Non solo divieti e sanzioni. La lotta all’inquinamento si gioca anche (se non soprattutto) sul fronte dell’innovazione, che sta facendo progressi enormi. Secondo uno studio realizzato da Sita, l’obiettivo di emissioni di carbonio net-zero fissato dall’Unione europea per il 2050 non è utopistico per il settore aereo, ma a patto che il comparto si digitalizzi e adotti sempre più soluzioni It che permettano a tutti gli operatori di monitorare, ottimizzare il consumo delle risorse e ridurre non solo le emissioni di CO2, ma anche le spese, divenute gravose alla luce dell’inflazione.

Il green che fa risparmiare

L’analisi condotta dal fornitore di tecnologia per il trasporto aereo parte dai dati di Eurocontrol, secondo cui dal 2016 la tecnologia ha consentito ai 17 scali di evitare 102.700 tonnellate di CO2 all’anno (pari alle emissioni annuali prodotte da quasi 17 mila italiani) nei 17 scali presi come campione. Questo ha consentito di risparmiare 26,6 milioni di euro di carburante e 2,2 milioni di minuti di rullaggio dei velivoli.

In un contesto in cui il cambiamento climatico la fa da padrone, diventa essenziale anche riuscire a monitorare e prevedere eventi atmosferici, per essere in grado di aumentare la sicurezza, limitare le emissioni e abbassare i costi. Sita stima che l’ausilio di soluzioni tecnologiche sul front dei rischi climatici possa consentire di risparmiare oltre 600 mila euro per ogni incidente collegato a fattori metereologici che viene evitato.

Alleanza per l’innovazione

“La tecnologia è il principale alleato del settore dell’aviazione, che oggi più che mai si trova ad affrontare sfide sempre più difficili, da un lato la necessità di essere più sostenibile e dall’altro il bisogno di contenere le spese, anche alla luce delle perdite subìte a causa della pandemia e della conseguente inflazione”, sottolinea Sergio Colella, presidente Europa di Sita. “Per questo motivo, la sostenibilità, se vogliamo che il settore si trasformi, deve essere integrata nelle operazioni quotidiane e solo la tecnologia può permetterlo”, conclude.

Impegno globale

Al di là di quanto stabilito a livello comunitario, è anche il mercato a fissare target ambiziosi. Nel corso del suo ultimo meeting, l’Icao (l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale) ha sottolineato la necessità di accelerare nel processo di transizione ecologica. “L’adozione da parte degli Stati di questo ambizioso obiettivo a lungo termine (il riferimento è alle zero emissioni nette entro metà secolo, ndr)”, si legge nel documento, “offrirà un contributo fondamentale all’innovazione green, con l’obiettivo di arrivare a voli a motore senza emissioni inquinanti”, si legge nella dichiarazione finale.

Allo stato attuale l’industria aeronautica è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni di CO2 a livello globale e la spinta in chiave green è attesta soprattutto dai progressi della tecnologia nel campo dei carburanti. Il riferimento, in particolare, è ai Saf (Sustainable Aviation Fuel), combustibili prodotti da risorse sostenibili come oli usati e residui agricoli che consentono di ridurre le emissioni di CO2 dell’80% rispetto a quelli fossili tradizionali. Attualmente il loro utilizzo nell’aviazione è legato alla miscelazione con il carburante tradizionale, ma l’obiettivo è di arrivare a utilizzarli in via esclusiva.