I cambiamenti climatici sono destinati a cambiare il nostro pianeta. Gli eventi meteorologici estremi, come ondate di caldo o di freddo, precipitazioni e nevicate fuori dalla norma, si faranno sempre più comuni. E con loro incendi, valanghe, alluvioni e simili eventi catastrofici, capaci di segnare profondamente chi ne fa esperienza in prima persona. Uno studio dell’Università della California di San Diego ha indagato quali cambiamenti cognitivi e psicologici accomunano chi sopravvive a una catastrofe climatica. Informazioni che in futuro – spiegano gli autori – si riveleranno purtroppo estremamente utili per aiutare queste persone, in un mondo in cui i disastri naturali si faranno sempre più all’ordine del giorno.

Le analisi dei ricercatori si sono concentrate, in particolare, su quello che gli americani hanno ribattezzato camp fire: il più grande incendio mai scoppiato in California, che nel 2018 ha distrutto completamente la cittadina di Paradise, 26mila anime, giusto a Nord di Sacramento, causando 85 morti civili accertate. Già nel 2021 i ricercatori americani avevano studiato le conseguenze psicologiche dell’incendio sperimentate dai sopravvissuti, dimostrando un’elevata incidenza di disturbi da stress post-traumatico, ansia e depressione croniche.

Nella nuova ricerca hanno quindi deciso di verificare se gli effetti psicologici del trauma fossero associati a cambiamenti sul piano cognitivo, in funzioni come la memoria, l’apprendimento e il ragionamento. Per farlo, hanno coinvolto 27 persone esposte direttamente alle fiamme, 21 colpite solo in modo indiretto dall’incendio, e 27 persone comparabili per età e genere ai gruppi precedenti, ma totalmente estranee al camp fire.

Sottoponendo tutti i volontario a una batteria di test cognitivi, i ricercatori hanno scoperto che tutti quelli che sono stati esposti direttamente, o indirettamente, all’incendio dimostrano una minore capacità di ignorare le distrazioni. Grazie ad un’analisi in tempo reale delle loro onde cerebrali, realizzata utilizzando un elettroencefalogramma, i ricercatori hanno inoltre individuato delle differenze che sembrano confermare quanto osservato sul piano cognitivo: il lobo frontale dei volontari che avevano fatto esperienza dell’incendio risultava infatti maggiormente attivo nei test in cui gli si chiedeva di tentare di ignorare delle distrazioni, un particolare che potrebbe dimostrare una maggiore difficoltà nel portare a termine il compito, rivelata dall’attivazione di un’area del cervello coinvolta negli sforzi cognitivi.

I risultati non sono di per sé inattesi, visto che si osservano simili problemi in moltissime persone che sopravvivono ad incidenti e altri eventi stressanti. Si tratta comunque del primo studio che ha indagato i disturbi caratteristici che si sviluppano in seguito ad una catastrofe legati ai cambiamenti climatici. E potranno quindi essere utili per formulare strategie mirate con cui aiutare, in futuro, le vittime di simili disastri. Un obbiettivo verso cui il team di ricercatori californiani è già al lavoro.