Ci sono campi in cui avere una visione sul futuro è semplice, potremmo dire anche immediato. In altri casi invece è anche sorprendente: mai te lo immagineresti, ad esempio, in un settore, come quello dell’agricoltura e delle costruzioni dove le evoluzioni non sono sempre evidenti a prima vista. Eppure, basta guardare meglio. Lo fa da anni David Wilkie, Industrial Designer che progetta, insieme alla sua squadra, macchine agricole e per le costruzioni con uno stile e una tecnologia che nulla ha da invidiare all’automotive. E non a caso è proprio dall’automotive che Wilkie proviene, avendo lavorato prima per Citroen a Parigi e in seguito per Ford e Bertone a Torino, città che ora è diventata la sua casa.

 David Wilkie
 David Wilkie 

Dal 2014 è alla guida dell’Industrial Design Center CNH Industrial, una divisione in house, composta da 22 persone che lavorano principalmente tra Torino, Modena e Chicago. “Il mio è un team internazionale – racconta Wilkie – eterogeneo, con diverse provenienze e un diverso background professionale e culturale. Io stesso sono scozzese, ho fatto esperienze professionali diverse e lavoro da tanto a Torino. Credo sia importante questo mix di partenza: permette di avere uno sguardo più profondo su quello che è il presente, ma anche sul futuro. In ogni lavoro – che penso, disegno, progetto – metto la mia esperienza passata ma anche tantissime intuizioni che arrivano dalla creatività dei giovani. In CNH Industrial siamo convinti che siano proprio i giovani designer, con la loro voglia di cambiare il mondo e con le loro intuizioni a poter immaginare più facilmente il futuro. Non a caso il nostro purpose, Breaking New Ground – costruire nuovi orizzonti – si rivolge proprio a loro”.

Dall’esperienza nel settore dell’automotive, Wilkie ha portato con sé l’attenzione al dettaglio, ma è qui, in questo mondo che sottolinea il passo in avanti. “Gli interni dei trattori e delle macchine per costruzioni hanno un’importanza fondamentale nel design di un nuovo mezzo: la tecnologia è ancora più presente e importante perché queste macchine si sono arricchite di funzionalità sempre più innovative e complesse. C’è ancora più attenzione alla sicurezza, all’ergonomia e anche alle necessità del cliente finale. Vogliamo sapere quali sono le eventuali difficoltà che gli operatori e gli agricoltori provano nel guidare un mezzo pesante per 8 ore al giorno. Solo loro ce lo possono dire”. In CNH Industrial, negli anni il legame tra le attività del Design Center e l’Engineering è quindi diventato sempre più stretto: indispensabile per realizzare progetti complessi che tengano conto della funzionalità dei mezzi, della loro ergonomia e della loro estetica.

Nel Design Center CNH Industrial si parla di Design Sistemico attento alla tecnologia avanzata (punto fondamentale della ricerca dell’azienda), ma anche alla sostenibilità ambientale e sociale. Sostenibilità ambientale intesa come attenzione e selezione di materiali che durino a lungo e che siano in grado di rispondere a sollecitazioni costanti. Quindi anche materiali riciclati, con performance e design che non invecchiano, ma che possono eventualmente essere sostituiti. La sostenibilità sociale, invece, trova espressione nell’inclusività e nell’ergonomia attenta alle diverse necessità, come al mondo femminile – sempre più numeroso – e alle disabilità. Tutto questo richiede da parte del Design Center un ascolto e un’attenzione ai bisogni sempre più efficiente, che permetta di offrire soluzioni all’avanguardia.

E, nell’attenzione a quello che sarà il futuro, c’è anche l’impegno che il Design Center CNH Industrial rivolge alle nuove generazioni, attraverso collaborazioni con le università e con le scuole di Industrial e Automotive Design.

“L’esperienza – sottolinea Wilkie – deve necessariamente aprirsi ai giovani che sono un radar in grado di vedere le nuove tendenze della società. In questo la talent attraction è fondamentale per la nostra azienda: un mondo giovane e stimolante è necessario per avere nuove idee che non siano “contaminate” dalle regole del business o da limiti di produzione, ma che viaggino libere. Attenzione: non progetti puramente teorici, ma risposte a un bisogno preciso, che siano credibili, realizzabili e realistiche”.

In quest’ottica si inserisce anche l’ultima collaborazione con lo IED di Torino e con il Gruppo Lavazza legato all’ideazione di un Coffee Harvester of The Future. Un progetto interessante anche perché i due player industriali sembrano molto distanti: CNH Industrial a monte, con le proprie macchine, nella raccolta e nel picking di caffè, e Lavazza nella lavorazione del prodotto finito. Eppure, insieme, hanno funzionato benissimo.

I ragazzi partecipanti all'evento coadiuvato IED-Lavazza
I ragazzi partecipanti all’evento coadiuvato IED-Lavazza 

“18 ragazzi del corso di Transportation Design dello IED – spiega Wilkie – si sono attivati per realizzare progetti sistemici che rispondessero alle necessità quantitative e qualitative rappresentate dalla raccolta del caffè, presentando idee di grande interesse. Un team giovane e multiculturale di alto livello che è stato premiato per i risultati e per la visione globale del tema. Uno di questi in particolare, TAZZINA, si è evidenziato per completezza e idee creative. Da qui in avanti abbiamo in programma nuovi progetti che realizzeremo insieme a scuole internazionali anche in altri settori per offrire ai giovani stimoli, formazione e nuove opportunità. In fondo i trattori non fanno sognare solo i bambini.”