Il titolo, per dirla con una frase fatta, si spiega da solo: “Effetto Terra. Guida pratica per terrestri consapevoli”. Si parla di ambiente, dunque, nella nuova produzione Sky Original, con una conduttrice nuova di zecca, Francesca Michielin, in onda dal 6 marzo sul nuovo canale della piattaforma, Sky Nature. Sei puntate per raccontare come il mondo sta affrontando la transizione ecologica e per capire cosa ognuno di noi, nel suo piccolo, nella quotidianità, può fare perché questo cambiamento “verde” avvenga davvero.

Francesca Michielin ha 26 anni, per lei e per la sua generazione la battaglia ambientalista è una priorità assoluta, ma anche una parte integrante del suo modo di essere. “Per la mia generazione il momento è adesso. Sono nata nel 1995, alle elementari si iniziava a parlare i di questi temi, l’effetto serra, il buco dell’ozono, per noi bambini sono diventati argomenti consueti. Ricordo l’insegnante di scienze quando disse ‘da oggi studiamo la raccolta differenziata’, ci informava, ci interrogava, si studiava davvero quali erano i problemi che il mondo affrontava e cosa si poteva fare nella vita quotidiana. Erano le elementari primi anni duemila, ma anche a casa non era diverso. Mia mamma è sempre stata molto attenta, si informava sulle cose. Ma quello che contava per me era la musica e fondamentale è stato il Live Earth del 2007. Ricordo la maratona, 24 ore di musica, io sul divano davanti alla tv con papà e nonna, aspettando i Red Hot Chili Peppers. E ricordo tutta la campagna d’informazione, consumare meno facendo la doccia, imparare a usare i sacchetti della raccolta differenziata, sembrava che MTV all’epoca facesse pubblicità progresso. E poi essere ambientalisti era essere rock, ascoltare gli U2 significava essere ‘verdi’. Io avevo già capito che volevo essere una musicista, ma in quei giorni mi sono resa conto quanto fosse importante farlo riuscendo a smuovere le coscienze e le sensibilità. E cercando ho capito che l’argomento è complesso, che nella nostra vita ci sono contraddizioni da risolvere e che essere perfetti è impossibile, ma non per questo non bisogna tentare”.

Quindi ha accettato l’offerta di Sky…

“Ho detto di sì perché l’argomento mi sta a cuore e perché credo serva un figura di filtro, che possa affrontate questi temi essendo alla pari del pubblico. Non sono una ricercatrice, un’esperta o una scienziata, faccio musica ma vivo la vita come tutti, non ho nessuna cultura specifica in merito, ma penso sia fondamentale dare una guida pratica a chi ascolta e soprattutto andare in profondità nei temi. Voglio dire che sarà importante parlare dello scioglimento dei ghiacci e degli orsi, ma so che colpisce di più far capire a chi ci segue che quando stai facendo la spesa stai avendo un impatto sul Pianeta, che ogni nostra scelta è in relazione con la vita della Terra: come ci vestiamo, come andiamo al lavoro, come laviamo i piatti o i capelli, abitudini che non sembra ma possono migliorare le cose da subito”.

Perché gli artisti hanno un ruolo così importante in questa campagna? Perché preferiamo credere a loro che non ai politici?

“È un periodo in cui media e social ci stanno dando delle possibilità attive, il peso degli artisti è cresciuto. Sono diventati persone che potenzialmente potremmo incontrare al bar, persone che ti sono vicine, alla mano, credibili perché sono ‘con tè in molti modi quotidiani. E poi c’è la potenza della musica, che da sempre ha mandato messaggi importanti. Le canzoni hanno un potere incredibile, ognuno ci vede qualcosa, e questo qualcosa incide sulle emozioni di chi ascolta. È ovvio che hai una presa di coscienza diversa se ascolti qualcuno che ti emoziona e ti fa commuovere, rispetto a chi non ti ha mai emozionato. Dell’artista ti fidi, non vuoi essere deluso da lui, mentre che un politico ti possa deludere lo metti in conto, e questo rapporto emotivo è molto forte. Aver saputo che Billie Eilish è vegana, per esempio, mi ha aiutato molto”.

Lei è una musicista, ma in questo caso si trasforma in una conduttrice televisiva, come a Sanremo ha vestito i panni della direttrice d’orchestra. Si muove a 360 gradi…

“Mi piace l’idea di poter essere così. Penso a Bowie, è sempre stato poliedrico, ha fatto letteratura, cinema, arte, musica, e sarebbe bello muoversi in questo modo nel mondo, come Charlie Mingus, sul quale sto scrivendo la mia tesi di laurea, che aveva fatto scrivere le note di copertina di un suo album a uno psicanalista. Ho sempre visto queste figure come estremamente interessanti, ed è bello uscire dalle etichette che questo Paese un po’ ci impone”.

Cosa le è piaciuto di questa esperienza televisiva?

“Mi è piaciuto l’aspetto autoriale, mi piace scrivere, dal podcast al libro che uscirà tra un mese. Mi è piaciuto stare con giovani ricercatrici e vedere qual è la tenacia da parte delle donne, ho notato che non hanno quell’atteggiamento, che ho avuto anche io, per il quale devi quasi sempre giustificare perché sei lì, dimostrare le tue competenze”.

Lo studio

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Qual è, oggi, il rapporto tra musica e natura?

“È una domanda difficile, viviamo in un momento in cui Natura e musica sono un po’ staccate, per mezzo del digitale, anche se in realtà sta tornando l’analogico. La musica è Natura nella lentezza, nel tornare alle cose più scarne, semplici, la canzone che ha vinto Sanremo lo dimostra. Stiamo cercando tutti di riportare la vita a uno stato di maggiore semplicità, la musica è il riflesso di questo processo”.