PAVIA – Nei corridoi dello Iuss, la scuola universitaria superiore di Pavia, gruppetti di studenti chiacchierano e le loro parole ricorrenti sono “cambio climatico”, “energia”, “valutazione dell’impatto”, “esperienza professionalizzante”. Da ieri, si sono riuniti qui 230 dottorandi di 52 università ed enti di ricerca italiani, che partecipano al primo dottorato in sviluppo sostenibile e cambiamento climatico. Sono tre giornate dense di eventi, con ospiti illustri.

In attesa che i pionieri dello Iuss completino il corso di studi, il primo diploma di “Dottorato di Ricerca ad Honorem in sviluppo sostenibile e cambiamento climatico” è stato consegnato a Enrico Giovannini, professore dell’Università di Roma “Tor Vergata” e direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, con una cerimonia all’interno dell’inaugurazione dell’anno accademico 2022/23. Nella sua lectio magistralis Giovannini ha affrontato un tema quanto mai di attualità, “La modifica della Costituzione italiana per uno sviluppo più sostenibile”.

La prolusione del presidente di Asvis è soltanto uno dei tanti spunti su cui si confrontano i dottorandi in questi giorni. Le prime due giornate – spiega Mario Martina, coordinatore del Phd in the Sustainable Development and Climate change (PhD-SDC), – sono giornate di lavoro di gruppo dei 100 dottorandi del 37esimo ciclo, che ora sono al loro secondo anno di attività e che lavoreranno su problemi concreti a cui il cambiamento climatico ci sta mettendo di fronte, come l’innalzamento del livello del mare, la desertificazione, le ondate di calore o di gelo”.

I gruppi sono formati da dottorandi con diverse competenze accademiche, guidati da esperti e scientific advisors internazionali tra cui Anna Pirani, a capo del working group 1 dell’Ipcc, Jenty Kirsch-Wood, a capo del Global Risk Management and Reporting dell’Undrr e Lukas Meyer, professore in filosofia alla Università di Graz.

“Nella terza giornata – continua Mario Martina – si aggiungeranno i 130 dottorandi del 38esimo ciclo, che hanno appena iniziato il loro percorso di formazione dottorale e a cui sarà dedicato un programma denso di interventi e dibattiti scientifici per dare loro il benvenuto nella grande comunità del dottorato”. Oltre a Enrico Giovannini, partecipano alle tre giornate di lavoro, Carlo Papa, direttore generale della Fondazione Enel knowledge, partner del dottorato, Patrizia Lombardi, Presidente della Rete delle Università per la Sostenibilità e dell’Advisory Board del dottorato, e Valentina De Marchi, professoressa in innovazione ambientale alla Università di Padova. 

“Il Dottorato Nazionale in sviluppo sostenibile e cambiamento climatico è un progetto nato nel 2021, grazie al cofinanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca e degi Atenei coinvolti, che ambisce a creare una nuova generazione di ricercatori ed esperti che contribuisca a ridisegnare una società più equa e sostenibile. – spiega Martina – Si tratta di un obiettivo che, per essere raggiunto, richiede una preparazione multidisciplinare e un approccio alle problematiche da differenti punti di vista, sia tecnologici ed economici sia sociali, con particolare riferimento all’immigrazione, alla salute, alla giustizia, all’inquinamento, all’accesso all’acqua e al cibo. Per questa ragione, il dottorato nazionale, della durata di tre anni, si articola in sei curricula, i quali prevedono come tema centrale e unificante lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico con focus specifico sull’area di specializzazione del curriculum prescelto dal candidato, senza, tuttavia, tralasciare una formazione di alto livello anche nelle altre aree”.

Il ruolo dello Iuss – capofila del progetto e sede amministrativa del dottorato insieme al Center for Climate Change studies and Sustainable Actions, della Federazione delle Scuole Universitarie Superiori (Iuss Pavia, Sant’Anna di Pisa e Normale di Pisa), con il sostegno della Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (Rus), e dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), e in convenzione con 50 Atenei italiani aderenti al progetto -, è stato sottolineato anche dal rettore della Scuola Universitaria Superiore Iuss di Pavia, il professor Riccardo Pietrabissa.

“L’idea è di mettere al centro la formazione, non più le discipline, gli insegnamenti con la loro classica verticalità – osserva Pietrabissa – vogliamo mettere insieme la complessità. Nell’ambito del cambio climatico e dello sviluppo sostenibile esistono ormai delle grandi sfide sociali per le quali non saremo preparati se continueremo a dividerle in settori. Il nostro obiettivo è far dialogare studenti che vengono da lauree diverse, come giurisprudenza, filosofia, medicina, matematica, ingegneria non soltanto sul cambio climatico e sulla sostenibilità. Ormai tanti ambiti richiedono una molteplicità e una complessità di approcci, ce lo ha mostrato la pandemia da Covid, una questione di carattere medico e sanitario che ha avuto enormi ripercussioni sociali, di geopolitica, di economia. Oggi per noi il tema vero è affrontare sfide complesse con una molteplicità di strumenti”.