Gli investimenti nella mobilità sostenibile non si sono mai fermati, nemmeno durante le fasi più acute della crisi pandemica, ma ora è il momento di vedere i risultati concreti. Altrimenti, è difficile attendersi ancora ingenti flussi di denaro in questa direzione. Uno studio del Capgemini Research Institute segnala che gli investimenti organizzativi per migliorare la sostenibilità vivono una fase di stanca a causa della mancanza di implementazione su vasta scala dei numerosi progetti avviati nel passato, con le aziende più grandi che sono quelle più orientate a tirare il freno a mano. Del resto, si legge nello studio, i livelli di attuazione delle principali iniziative di sostenibilità sono migliorati solo marginalmente, laddove non addirittura diminuiti, rispetto al 2019. Anche se vengono riscontrati importanti passi in avanti sulla catena di approvvigionamento sostenibile e all’impiego di metalli.

Cambio di passo necessario

Per Saul Reichman, global director, innovation & corporate venturing di Maxion Wheels, “l’industria automobilistica sta ancora adottando un approccio attendistico nei confronti dell’economia circolare e verso il net zero”, vale a dire il punto in cui le emissioni di carbonio saranno compensate da misure a sostegno dell’ambiente di pari impatto (ovviamente in direzione opposta). I fornitori, aggiunge l’esperto, hanno spazi di manovra limitati se non possono contare su un supporto adeguato da parte dei big dell’automotive. “Occorre un approccio collaborativo che comprenda partenariati tra catene del valore nell’intero ecosistema per ridurre le emissioni totali di carbonio”, aggiunge Reichman. 

Tornando all’indagine di Capgemini, attualmente meno del 10% dei produttori di auto è in grado di abbinare strategie e livelli di implementazione adeguati nel campo della sostenibilità. Ben il 62% degli operatori rientra nella categoria dei “ritardatari”. Il 73% dei manager intervistati concorda sul fatto che l’adozione di pratiche di sostenibilità nelle attività e nei processi quotidiani è aumentata solo marginalmente negli ultimi anni. Solo il 10% delle aziende ha allineato gli obiettivi di performance con i principali obiettivi di sostenibilità per i dipendenti non manageriali. Solo il 12% dei dirigenti afferma che la propria organizzazione ha implementato su larga scala una piattaforma per la misurazione, il monitoraggio e la rendicontazione delle iniziative di sostenibilità.

Vantaggi evidenti

Eppure, aggiunge il Capgemini Research Institute, le aziende più avanzate su questo fronte stanno ottenendo riscontri positivi. Le emissioni sono scese in maniera importante e i consumatori sono molto attenti a questo tema. Per le realtà più virtuose, gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi – vale a dire una riduzione nelle emissioni di gas serra nell’ordine del 35% entro il 2030 – è realistico. Mentre l’industria automobilistica nel suo complesso è attesa a un progresso limitato al 19%.

Per cambiare passo, il report di Capgemini invita l’industria automobilistica ad accelerare l’evoluzione di prodotti e servizi green, a promuovere l’innovazione nella tecnologia delle batterie e dei veicoli e a creare nuovi servizi e modelli di business sostenibili da tutti i punti di vista.