Le sue origini risalgono al 1135 quando alcuni monaci benedettini dell’Abbazia di Chiaravalle (situata nel Parco Agricolo Sud di Milano), desiderosi di trovare un espediente per conservare nel tempo le eccedenze di latte, misero a punto la ricetta del Grana Padano. Da allora il celebre formaggio ha saputo affermarsi come uno dei più amati al mondo e anche nel periodo pandemico ha continuato a essere tra i più gettonati. Gli ultimi dati relativi al 2021 elaborati dal Consorzio di tutela sottolineano, infatti, come l’export di Grana Padano Dop ha visto nel 2021 un incremento del 6,5% rispetto al 2020. La Germania resta il primo mercato di sbocco all’estero con 580mila forme spedite, seguita dalla Francia (250 mila) e dagli Stati Uniti (75mila forme). A registrare una flessione sono invece stati solo il Regno Unito, al quinto posto come mercato export (con 130mila forme), e il Canada.

In base alle stime, tra vendite in Italia e all’estero, lo scorso anno i consumi sono aumentati quasi del 3%. Inoltre, nel 2021, per il secondo anno, i consumi totali di Grana Padano sono stati superiori al tasso medio di crescita degli ultimi dieci anni. “Abbiamo calcolato un progresso dei consumi totali tra il 2020 (quando l’incremento complessivo era stato del 3,9%) e il 2021 di quasi il 7%”, sottolinea Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela. “Un risultato record se paragonato al trend d’incremento delle vendite del nostro formaggio negli ultimi dieci anni (+2,2% l’anno)”.

Il mercato italiano

Si tratta di un trend positivo che è stato trainato dunque soprattutto dal mercato estero. In Italia, infatti, nel 2021 i consumi di Grana Padano Dop hanno visto una leggera discesa (-0,7%). Un dato non preoccupante, secondo Berni, considerato che il 2020, in concomitanza con il lockdown per la pandemia da Covid 19, era stato caratterizzato da un boom delle vendite al dettaglio a scapito di quelle fuori-casa. Più consistente è stata invece la flessione per il Parmigiano Reggiano (-7,1), mentre l’intero comparto ha perso l’1,4%.

Per quanto riguarda lo share, secondo gli ultimi dati il Grana Padano si è posizionato nel canale retail al 47,3%, una quota del 30,6% è andata al Parmigiano Reggiano, mentre i similari si sono attestati al 22,1%. In leggera crescita il Grana Padano “senza crosta” che ha raggiunto una quota del 31,3% nella borsa della spesa delle famiglie. Una situazione diversa ha caratterizzato invece la ristorazione, dove i similari (più convenienti in termini di prezzo, ma senza le garanzie del marchio Dop) hanno superato il 50% dello share tra i “duri”. Il Grana Padano è rimasto sotto il 40% e il Parmigiano Reggiano sotto il 15%.

Dal punto di vista della distribuzione geografica il Sud-Italia ha prevalso nei consumi retail con il 31% del totale, seguito dal Nord-Ovest con il 29,2%.