La più celebre e mai realizzata tra le grandi opere italiane rimane uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale della coalizione del centrodestra. Del ponte sullo Stretto, il cui cantiere nonostante i proclami non è mai partito, ne parla esplicitamente l’accordo di programma firmato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Per le altre forze in campo è invece un “no” senza appello. A parte l’opera che torna di attualità ogni volta che gli italiani sono chiamati a scegliere il nuovo governo, cosa propongono i partiti nei loro programmi alla voce “mobilità”? Visto anche che questo sarà uno dei punti da cui dipenderà la transizione ecologica e il rispetto degli impegni presi dal nostro Paese con l’Unione Europea.

In realtà, di “mobilità” nella maggior parte dei programmi elettorali si parla poco e in maniera poco chiara. Così se il Partito Democratico spiega la sua idea di Mobility as a Service, la Lega dice di voler creare una legislazione speciale per le grandi opere e scrive nero su bianco di non puntare sulle piste ciclabili. Il Movimento 5 Stelle dedica invece uno dei punti alla pagina “Mobilità sostenibile” alla Smart road senza però spiegare cosa sia. Mentre Calenda e Renzi parlano di “intermodalità per ridurre le stress autostradale” e puntano dritto soprattutto sul capitolo energia. Su una cosa però sono tutti concordi: le infrastrutture nel nostro Paese hanno bisogno di una profonda manutenzione.

L’idea comunque è che sui programmi dei partiti stiano pesando di più le esigenze della campagna elettorale e dei suoi slogan piuttosto che le conseguenze dell’emergenza climatica rimaste sullo sfondo. Così c’è chi sposta la responsabilità dal nostro Paese alle autorità sovrannazionali, chi elogia gli impegni presi dal governo precedente e c’è invece chi rimanda le soluzioni all’arrivo di qualche innovazione tecnologica. Nel frattempo, come dimostra la petizione rilanciata da Green&Blue Un voto per il clima che ha raggiunto quasi le 200 mila firma avviandosi a diventare tra le prime 50 più popolari di Change.org Italia, la politica tarda a rispondere a quei cittadini che invocano invece un intervento rapido. Anche perché sulla mobilità – che insieme ai capitoli “energia” e “economia circolare” sono i grandi temi che riguardano clima e ambiente – è la variabile strategica su cui si gioca la sostenibilità dei sistemi urbani e della vivibilità delle città.

Centrosinistra: trasporti gratis per giovani e anziani

Il Partito Democratico ha il programma più dettagliato sull’argomento. Alla base resta comunque fondamentale l’obiettivo “coniugare lavoro e ambiente”. Così, dopo aver spiegato perché puntando sulle energie rinnovabili, l’occupazione crescerà di 500 mila posti, si pensa ad organizzare un Forum nazionale per il lavoro e per il clima. Si parla anche di accelerare gli investimenti per il passaggio delle merci dalla gomma al ferro e all’acqua e il completamento del parco auto elettriche promettendo l’installazione di almeno 100 mila colonnine in 30 mila punti di ricarica. Entro il 2027. Ci sono poi i porti verdi, l’alta velocità e il potenziamento delle linee regionali. Ma le novità riguardano la mobilità urbana sostenibile con la proposta di rendere gratuito il trasporto pubblico locale per giovani e anziani sia sviluppando un modello chiamato Mobilità come Servizio Integrato sia pensando ad un unico biglietto per tratte che utilizzino vari mezzi di trasporto.

Centrodestra: alta velocità e ponte sullo Stretto

Nel programma presentato dalla coalizione di centrodestra dal titolo “Per l’Italia” si entra poco nei dettagli e ci sono una serie di cavalli di battaglia. Così, alla luce del tradizionale scetticismo nei confronti dell’Unione Europea di Fratelli d’Italia e Lega, viene annunciato che chiederanno alla Commissione europea di rivedere l’utilizzo delle risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non solo sul fronte energia, ma anche per quanto riguarda le infrastrutture per la mobilità. Anche quelle già progettate. Si parla poi di rendere l’Italia più competitiva con gli altri Stati europei potenziando l’alta velocità per collegare il Nord alla Sicilia. Realizzando anche il ponte sullo Stretto, l’evergreen. E se nell’accordo tra i tre partiti non si scende molto nel dettaglio di come incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico e di come favorire le politiche di mobilità urbana sostenibile, la Lega sotto il capitolo “La rigenerazione urbana delle città” dice chiaramente: “La priorità non deve andare alle piste ciclabili e alle zone a traffico limitato, ma alla condivisione della strada e dei marciapiedi in sicurezza da parte dei cittadini e dei mezzi di trasporto”.

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Azione-Italia Viva: gli autoporti

Il cosiddetto “terzo polo”, alla mobilità dedica solo sette punti del programma. I partiti di Calenda e Renzi si concentrano soprattutto sulla transizione ecologica, argomento su cui vanno molto sul dettaglio. Ciò che invece non avviene al capitolo “Mobilità” di cui parlano del completamento dell’alta velocità (tema che per la verità ricorre in tutti i programmi) al rilancio della Conferenza Nazionale Porti, un organo di coordinamento che sembra tornare in auge. Ma per ridurre il traffico dalle grandi città e le emissioni inquinanti la proposta del “terzo polo” è di riorganizzare il trasporto delle merci “sviluppando una rete di trasporto internodale delle merci a livello nazionale”. Come? “Creando autoporti urbani: li deve avvenire lo scambio tra veicoli commerciali pesanti e leggeri”. Calenda e Renzi promettono poi di ridurre ulteriormente il trasporto merci su gomma favorendo quello su rotaia.

L’inchiesta

Perché non si trovano le colonnine per ricaricare l’auto elettrica?

di Vincenzo Borgomeo ,  Fiammetta Cupellaro

Movimento 5 Stelle: Smart road

Il M5s, almeno in parte, ripropone alcune delle sue misure più note, come il Superbonus e punta alla diffusione di nuove tecnologie, come le Smart road (il programma non spiega di cosa si tratta, ma il riferimento è ad una tecnologia di sistemi stradali interconnessi, per la riduzione del traffico e l’aumento della sicurezza) e il cambio del parco auto in tempi ristretti con modelli elettrici. Il M5s parla anche di un Biglietto Unico Integrato e del Progetto Mediterraneo per l’interconnessione tra porti, reti stradali e ferrovie.