In Italia, seppur in calo, le emissioni di CO2 legate al mondo dell’agricoltura sono ancora intorno al 9%. Questo settore conta però una serie di criticità, dall’uso dei pesticidi fino all’antibiotico resistenza negli allevamenti, che senza revisioni rischiano di compromettere a lungo le risorse naturali e la biodiversità del Paese. Eppure, dalle potenzialità dell’agrovoltaico (per ottenere energia pulita e coltivare), fino alle alla riscoperta del biologico e del chilometro zero, si può ancora fare molto per indirizzare questo settore su un cammino più sostenibile.

 

Al Forum nazionale di Agroecologia Circolare di Legambiente, che si è concluso da poco, si è parlato proprio di questo: biologico al centro, filiere made in Italy, transizione ambientale, energetica e sociale del modello agricolo. Il che significa “insistere su agrivoltaico, riduzione del 62% dell’uso della chimica di sintesi, Piano strategico nazionale PAC in linea con strategie Ue, adozione di un nuovo PAN e approvazione della legge contro le agromafie” spiegano dall’associazione indicando gli obiettivi cruciali.

 

Oltre alle richieste indirizzate al governo per un cambio di rotta necessario, è bene però sia incoraggiare sia prendere esempio dalle realtà positive che già esistono, quelle che Legambiente definisce come le visioni degli “Ambasciatori dell’Agroecologia”, storie di amministrazioni e realtà rurali da prendere come modelli di buone pratiche. Al termine del forum, sono state premiate 10 realtà particolarmente virtuose. Ecco le loro storie.

Claudia Antonucci – Cooperativa Orsogna – Orsogna (CH)

Questa cooperativa in provincia di Chieti, che raduna aziende dedite alla produzione sostenibile e certificate biologiche, ha fatto della tutela del territorio e della salute i suoi principi: dal 1995 in cui si contavano una novantina di associati oggi si è arrivati addirittura a 400 consorziati. Mentre cresce il numero di realtà aggregate, cresce anche la necessità di nuovi progetti legati ad esempio al sociale: “La cooperativa è oggi anche al fianco delle donne attraverso il progetto “Eva – empowerment verso l’autonomia delle donne con vissuti di violenza di genere” con interventi e azioni concrete per l’inserimento lavorativo, al termine di un periodo di tirocinio, che si è rivelato una meravigliosa opportunità di rinascita” dice Legambiente mentre affida il premio alla Cooperativa Orsogna.

Valentina Avvantaggiato, sindaca di Melpignano (LE), con il presidente di Legambiente Stefano Ciafani
Valentina Avvantaggiato, sindaca di Melpignano (LE), con il presidente di Legambiente Stefano Ciafani

 

Valentina Avvantaggiato – Sindaca di Melpignano (LE)

Se c’è un luogo laboratorio del futuro nel sud Italia questo è sicuramente Melpignano: nel paese della Notte della Taranta, si portano avanti buone pratiche che passano attraverso comunità energetica, diffusione dell’acqua in vetro e progetti di riqualificazione urbana attenti a sociale ed ambiente. Alla sindaca Valentina Avvantaggiato, che promuove “la politica della cura”, e punta a una economia  “circolare ed inclusiva, capace di stimolare il tessuto micro-imprenditoriale, di rilanciare le ricchezze enogastronomiche, di favorire forme di turismo lento e destagionalizzato” è stato assegnato un riconoscimento dedicato a tutta Melpignano. In particolare, un plauso va all’impegno per il divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari in area urbana e al progetto “Mensa Etica a Km0”, una “garanzia per i piccoli concittadini ed incentivo alla produzione biologica per i giovani agricoltori”.

Silvia Chirico – Tenuta Chirico – Ascea (SA)

Anche nel cuore del territorio che è promotore e difensore della Dieta Mediterranea, il Cilento, si lavora per un futuro più sano. Per esempio Silvia Chirico nella sua Tenuta Chirico – attività di famiglia immersa tra le colline di Ascea – da 30 anni alleva vacche, capre e bufale i cui prodotti vengono sapientemente trasformati in mozzarelle di latte di bufala, formaggio di vacca, provola affumicata, yogurt e gelato di latte di bufala sempre nel rispetto delle tradizioni più autentiche. Anche in questo caso si punta su filiera corta ed economia circolare, guardando anche ad energia ed emissioni: l’azienda ha infatti aperto la strada della produzione di energia da fonti rinnovabili con il primo impianto di biogas del Cilento realizzato nel 2013.

Rita De Padova – Presidentessa Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus – Foggia

Dal recupero di grani antichi all’impegno nel ricavare fondi da destinare al mondo dei minori in difficoltà ed all’accoglienza, la Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus di Foggia punta a coniugare “rispetto dei valori sociali” con “percorsi di agricoltura biologica” sviluppati in 500 ettari che si estendono tra Foggia, Nocera e Manfredonia  e che nel tempo si sono arricchiti anche grazie alla sinergia tra gli agricoltori locali. La Fondazione, con il premio consegnato a Rita De Padova, è stata premiata proprio per la determinazione nel rispetto dei suoi valori.

