie centrali. Manhattan con le sue mille cose fa sentire vivi, fa battere il cuore. Forse per questo che è stata scelta quest’anno fra le mete più gettonate per le vacanze estive: c’era bisogno di sentirsi vivi dopo l’emergenza Covid e New York è per antonomasia la città che non dorme mai.