Tre scatti per raccontare l’emergenza squali nel Mediterraneo. Sono quelli che hanno vinto il concorso lanciato nell’ambito del progetto Elife cofinanziato dallo strumento finanziario Life Elife dell’Unione Europea, con l’obiettivo di migliorare la conservazione delle specie di elasmobranchi (squali e razze) nel Mar Mediterraneo promuovendo le migliori pratiche di conservazione nel contesto della pesca professionale.

Le tre fotografie vincitrici sono un Gattopardo (Scyliorhinus stellaris) di Piero Mescalchin, un Gattuccio (Scyliorhinus canicula) di Giovanni Roppo Valente e l’Aquila di mare (Myliobatis aquila) di Giancarlo Torre.

2° Gattuccio (Scyliorhinus canicula), di Giovanni Roppo Valente 

Dalla metà degli anni ’80 nel Mare Nostrum sono stati proprio i pesci cartilaginei a subire un forte impatto, soprattutto a causa della pesca accidentale. Molte catture si verificano infatti durante le attività di pesca costiera, indirizzate verso altri stock commerciali. Nella sola Unione Europea si calcolano 42mila tonnellate di esemplari pescati nel 2018 (dati Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine).

3° Aquila di mare (Myliobatis aquila), di Giancarlo Torre 

Per questo il progetto Elife sostiene anche la corretta informazione su queste specie e contribuisce alla loro salvaguardia non solo promuovendo l’applicazione di strumenti alternativi di pesca, che consentano di limitare le catture accidentali, ma anche sensibilizzando gli stakeholders sull’importanza e il ruolo che gli squali svolgono nei nostri mari.

Il progetto Life Elife coinvolge dieci partner in Italia, Grecia e Cipro: la Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, coordinatore del progetto, l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) e quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Sardegna), Costa Edutainment, con particolare riferimento agli Acquari di Genova e Cattolica, il Consorzio Mediterraneo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Legambiente, Marine & Environmental Research (MER) Lab, Algowatt, l’Università degli Studi di Padova.