Loredana Lucentini – Az. Agr. Sotto al Poggio – Orbetello (GR)

Difensori di un prodotto sempre più in difficoltà tra crisi climatica e perdita di biodiversità, quel miele che le api producono oggi a volumi minori, sono Loredana Lucentini e il marito Giovanni. Nel 2013 Loredana dopo aver vissuto in Piemonte è tornata a casa, nella sua Maremma, per occuparsi del podere di famiglia tra Capalbio ed Orbetello. Qui, con massima attenzione all’ambiente, la coppia sta portando avanti un progetto – che è già un modello di buone pratiche – improntato sulle api e la valorizzazione del miele all’interno di una filiera consapevole e responsabile.

Fulvia Mantovani – Cooperativa Iris Bio – Calvatone (CR)

All’interno del Parco Naturale Oglio Sud c’è una cooperativa che ha un mantra ben preciso in mente: solo biologico e sano. La cooperativa agricola Iris porta avanti una “produzione esclusivamente biologica dalla sua fondazione ed è situata in un’oasi ricca di biodiversità” specifica Legambiente. In questa azienda sono stati piantati siepi e filari di alberi per contornare i campi coltivati, ed i fossi di irrigazione naturalizzati per consentire ad insetti ed anfibi di riprodursi. Inoltre, “dal grano coltivato si produce la pasta biologica i cui scarti uniti al mais e l’orzo aziendali così come anche allo scarto della lavorazione degli ortaggi, vengono utilizzati per l’alimentazione dei suini allevati allo stato brado”. Un bell’esempio di agricoltura ed economia circolare e di valorizzazione del territorio.

Anna Nardi – Perlage Winery – Farra di Soligo (TV)

Tra la domanda del vino che aumenta e un prodotto sempre più popolare nel mondo, chi decide di produrre biologico in una zona vocata alla produzione di prosecco allora si può dire che è davvero “alla continua ricerca di modelli economici positivi, basati sull’innovazione”. Questo è il caso di Anna Nardi che con la sua azienda Perlage si prepara al futuro anche grazie alla tecnologia: utilizzo di sensoristica innovativa e centraline metereologiche dotate di webcam per la rilevazione di indicatori di campo sempre più specifici, sono alla base della sua visione. L’obiettivo – spiega Legambiente che ha premiato l’azienda – “è la prevenzione delle avversità in agricoltura, oggi di sempre più difficile gestione anche a causa dei cambiamenti climatici. Dalle uve biologiche si ottengono inoltre vini vegan e privi di solfiti per soddisfare le esigenze di un pubblico eterogeneo e sempre più attento alla salute propria e dell’ambiente”.

Serena Peveri – Az. Agr. Ciaolatte – Borghetto, Noceto (Pr)

Incastrata perfettamente nella Pianura Padana e nelle terre del latte, il formaggio e i salumi, l’azienda Ciaolatte-Borghetto di Noceto in provincia di Parma è un esempio di “sacrifici e grandi soddisfazioni”. Serena Peveri è la responsabile amministrativa e commerciale di una azienda considerata oggi  “un fiore all’occhiello della zootecnia biologica nazionale; certificata biologica dal 1998  impegnata nel garantire l’intera filiera produttiva, dalla terra alla tavola” spiegano da Legambiente. Qui al centro sono proprio la produzione biologica, il benessere animale e la trasformazione del latte che avviene all’interno del caseificio di proprietà.

Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano (PO)
Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano (PO) 

Edoardo Prestanti – Sindaco di Carmignano (PO)

In provincia di Prato c’è un sindaco che non si ferma e continua a sperimentare con coraggio: stop al glifosato per la difesa dell’ambiente a livello comunale, Patto per lo sviluppo sostenibile locale per dar vita a un biodistretto, gestione multifunzionale del territorio,  recupero della campagna,  valorizzazione del turismo sostenibile. Basi su cui Edoardo Prestanti, primo cittadino di Carmignano, scelto fra gli “ambasciatori dell’agroecologia” di quest’anno, ha impostato il suo mandato. Lo scopo è “aprirsi al futuro senza dimenticare le proprie origini, riqualificare l’esistente per cogliere così nuove opportunità di sviluppo”.

Franco Vita – Sindaco di Nepi (VT)

Anche a Nepi, zona di noccioleti che sconvolgono territori e ambiente nel nome dell’industria e il commercio, c’è chi come il sindaco Franco Vita ha scelto di cambiare: stop al glifosato, stop ai neonicotinoidi, agricoltura integrata e nascita del biodistretto attraverso un atto assunto con lo scopo di mantenere la biodiversità nelle campagne, oltre che politiche per ridurre l’inquinamento dei terreni e soprattutto salvaguardare la salute dei cittadini. Per Legambiente, il sindaco Vita “ha capito che il suo territorio stava sopportando una situazione di forte pressione causata da una agricoltura tesa alla massimizzazione delle rese più che all’efficientamento delle produzioni ed ha agito con fermezza con un cambiamento di rotta”. E per questo è stato premiato.