Alcuni fra gli uomini più ricchi del mondo, come Bill Gates o Jeff Bezos, stanno investendo in una start-up che ha come missione quella di “decarbonizzare i bovini”. Sul sito della società australiana Rumin8 precisano infatti di avere l’obiettivo di “decarbonizzare 100 milioni di bovini entro il 2030”, il che si traduce in circa “lo 0,4% di tutte le emissioni di gas serra nel mondo, ovvero 200 milioni di tonnellate in meno all’anno di emissioni”.

 

Per riuscirci, per evitare le emissioni di gas metano prodotte per via della digestione delle mucche in pascoli e allevamenti, come sta già accadendo in altre realtà la startup australiana punta sulle alghe.

  

Da tempo più società nel mondo stanno infatti sviluppando sistemi per integrare foraggio e cibo per nutrire gli animali con alcune alghe che aiutano a bloccare l’azione dell’enzima responsabile di fatto della produzione di metano durante la digestione.

Come è noto il metano è un potente gas serra fra i responsabili del surriscaldamento globale e nel settore dell’agricoltura, soprattutto degli allevamenti, il 32% delle emissioni proviene proprio dal bestiame tra eruttazione dei bovini e letame.

Metano, il gas naturale che scalda l’atmosfera

Negli anni Rumin8 ha sviluppato, come l’azienda svedese Volta Greentech oppure la Irish SeaSolutions, sistemi collegati a integratori alimentari naturali a base di alghe sempre più promettenti per frenare le emissioni di metano: per questo, dopo aver ottenuto vari milioni di finanziamenti iniziali (16 in totale), adesso a investire nella startup è arrivata anche la Breakthrough Energy Ventures (BEV) del fondatore di Microsoft Bill Gates con un contributo di circa 8 milioni di euro. La stessa BEV è una società  sostenuta anche da Jeff Bezos di Amazon e Jack Ma, co-fondatore di Alibaba.

Rumin8, che ha la sua sede a Perth, è convinta che i nutrienti a base di alghe da loro sviluppati siano una soluzione a “basso costo e scalabile al problema del metano”. Altre società, come Volta Greentech, nei mesi scorsi hanno spiegato ad esempio che se si somministra alle mucche una dose giornaliera di soli 100 grammi di additivi a base di alghe rosse le emissioni di metano enterico (il gas fermentato nell’intestino di mucche, pecore e capre) si riducono fino all’80%. Altro sistema di sviluppo che avviene altrove ma per lo stesso problema, è poi quello di applicare direttamente mascherine sul muso dei bovini, in modo da “intrappolare” i rutti.

David Messina, co-founder e ceo di Rumin8, è entusiasta del lavoro che si sta sviluppando in questo settore: “I risultati di laboratorio continuano a produrre risultati eccellenti, le nostre sperimentazioni sugli animali riflettono i risultati di laboratorio e il modello finanziario che stiamo intraprendendo indica che saremo in grado di fornire i nostri prodotti a un prezzo commerciale”.

Nell’annunciare i fondi ottenuti da Bill Gates l’amministratore ha spiegato anche che le prime prove commerciali inizieranno presto in Australia, Nuova Zelanda, Brasile e Stati Uniti.

 

Più in generale, nel mondo, sono diversi i programmi e le iniziative nel tentativo di ridurre le emissioni legate al metano. Alla Cop27 ad esempio, durante la Conferenza delle Parti sul clima in Egitto 150 nazioni si sono impegnate a ridurre le emissioni di metano del 30% entro la fine di questo decennio. L’Unione Europea, con vari finanziamenti, sta investendo milioni di euro per tentare la riduzione delle emissioni e anche per introdurre normative sul metano nei settori dell’energia e dell’agricoltura.

Altri programmi passano poi per indicazioni che includono la necessità di ridurre il consumo mondiale di carne, così come il numero di allevamenti intensivi, impianti che in futuro – è convinta la startup australiana – per cercare di contenere le emissioni legate alla digestione dei bovini dovranno sfruttare proprio il mix di alghe rosse e foraggio da pascolo che stanno mettendo a punto grazie ai soldi di Bill Gates.