L’impegno dell’azienda sui temi della sostenibilità nelle varie declinazioni e il ruolo delle partnership per raggiungere risultati che siano superiori alla forza di ciascun componente. Ne abbiamo parlato con Dario Baroni, amministratore delegato di McDonald’s Italia.

Iniziamo da uno sguardo d’insieme: quali sono le regole e i target che l’azienda si è data nell’ambito della sostenibilità economica, sociale e ambientale?

“McDonald’s in Italia ha una presenza capillare, con 640 ristoranti e 27 mila dipendenti: siamo quindi consapevoli di poter fare la differenza nell’ambito della sostenibilità e, guardando al futuro, dell’Agenda 2030. In particolare, da alcuni anni abbiamo avviato una strategia che mira a incidere positivamente in quattro grandi ambiti: la qualità e l’origine del cibo, il rispetto dell’ambiente, le opportunità di crescita e di inclusione che possono essere offerte dal lavoro e la collaborazione con le comunità in cui siamo presenti”.

Monitorate i progressi?

“Partiamo sempre dalla misurazione degli impatti per poi porci degli obiettivi di miglioramento. Per esempio, in merito alla qualità e all’origine del cibo, miriamo ad aumentare la quota di fornitori italiani di materie prime che oggi è già all’85%: la maggior parte dei prodotti serviti nei nostri ristoranti è realizzata con ingredienti provenienti da aziende italiane distribuite lungo tutta la Penisola, dalle mele altoatesine all’olio calabrese, oltre alle carni, al formaggio e all’insalata per citarne alcuni”.

Cosa fate sul fronte ambientale?

“Vogliamo essere protagonisti nella transizione ecologica lungo tutta la nostra filiera, “dal campo al vassoio”. Si tratta di un percorso in cui nessuna impresa può agire da sola, in quanto la collaborazione e la condivisione di una nuova cultura della sostenibilità ambientale sono obiettivi da perseguire lavorando insieme a tutti gli attori della catena di fornitura. Oltre agli obiettivi di riduzione delle emissioni, già ridotte del 5,9% dal 2015 a livello globale e lungo tutta la catena di approvvigionamento, in Italia abbiamo compiuto importanti passi avanti nello sviluppo di una filiera sostenibile della carne bovina con un progetto che include già mille allevamenti italiani”.

Quando si parla di sostenibilità, si abbraccia anche l’ambito sociale, delle persone. Siete attivi anche su questo fronte?

“Le persone sono al centro del nostro modo di operare. Ogni anno creiamo migliaia di posti di lavoro – entro il 2025 in Italia puntiamo a 12.000 nuove assunzioni – e lo facciamo con un duplice approccio: la valorizzazione delle categorie professionalmente più fragili e l’investimento per far crescere i talenti all’interno della nostra organizzazione, crescita per la quale eroghiamo oltre un milione di ore di formazione ogni anno e diamo borse di studio ai giovani studenti universitari (il 32% del totale dipendenti) e incentivi e supporto per lo studio della lingua agli stranieri”.

Alla luce di questa strategia, che ruolo giocano le partnership con soggetti esterni?

“Partiamo dalla condivisione di valori e principi: sono questi i criteri che ci guidano nella scelta dei partner con i quali sviluppiamo dei percorsi volti a fare la differenza nella sostenibilità. Così è stato con Coldiretti, dalla cui collaborazione è recentemente nata la nostra adesione a Filiera Italia. Una filiera molto articolata, dal prodotto della terra, all’allevamento, alla lavorazione, fino al consumatore finale nei nostri ristoranti: per rendere sostenibile una filiera così ampia è necessario che tutti gli attori facciano sistema, in una logica di collaborazione attiva, in cui ognuno mette in condivisione le proprie competenze e risorse. Il nostro è un approccio alle partnership che mira a metterci in gioco, ci pone obiettivi ambiziosi con interlocutori di eccellenza: lo riteniamo il modello più efficace per affrontare le sfide, sempre più urgenti, della transizione verso modelli di business sempre più sostenibili”.

In che modo queste iniziative si inseriscono in un percorso di partnership già consolidate?

“Dal 2008 abbiamo avviato con Fondazione Qualivita, e in collaborazione con numerosi consorzi di tutela, un percorso per valorizzare le migliori produzioni agroalimentari del nostro Paese, che ha portato ad arricchire l’offerta di materie prime italiane e di prodotti a marchio Dop e Igp nei menu dei ristoranti McDonald’s, offrendo un supporto alle imprese delle filiere Dop e Igp e ai Consorzi di tutela disseminati sul territorio nazionale.

Nel 2018, in collaborazione con Inalca, Coldiretti e l’Associazione Italiana Allevatori, è nato il progetto “Allevamenti sostenibili”, con l’obiettivo di incoraggiare l’adozione e la diffusione di pratiche sostenibili tra gli allevatori di bestiame da latte e promuovere la formazione del personale impegnato nell’allevamento di bovini in termini di benessere animale, ambientale ed economico-sociale”.

Resta poi il tema del contrasto ai rifiuti lasciati per strada o in spiaggia

“Si. In collaborazione con Fise Assoambiente e Utilitalia, lo scorso anno abbiamo lanciati la prima edizione de “Le giornate insieme a te per l’ambiente”, dedicate alla raccolta di rifiuti nell’ambiente, che hanno, a loro volta, generato oltre cento partnership locali con associazioni, scuole e società sportive dei territori interessati dall’attività da riqualificazione. Collaboriamo, inoltre, con Comieco per lo sviluppo di un nuovo sistema per garantire la riciclabilità del packaging in carta e di campagne di sensibilizzazione sulle corrette modalità di raccolta dei rifiuti rivolta ai consumatori nei ristoranti. Tra le altre cose, vorrei ricordare che quest’anno abbiamo aderito a Parks – Liberi e Uguali, un’associazione senza scopo di lucro che supporta le aziende a comprendere e realizzare al massimo le potenzialità di business legate allo sviluppo di strategie e buone pratiche di diversity management”.