Se Moby Dick oggi si avvicinasse con amiche e cugine alle coste della California rischierebbe di essere travolta dalle navi container, più che essere arpionata da un redivivo capitano Achab. L’unica ancora di salvezza è Whale Safe, un nuovo sistema basato su intelligenza artificiale che dal 2020 opera nella baia di San Francisco e dall’anno scorso nel canale Santa Barbara: la sperimentazione è andata bene, funziona. Come ricorda The New York Times, secondo i ricercatori ogni anno 80 balenottere azzurre (in pericolo di estinzione), balenottere comuni e megattere vengono uccise dal traffico navale lungo la costa occidentale degli Stati Uniti. Da una parte aumenta il numero di navi e, come spiega Kathi George, responsabile operazioni del Marine Mammal Center di Sausalito, dall’altra le balene, a causa del cambiamento climatico, sono costrette a cercare il cibo sempre più vicino alla costa.
Traffico marittimo, rumore e plastica minacciano i cetacei
Sebbene il sistema elettronico di protezione sia attivo, dall’inizio dell’anno vicino a San Francisco ne sono già morte quattro e di tante altre non sappiamo nulla perché normalmente affondano nel mare lasciando solo una striscia di sangue lungo le fiancate delle navi. Whale Safe è efficiente ma prevede comunque la collaborazione dei capitani delle navi, con tutte le conseguenze del caso.
Come funziona Whale Safe
L’aspirazione degli ambientalisti sarebbe quella di far quadrato intorno alle balene, ma nella realtà il massimo che si può fare è essere in grado di rintracciarle con buon tempismo e segnalare la loro potenziale posizione alle navi. Ed è proprio questo che sono riusciti a fare Douglas McCauley, direttore del Benioff Ocean Initiative della University of California, e il suo team. Hanno realizzato un sistema articolato di monitoraggio che sfrutta le boe intelligenti sviluppate da Mark Baumgartner del Woods Hole Oceanographic Institution del Massachusetts per salvaguardare la balena franca nordatlantica (ne sono rimaste poco più di 300 nel mondo). A 25 miglia (40 km) dalla costa californiana sono stati dislocati dei galleggianti collegati a microfoni posizionati a circa 80 metri di profondità. In questo modo è possibile sentire le balene che normalmente si muovono sotto la superficie, a 400-800 metri.
Le boe che identificano i cetacei
In sintesi le boe identificano i cetacei dal loro canto grazie all’intelligenza artificiale, trasmettono ogni risultato via satellite a una centrale di controllo a terra e un modello matematico predittivo basato su uno storico di dati oceanografici e biologici stima la potenziale area di interesse. Bisogna infatti localizzare ma anche prevedere gli spostamenti. In più l’app di Whale Alert consente a scienziati, cittadini, turisti e osservatori di segnalare attivamente ogni avvistamento. Tutti questi dati vengono impiegati per poi avvisare le navi sulla probabilità di incontrare balene in uno specifico giorno. E così si ottiene un accurato indice di presenza delle balene (basso, medio, alto, molto alto). In questo momento a San Francisco è altissimo, a Santa Barbara poco meno.