I costi crescenti di produzione non risparmiano le auto elettriche, anche se le prospettive di fondo del settore restano rosee.  L’aumento dei prezzi dell’elettrico, il rincaro e la scarsa disponibilità di materie prime, uniti alla cronica carenza di componenti e alla diffusa riduzione dei redditi in termini reali causa inflazione, stanno producendo un impatto notevole sulla produzione e sulla vendita di automobili green. Se la tendenza continua, gli investitori non avranno incentivi per costruire impianti di ricarica, rendendo le auto elettriche meno appetibili per difficoltà di utilizzo. E’ quanto trapela dagli esperti tedeschi del settore, le cui dichiarazioni, in questi giorni, rimbalzano sui mass media.

Le parti si invertono

Fino a poco tempo fa le auto elettriche risultavano convenienti, contro l’aumento del costo della benzina. Ora, col balzo in avanti dell’elettricità – in Germania un terzo in più dell’anno scorso – la differenza tra i prezzi si è ridotta. Gli automobilisti che effettuano la ricarica da casa o tramite contratto con gli operatori hanno visto schizzare i prezzi del 10% nel migliore dei casi. E non è tutto. Il legame tra costo della luce e costo del gas (risorsa sempre più scarsa da quando la Russia ha interrotto le forniture di gas alla Germania)  lascia prevedere ulteriori aumenti.

Dall’inizio di settembre Allego, uno dei maggiori operatori di stazioni di ricarica, ha alzato le sue tariffe da 43 a 47 centesimi per kilowattora. La ricarica rapida a corrente continua è passata da 65 a 70 centesimi al kilowattora mentre quella cosiddetta ‘ultraveloce’, è salita da 68 a 75 centesimi, sempre al kilowattora. I supermercati che promuovono offerte, le catene di bricolage e i negozi di mobili, che fino a poco tempo fa offrivano ai clienti una tariffazione gratuita in cambio della spesa, adesso hanno introdotto le ricariche a pagamento.

Il parere dei tecnici

Secondo l’economista Stefan Bratzel, esperto del trasporto automobilistico, “l’esplosione dei prezzi dell’elettricità potrebbe finire per essere un grave pericolo per la transizione dei veicoli e dobbiamo stare molto attenti. Se le auto elettriche diventano più costose l’impennata della mobilità sostenibile rischia di crollare, perché quasi nessuno comprerà più un’auto”, ha affermato Bratzel, tra l’altro fondatore del Center for Automotive Management (Cam). Bratzel e altri sostenitori delle auto elettriche stanno ora chiedendo al governo tedesco di garantire che il prezzo dell’elettricità rimanga al di sotto del prezzo della benzina.

Sussidi in bilico

Dato il contesto, in Germania è crisi anche per le misure governative. Si paventa un limite dei sussidi statali per le auto elettriche a 4.500 euro a partire dal 2023, mentre chi vuole acquistare macchine ibride plug-in, il cui incentivo ammonta attualmente a 6.750 euro, non verrà più supportato. Il finanziamento complessivo disponibile in futuro si aggira sui 2,5 miliardi di euro, che basteranno sì e no a coprire i bonus per appena 400mila auto elettriche. Cioè per meno dell’1% dei veicoli circolanti ogni giorno sulle strade tedesche.

In ambito Ue si vocifera di una riforma che vorrebbe dissociare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, ma in Germania gli osservatori dell’industria nutrono forti dubbi: questo cambiamento non sarà rapido. Intanto però, ribadisce Bratzel, “la spinta al mercato deve funzionare, è assolutamente fondamentale”.

I possibili rimedi 

Per non far perdere terreno alla mobilità elettrica occorre al più presto un rimedio. Che potrebbe essere quello di aumentare, a stretto giro, la tassa sulle auto a benzina. Ma anche operare sui bonus all’elettrico. La Norvegia è stato uno dei primi Paesi europei ad adottare incentivi finanziari per l’acquisto di auto elettriche, impiantando nello stesso tempo una rete capillare di infrastrutture di ricarica. Lassù il 64,5% delle nuove auto immatricolate nel 2021 sono state veicoli elettrici. Il che la colloca in testa all’elenco compilato dall’associazione dei produttori di automobili europei. La Germania, con il 13,6%, si trova al sesto posto, il Regno Unito (11,6%), al nono.

L’Italia ha decisamente rallentato sulle auto elettriche. Nel mese di agosto le vendite di auto con possibilità di ricarica (somma di Bev, elettriche pure, e Phev, veicoli ibridi plug-in) si sono attestate a 4.961 unità rispetto alle 6.476 vendute nell’agosto del 2021. Secondo Motus-E (associazione degli stakeholders della mobilità elettrica), il calo registrato è del 23,39%. Le luci in fondo al tunnel in questo caso sono due: la spinta legislativa e la crescente sensibilità da parte dei consumatori. La transizione green non si fermerà.