“Un ghiacciaio che soffre è l’esempio più lampante di come si stia trasformando la Natura”. Si potrebbe dire che Isabella Morlini, classe ’82 e tre volte campionessa mondiale di racchette da neve, è abituata a vincere, ma ora sta toccando con mano quel che stiamo perdendo. Dopo tante gare, la passione per la montagna l’ha portata a seguire come testimonial il monitoraggio condotto da Legambiente e Comitato glaciologico italiano su 12 ghiacciai d’Italia e i risultati dei rilevamenti non fanno ben sperare. Basti pensare che solo il Ghiacciaio dei Forni, in Valtellina, – il secondo per estensione – si è ritirato di circa 400 metri in 10 anni. Anche per questo Isabella Morlini,  runner e attivista per l’ambiente che quando non corre insegna Statistica e si occupa delle iniziative mirate alla salute e al benessere all’Università di Modena e Reggio Emilia, ha firmato la petizione per rilanciare l’appello degli scienziati ai partiti perché mettano in primo piano la crisi climatica nei loro programmi, in vista delle elezioni del 25 settembre.

“Quando vedi un ghiacciaio ritirarsi sia nello spessore sia nel fronte, diventare nero, con crepacci che si aprono e cime che l’anno scorso percorrevi tranquillamente senza neve e che ora sono impraticabili con i ramponi, capisci quanto stiamo devastando la montagna”.

 

L’APPELLO DEGLI SCIENZIATI

 

Cosa teme di più?

“Si teme da un punto di vista economico e sociale. In questo momento non ne sta soffrendo solo la bellezza del ghiacciaio, ma stiamo soffrendo noi come cittadini da tutti i punti di vista. Per mancanza di acqua, crisi agricola, prezzi alle stelle. E poi c’è la sicurezza: un ghiacciaio compromesso è meno scenografico ma anche più pericoloso”.

 

Purtroppo lo abbiamo visto questa estate con la tragedia della Marmolada. La montagna si sta trasformando da rifugio in trappola?

“Senza neve vengono giù i sassi e di questa conseguenza bisogna tenerne conto: tutto sta diventando più pericoloso. Anche quando sei sul fronte del ghiacciaio, prima ancora di salire, puoi ammirare la maestosità della montagna che ti fa sentire piccolo con tutti i tuoi problemi”.

 

Come runner lei si pone obiettivi faticosi ma raggiungibili. Quanto è importante che ciascuno di noi si ponga come traguardo la difesa dell’ambiente?

“La montagna ci insegna che le grandi conquiste sono fatte con piccoli passi e con pazienza. Se ognuno di noi dà il suo piccolo contributo, questo serve a raggiungere comunque un grande obiettivo”.

 

Come cittadina cosa chiede alla politica e cosa si aspetta dall’appuntamento alle urne del 25 settembre?

“Sicuramente di attuare misure che, oltre a contrastare, aiutino anche a convivere nel breve con questo cambiamento climatico. Poi, al di là della riduzione delle emissioni di CO2 che ci vede in secondo piano rispetto a Paesi come la Cina, comunque mi aspetto politiche concrete per l’adattamento e la mitigazione”.

 

Quindi lei è fiduciosa?

“Io sono ottimista, anche perché mi viene da dire ‘adesso o mai più’. Siamo veramente in un momento importante di questa emergenza”.

 

È come una gara? Non bisogna mollare…

“Esatto. Ricordiamoci che il nostro sforzo individuale può portare a un risultato importante”.