La generazione Z prova a risolvere il problema della siccità. Rimboccandosi le maniche, con ingegno e talento. Così, a vent’anni, Giulia, Edoardo e Jacopo hanno messo a punto una piattaforma (il suo nome è WOP, Water Optimization Protocol), che si basa su un modello di intelligenza artificiale capace di ottenere informazioni, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi. Partendo dalla disponibilità idrica attuale, dai dati chimici relativi al suolo e dai dati meteorologici, per restituire all’agricoltore importanti informazioni su tempistiche e modalità di irrigazione del terreno. “Ci siamo iniziati a focalizzare sulla coltura del mais, per poi passare alle orticole e infine abbracciare tutto il settore dell’agricoltura”, spiegano sorridenti i tre giovanissimi ricercatori milanesi.

Giulia Sironi e Edoardo De Cal partecipano ad Aurora Fellows, un progetto di respiro europeo aperto ai ragazzi e ragazze under 21, che si propone di affiancarli nell’esplorazione del proprio talento e nell’espressione del potenziale in progetto che orbitino intorno a sostenibilità ambientale e lotta al cambiamento climatico; con loro il collega Jacopo Cometti, che nel 2021 aveva fondato Treelab S.r.l. startup innovativa legata alla digitalizzazione.

Nuove generazioni che si mettono in gioco. E che al termine di una delle estati più calde e aride dell’ultimo periodo lanciamo un messaggio forte a uno dei settori che maggiormente sfrutta le risorse idriche, l’agricoltura, spesso in maniera poco consona, complici processi non sempre efficienti. E del resto – secondo un’indagine di International Finance Corporation-World Bank Group – un’irrigazione efficiente può aumentare i raccolti fino al 40% e ridurre il consumo di acqua del 20-30%.

Così il progetto dei tre giovanissimi milanesi è stato premiato da ENI Joule, il percorso di ENI per l’impresa che permette ai giovani di creare la propria startup, nell’ambito del Human Knowledge Lab, l’appuntamento annuale che celebra i progetti più innovativi di mobilità sostenibile, decarbonizzazione, economia circolare e lotta al cambiamento climatico.

Ottimismo, talento, professionalità: sono storie, le loro, che aiutano ad avere fiducia nel futuro. Giulia, per esempio, aveva già co-fondato Gen Q, una realtà che si occupa di gender diversity. A 14 anni era già volontaria con la Croce Rossa, a 16 già educatrice nella cooperativa sociale della sua città, Rho. Si è diplomata in Chimica Ambientale e Biotecnologie, lavorando poi nel settore.

Oggi suona la carica, con i suoi amici e coetanei, per un’inversione di tendenza a tutela del Pianeta: “C’è un’attenzione importante per l’ambiente da parte della mia generazione. Questo non significa che la mia generazione sia migliore delle precedenti: la sensibilità che hanno le persone verso un tema deriva in gran parte dal contesto. Il tema del cambiamento climatico – continua – non è una novità, ed era già stato ampiamente descritto dalla generazione degli scienziati precedenti, ma le persone non avevano tutti i mezzi che esistono oggi per acquisire la consapevolezza e la cultura necessaria. Oggi non abbiamo alibi: tutti i giorni facciamo scelte consapevoli”.

“Quello che ancora manca alla società per osservare dei reali cambiamenti a livello planetario è un vero e proprio cambiamento di mentalità. – dice Jacopo Cometti, 20 anni, studente di  Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, un’esperienza formativa negli Usa e, nel 2021, la creazione di TreeLab S.r.l., startup che si occupa di innovazione digitale con attenzione alla sostenibilità dei processi – Bisogna passare da una mentalità miope, finalizzata all’oggi e meramente speculativa, a una visione a lungo respiro in cui si privilegi il benessere comune della terra e delle generazioni a venire. Ma è sciocco pensare che i motori di questa trasformazione possano essere le grandi corporations, che agiscono al fine di trarre profitto, che stanno al passo con il trend green, trattando l’argomento solo superficialmente e abbracciando soluzioni apparentemente ecologiche, il più delle volte solo al fine di ottenere incentivi o di guadagnarsi un’etichetta da mostrare ai clienti. E allora spetta a noi, generazione Z, fare il massimo per ridurre l’impronta ecologica, partendo dall’impiego di piccoli accorgimenti per risparmiare sul consumo energetico, come ad esempio il cambiamento della propria dieta se basata eccessivamente su carne animale, o il corretto riciclaggio dei rifiuti domestici”. Oppure la riduzione degli sprechi idrici, che ha per esempio ispirato WOP.

Edoardo de Cal, 20 anni, è entrato in Aurora Fellows nel 2021. Enfant prodige (a 13 anni vinse uno dei primi hackathon italiani, organizzato da Facile.it), studia Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano ed era già stato founder dell’app Fontanelle d’Acqua. Un’idea semplice ed originale: una piattaforma in grado di localizzare e rendere facilmente raggiungibili le fontanelle d’acqua di tutto il mondo. “Ero rimasto sconvolto dal dato secondo il quale l’Italia era la seconda nazione al mondo per consumo di bottiglie d’acqua di plastica e così ho deciso di ingegnarmi”, racconta. Il successo della App gli è valso  – nel 2017, 2019 e 2021 – un posto tra i 350 migliori studenti al mondo, con l’invito di Apple a partecipare al WWDC (Conferenza mondiale per sviluppatori) a Cupertino, in California. “Sono stato il più giovane europeo ad aver vinto per tre volte”, sorride. In WOP, Edoardo si occupa della gestione degli aspetti più tecnici.

“Ogni volta che viene reso noto il cosiddetto Overshoot Day, il giorno in cui il mondo è prevista la fine delle risorse naturali, risulta drammaticamente anticipato rispetto alla data dell’anno precedente. – denuncia – Una tendenza che appare irreversibile, ma a differenza di quanto accadeva in passato, a disposizione della generazione Z, spontaneamente incline all’approccio tecnologico digitale, vi è la capacità di cercare soluzioni digitali avanzate e creative, in grado di cercare di spostare in avanti le lancette del game over per la Terra. Ne è un esempio il nostro progetto WOP, con il quale aiutiamo gli agricoltori nella gestione e ottimizzazione delle risorse idriche. Il nostro è un primo piccolo passo, ma anche un esempio di ciò che può essere fatto anche da altri, in differenti settori e per altre risorse naturali”.