Si è concluso ieri il Meeting Internazionale dei National Geographic Explorers tenutosi, per la prima volta in Italia, dal 6 all’11 settembre nella suggestiva cornice di Oasi Dynamo, riserva naturale nel cuore della toscana, affiliata al Wwf. Una perfetta sinergia tra conservazione, divulgazione ambientale e attività sociale. Qui la National Geographic, la più antica e tra le più prestigiose istituzioni scientifiche ed educative al mondo, ha trovato lo spazio ideale per raccontare ancora una volta la propria missione: illuminare e proteggere le meraviglie del mondo. E lo ha fatto grazie al prezioso contributo dei suoi 14 esploratori provenienti da tutta Europa, dall’Africa e dal Medio Oriente che, in occasione dell’evento, hanno presentato i risultati di importanti ricerche scientifiche su flora, fauna e clima, arrivando a nuove conclusioni e soluzioni per la difesa, la conservazione e la salvaguardia dell’ambiente. Il tutto sotto l’occhio e l’orecchio fiero dei dirigenti senior della National Geographic Society Hq di Washington, Alex Moen, capo degli explorer, e Crystal Brown, capo comunicazione, marketing e brand per il Mondo; insieme a Marco Cattaneo, caporedattore di National Geographic Magazine Italia. 

“In un’epoca di profonda confusione, ma di chiara consapevolezza che l’Uomo deve riconnettersi in modo decisivo con la Natura, ospitare una delle istituzioni scientifiche e educative più prestigiose al mondo, è per noi un privilegio e un tassello importante del nostro lavoro quotidiano di costruzione di un futuro migliore” afferma Matteo Pennacchi di Oasi Dynamo, che aggiunge come “le ricerche e le innovative scoperte scientifiche degli Explorer sono una concreta speranza nell’obiettivo di riequilibrare e riarmonizzare il rapporto tra l’essere umano e la Terra”. 

Oasi Dynamo, il Meeting Internazionale dei National Geographic Explorers

Durante la permanenza all’Oasyhotel gli explorer, un mix eterogeneo di fotografi, ecologisti, archeologi, educatori e scienziati marini, hanno partecipato a corsi di formazione, sessioni di public speaking, programmi di team building e narrazione. Un’occasione unica per conoscersi, confrontarsi, apprendere nuove modalità per comunicare le proprie ricerche scientifiche, ma anche per connettere e ispirare il mondo al cambiamento. Non sono mancate poi attività outdoor quali mountain bike, equitazione, sfide di orienteering, così come osservazioni astronomiche a caccia di stelle e passeggiate alla scoperta della natura incontaminata di Oasi Dynamo, popolata da piante rare e diverse specie animali tra cui lupi e cervi.

Il meeting è stata anche occasione per gli explorer di vivere tutte le realtà che rendono la riserva naturale un virtuoso modello di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale a livello nazionale: Dynamo Camp, onlus che offre gratuitamente programmi di terapia ricreativa a bambini e ragazzi con patologie gravi o croniche; e Dynamo Academy, impresa sociale attiva in ambito formazione e consulenza per le imprese nei temi di sostenibilità sociale. “Abbiamo dato vita a questo evento non solo per fare formazione ai nostri explorer e dare loro nuove skill, ma anche e soprattutto per connettere persone tra loro e con il territorio – spiega Chloe Cipolletta, del programma Internazionale della National Geographic Society – I progetti che noi finanziamo nascono proprio da momenti come questi, momenti in cui i ricercatori si trovano a conoscersi, confrontarsi e condividere per poi dare vita a nuove grandi idee”.

Il Meeting Internazionale dei National Geographic Explorers in Italia

Quattordici esploratori provenienti da Europa, Africa e Medio Oriente hanno presentato i risultati di importanti ricerche scientifiche su flora, fauna e clima, arrivando a nuove conclusioni e soluzioni per la difesa, la conservazione e la salvaguardia dell’ambiente

Il meeting internazionale dei National Geographic Explorers porta dunque con sé un messaggio di speranza per le nuove generazioni che possono cambiare il destino del mondo se solo imparano a riconoscere e condividere le proprie passioni. Come sottolinea Marco Cattaneo, “le nuove generazioni hanno il potere di svegliare una coscienza e dare una svolta al destino delle cose, prima di tutto perché sono infinitamente svegli e curiosi, e poi perché sono interconnessi con le dinamiche ambientali, essendo nati in un’era in cui il cambiamento climatico è ormai a tutti gli effetti parte della loro vita”.