Sono seduta di fronte a un mare che non è il mio, nella cappa di un cielo che tentenna ma non dà pioggia, e tutto quello che provo è una gelosia quieta, una forma anarchica di nostalgia per una vecchia estate che perde oggi la sua epicità. Ora che è settembre si può dire: quest’estate è davvero la più calda, spodesta quell’altra soffocante di cui mi tocca prendere le parti, e intanto il mare non mio non s’increspa e non si muove.