Quando nel 2018 entrò in vigore la legge che imponeva l’uso di sacchetti compostabili per frutta e verdura, il legislatore non considerò un piccolo particolare: l’etichetta con il prezzo che ci appiccichiamo sopra dopo la pesatura, solitamente realizzata in carta termica, non è biodegradabile. Il risultato è stato che in tutti questi anni la campagna pensata per ridurre l’uso della plastica ha portato alcuni effetti indesiderati: nella migliore delle ipotesi, centinaia di milioni di sacchetti biodegradabili sprecati, visto che è praticamente impossibile staccare l’etichetta lasciando la busta intatta. Nella peggiore e altamente probabile, invece, centinaia di milioni di etichette finite erroneamente nel rifiuto umido insieme al sacchetto, anziché nel bidone del secco.

Da tempo anche i protagonisti della GDO (grande distribuzione) e non solo, si interrogano su come risolvere il problema che, oltre che ambientale, rappresenta un centro di costo per la grande distribuzione non indifferente. Una possibile soluzione viene da Padova e si chiama TT-Hourglass, che tradotto significa “clessidra” e suona come monito del poco tempo ancora a disposizione per prenderci cura del mondo e dell’ambiente che ci circonda prima che sia troppo tardi.

TT-Hourglass è il frutto di un lungo percorso di ricerca e sviluppo iniziato 13 anni fa con le prime stampanti linerless: in pratica si tratta di una piccola stampante a forma di clessidra, che è in grado di interfacciarsi con qualsiasi bilancia presente sul mercato, eliminando completamente l’uso della carta per l’etichettatura nei reparti del fresco. Basterà utilizzare la shopper in materiale compostabile come materia prima su cui stampare: in pratica il manico del sacchetto, un lembo opportunamente fustellato nel fondo dello stesso o un lembo in materiale compostabile che posso prelevare da un dispenser e legare una volta stampato al sacchetto, diventano il supporto su cui TT-Hourglass stampa tutti i dati. Il lembo di materiale compostabile viene direttamente inserito tra i due “bulbi” della clessidra, che, “parlando” con la bilancia, trasferirà le informazioni necessarie per poi procedere al pagamento (tipo di prodotto, prezzo, peso, codice a barre, ecc.)

I benefici più evidenti sono due, come spiega il suo inventore, Enrico Friziero, amministratore delegato di T-Trade e già ideatore dell’app TT No Waste, per combattere lo spreco di cibo e medicinali: “L’eliminazione dell’uso dell’etichetta genera chiaramente due importantissimi risultati, il primo di natura ecologica, zero deforestazione per produrre carta: considerato che in media per realizzare una tonnellata di carta siliconata, quella utilizzata normalmente per realizzare le etichette, servono almeno 15 alberi i numeri legati alla GDO sono impressionanti. Considerato il fabbisogno di una catena media di supermercati si stimano fino a 3 mila alberi l’anno. Parlare di diverse decine di migliaia di alberi solo per il fabbisogno Italiano è più che plausibile”. Il secondo vantaggio riguarda il fatto che il consumatore non dovrà più staccare l’etichetta dalla shopper per farne una corretta differenziazione, poiché il trasferimento termico di TT-Hourglass permette di mantenere la compostabilità del sacchetto e di poterlo dunque tranquillamente riutilizzare.

“Una invenzione di cui beneficia chiaramente l’ambiente, ma anche la grande distribuzione: abbiamo infatti calcolato che il risparmio di consumabili grazie all’applicazione della nostra clessidra è tra una forbice del 70 e dell’80% per la GDO. Per le catene più importanti ammonta a qualche centinaia di migliaia di euro l’anno. Il secondo grande vantaggio è legato alla produttività della bilancia che può arrivare a circa il 300 % in più di autonomia rispetto al classico uso di un rotolo di etichette, con molti meno fermi macchina e rallentamenti nei processi di acquisto”, conclude Friziero. TT-Hourglass, per la quale è stato ottenuto un brevetto mondiale, verrà presentata per la prima volta ad Euroshop a Dusserldorf in Germania a fine febbraio.