Per mettere in condizione l’Ue di tagliare in modo netto le importazioni di gas russo entro un anno l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) ha presentato un decalogo in cui spiccano due azioni immediate:

  • abbassare per qualche mese di un grado la temperatura del riscaldamento domestico
  • autorizzare tasse temporanee sui profitti extra di cui stanno beneficiando gli operatori del mercato energia (gas, carbone, nucleare, energia idroelettrica e altre energie rinnovabili).

     

Le altre 8 azioni, il cui impatto è stato illustrato in una conferenza a cui hanno partecipato il direttore dell’Agenzia Fatih Birol, la commissaria europea competente Kadri Simson e la ministra francese alla transizione ecologica Barbara Pompili, sono:

 

  • non firmare nuovi contratti di fornitura di gas con la Russia,
  • diversificare le forniture;
  • introdurre obblighi minimi di stoccaggio nazionale (l’Ue lo proporrà la settimana prossima);
  • accelerare su nuovi progetti eolici e solari;
  • massimizzare la produzione da bioenergie e nucleare;
  • accelerare la sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore;
  • più interventi per l’efficienza energetica negli edifici e nell’industria;
  • compiere sforzi per gestire stagionalità e picchi di consumo, in modo da allentare i forti legami tra l’approvvigionamento di gas e dell’elettricità in Europa.

     

Sono raccomandazioni in linea con quanto suggerito anche nell’analisi appena pubblicata dal think tank Ecco, titolata in modo esplicito “Risparmio e rinnovabili per uscire dalla dipendenza del gas“. “L’atto di guerra della Russia nei confronti dell’Ucraina ha fatto definitivamente emergere il consenso circa la necessità di ridurre la dipendenza dal gas russo”, scrivono gli autori. “Ma getta anche luce sulla più ampia fragilità della dipendenza dell’Europa dalle importazioni di gas e petrolio, che rende il continente altamente esposto alla volatilità dei prezzi, agli shock delle forniture e ai rischi per la sicurezza – alimentando al contempo regimi antidemocratici”. Senza dimenticare che “la scelta di disintossicarsi dal gas deve anche essere presa nel contesto dell’altra grande sfida del nostro tempo: il cambiamento climatico“.

Ma come? “In questa analisi abbiamo elaborato ipotesi di risparmio energetico per mostrare come azioni immediate, collettive e dirette da un messaggio pubblico, combinate a uno sviluppo accelerato delle rinnovabili, possono sostituire nell’arco di un anno l’equivalente del 50% delle importazioni di gas russo“, si legge nel rapporto di Ecco. “Un’azione collettiva e determinata deve ambire a ridurre il consumo di gas di circa 15 miliardi di metri cubi nel corso dell’anno, equivalente a un risparmio di 14,5 miliardi di euro l’anno sulle importazioni russe a costi attuali. Facendo leva in parallelo sul pieno sfruttamento delle infrastrutture a gas esistenti, l’Italia riuscirebbe a gestire l’interruzione del gas russo nel corso dell’anno”.

Nel dettaglio, gli analisti di Ecco propongono una serie di azioni con effetto immediato o comunque in tempi ridotti.

  • Ridurre di un grado di riscaldamento nelle abitazioni e negli uffici, il che permetterebbe un risparmio di circa il 7% di gas.
  • Sostituire le caldaie a gas con pompe di calore nel 10% delle abitazioni, con un risparmio di circa 1 miliardo di metri cubi di gas.
  • Sensibilizzare la popolazione al risparmio nel settore elettrico, con un potenziale di riduzione dei consumi finali del 10%: ciò equivarrebbe a un impatto sui consumi gas di 3 miliardi di metri cubi.
  • Sviluppare le fonti rinnovabile in rete nel settore elettrico che, come sottolineato dall’associazione industriale Elettricità Futura, potrebbe portare alla realizzazione di 20 GW di nuove rinnovabili all’anno. Questo determinerebbe una riduzione dei consumi gas di circa 5 miliardi di metro cubo anno.
  • Impiantare il fotovoltaico sugli edifici: l’obiettivo di 2,2 GW previsto dal Pnrr nei Comuni con meno di 5000 abitanti, va esteso a 5 GW senza limiti rispetto alla dimensione dei comuni. Tale misura permetterebbe un risparmio annuale di 1,2 miliardi di metri cubi di gas. Altri 5 GW andrebbero promossi nel settore industriale attraverso la rimozione delle barriere autorizzative e politiche fiscali quali sconti IMU sui capannoni destinati alla produzione fotovoltaica. Il risparmio di gas atteso in questo caso è stimato in 1,2 miliardi di metri cubi.
  • Aumentare l’efficienza energetica nel settore industriale: un risparmio del 10% varrebbe 1 miliardo di metri cubi.
  • Ottenere un risparmio di 0,5 miliardi di metri cubi di gas nel settore dei trasporti, togliendo gli sconti fiscali oggi garantiti ai consumi di gas per la mobilità i cui benefici in termini energetici e ambientali sono di poco peso.