All’improvviso, dopo aver viaggiato per migliaia di chilometri, si fermano e tornano indietro. Come se nella loro testa ci fosse un gps o un navigatore in grado di suggerire loro, con estrema precisione, la strada da intraprendere immediatamente per arrivare in tempo nella spiaggia dove si sono accoppiate e dove le femmine di elefante marino daranno alla luce il loro cucciolo.

Grazie a un meticoloso lavoro durato anni di ricerca un team di scienziati guidato dall’Università della California ha scoperto una affascinante e straordinaria capacità delle femmine di elefante marino: sono dotate di un senso unico, una capacità di navigazione, grazie a una sorta di gps integrato, che permette loro di compiere imprese inimmaginabili per altre specie.

Ogni anno infatti le femmine gravide di elefante marino in un certo istante della loro esistenza si fermano e tornano indietro: percorrono un viaggio che dura circa 240 giorni per 10mila chilometri attraverso l’Oceano Pacifico prima di tornare alle loro spiagge e riuscire a partorire entro cinque giorni dal loro arrivo. Ma come fanno a sapere esattamente quando rimettersi in cammino? Cosa le spinge a tornare indietro in un determinato momento ancora così lontano dalla data del parto? Alcuni scienziati, in uno studio pubblicato su Current Biology, hanno provato a fornire risposte a questa impressionante capacità dei mammiferi marini.

“Abbiamo scoperto che gli elefanti marini in migrazione sanno quanto sono lontani dalla loro spiaggia di riproduzione a migliaia di chilometri di distanza”, ha spiegato Roxanne Beltran dell’Università della California Santa Cruz. “Sanno anche approssimativamente quanto tempo ci vorrà per tornare indietro”.

Conservazione

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di Cristina Nadotti

Per i ricercatori è noto quanto gli elefanti marini siano abili navigatori, ma non era chiaro come riuscissero a tornare sempre in tempo a “casa”, ovvero nelle spiagge dove si riproducono. Grazie a localizzatori satellitari su oltre 100 femmine adulte hanno studiato i movimenti e tracciato i percorsi di questi animali, riuscendo a comprendere anche il momento esatto in cui le elefantesse decidono di girarsi e rientrare. Secondo gli esperti a condizionare il momento del ritorno non sono le condizioni corporee – come magari la mancanza di grasso – o ambientali, ma una sorta di Gps interno in grado di dire loro quando è necessario tornare per il parto, in base soprattutto alla distanza dalle spiagge in cui dovranno partorire.

“Siamo rimasti sorpresi dal fatto che il successo dell’alimentazione o la percentuale di grasso corporeo non fossero strettamente correlati a quando le felefantesse marine iniziano il ritorno dalla migrazione. Ci aspettavamo che quelle più grasse potessero terminare prima i loro viaggi per nutrirsi, ma non è stato così: invece, sembra che siano programmate per girarsi strategicamente in base a dove si trovano e per il tempo necessario a tornare indietro”, spiega ancora Beltran.

Un senso e una capacità decisamente affascinanti i cui segreti però non sono ancora completamente noti ai ricercatori: non si conoscono gli esatti segnali che influenzano gli elefanti marini nella scelta, ma è chiaro che possono regolare esattamente i loro viaggi in base a una percezione interna del tempo e dello spazio. Questa scoperta per gli esperti potrà aiutare a comprendere alcune implicazioni fondamentali per migliorare la conservazione della specie.